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‘Ndrangheta: sequestrati immobili e conti a boss di Rho (MI)

Redazione il . Criminalità, Economia, Forze dell'Ordine, Mafie, Memoria, SIcurezza

La Polizia di Stato ha eseguito un provvedimento di sequestro di prevenzione ai sensi del d. lgs 159/2011 emesso, su richiesta congiunta del Procuratore della Repubblica e del Questore di Milano, dal Tribunale di Milano – Sezione Autonoma Misure di Prevenzione a carico di Cristian Bandiera, cittadino italiano di 49 anni, ritenuto elemento di spicco della locale di ‘ndrangheta di Rho.

Il provvedimento è stato eseguito dalla sezione Misure di Prevenzione Patrimoniali della Divisione Anticrimine della Questura di Milano. Il destinatario del sequestro è stato tratto in arresto nel mese di novembre 2022 dalla Squadra Mobile della Questura di Milano, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. emessa dal G.I.P. di Milano, in quanto ritenuto figura di spicco della locale di ’ndrangheta di Rho. A carico dello stesso, già tratto in arresto nel 2010 e condannato per omicidio, sono stati raccolti indizi di appartenenza al sodalizio criminale sin dall’anno 2008, per come emerso in seno a precedenti investigazioni.

La misura cautelare eseguita nel novembre 2022, che ha riguardato oltre 50 soggetti indagati a vario titolo dei reati di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e spaccio, traffico di armi, estorsioni ed altro, pone l’odierno destinatario del provvedimento ablativo quale elemento di vertice del sodalizio – in continuità con la figura paterna già condannata per reati associativi – che ha agito con violenza e minaccia, operando il controllo mafioso sul territorio di pertinenza, anche ponendo in essere delitti quali rapine, minacce, percosse, danneggiamenti seguiti da incendio.

In ragione dei precedenti, del quadro indiziario di riferimento, ne deriva un giudizio di pericolosità sociale storica per l’appartenenza al sodalizio mafioso.

Da tali elementi, è emerso, altresì, un quadro fattuale che consente di definire il Bandiera quale elemento abitualmente dedito alla commissione di reati che, in relazione alla mancanza di redditi leciti, anche da parte dei familiari, consentono l’applicazione della misura patrimoniale.

In particolare, la discontinuità dei redditi familiari e la loro entità, inferiore al reddito minimo di sussistenza, con mancanza di risorse economiche lecite, risultano sproporzionati rispetto all’acquisto del compendio immobiliare oggetto del sequestro

Tale compendio, costituito da tre appartamenti un capannone e le relative pertinenze, risulta intestato a prestanome, ma è riconducibile al soggetto per come chiaramente emerge dalle attività tecniche svolte nell’ambito delle indagini svolte. Questi, infatti, non solo ha acquistato, per una somma ben inferiore al valore, gli immobili intestati, ma ha si adoperava per disporre in merito alla ristrutturazione, per esigere i canoni di locazione per il tramite di persone di fiducia, progettando anche la trasformazione dei locali per adibirli ad un B&B.

In una delle intercettazioni il 49enne diceva “Ne voleva 140, gliene ho dati 70mila anche se il notaio mi aveva detto di alzare la cifra altrimenti si capisce che è una truffa”, spiegando appunto che la palazzina è intestata a un prestanome “Perché io non posso avere niente di intestato. Ho fatto la carta dal notaio, lui non mi può fottere, perché è sempre un tossico, capito?”.

Oltre ai quattro immobili siti nel comune di Lainate, sono anche stati sequestrati i saldi attivi dei rapporti in essere riferibili all’indagato ed ai suoi prestanome.

Fonte: Polizia di Stato, Questura di Milano




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