La rivolta dei miliardari
Mentre i grandi del mondo sono riuniti a Davos per l’annuale World Economic Forum, non è mancata anche quest’anno, come succede da tre edizioni, la lettera dei miliardari che chiedono di pagare più tasse.
Non meravigliatevi. C’è un gruppo cospicuo di super-ricchi che chiede alla politica mondiale di contribuire di più alla redistribuzione del reddito. Quest’anno i firmatari sono stati 260 provenienti da 17 Paesi.
“Siamo sorpresi che non abbiate risposto a una semplice domanda che ci poniamo da tre anni: – si legge nella lettera – quando tasserete le ricchezze estreme?”. E poi: “Siamo le persone che beneficiano maggiormente dello status quo. Ma la disuguaglianza ha raggiunto un punto critico e il suo costo per la nostra stabilità economica, sociale ed ecologica è grave e cresce ogni giorno”.
E poi proseguono scrivendo che donazioni e filantropia non bastano e che per il mondo è necessaria una riforma progressiva del sistema fiscale. Il concetto chiave della proposta, quasi un’esortazione a pagare di più, è che diventa necessario “trasformare la ricchezza privata estrema e improduttiva in un investimento per il nostro futuro democratico comune”.
E vi sembra poco?
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