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Criminalità: l’Italia è un paese insicuro

Piero Innocenti il . Criminalità, Forze dell'Ordine, Istituzioni, Politica, SIcurezza, Società

È ancora senza risposta, a distanza ormai di cinque anni, la domanda che  aveva posto la Commissione Parlamentare antimafia presieduta da Rosy Bindi nella relazione conclusiva di fine Legislatura – approvata all’unanimità e presentata al Parlamento –  sulle cause che avevano portato il nostro paese ad essere diventato, tra quelli più democratici e civili, una sorta di “polo di attrazione” per i delinquenti.

Nessuno ha provato a fare una seria analisi sulle cause che hanno determinato questo preoccupante incremento di delinquenza straniera e italiana e si continuano ad affrontare i molti problemi di insicurezza pubblica con iniziative sporadiche, inutili, di più telecamere di videosorveglianza da sistemare nelle strade (utili post delictum), con patti di sicurezza territoriali (l’ultimo sottoscritto a Lodi contro le razzie in farmacia) pensando di coinvolgere i cittadini (“gruppi di vicinato”, “comitati di quartiere” et similia) in quella che viene definita la “sicurezza partecipata”.

Dando uno sguardo alla rassegna stampa di alcuni paesi dell’UE (Spagna, Francia, Germania), i fatti criminosi non hanno la diffusione e la gravità che si rileva da noi; in primis quelli riconducibili a ladri e rapinatori nelle case, a fatti di sangue nelle strade, ai gravi episodi di violenza che vedono protagonisti giovani e giovanissimi: tra gli ultimi fatti le rapine e le aggressioni a Bari ad opera di gang giovanili; a Roma, nella zona del Tiburtino, dove una banda di ragazzi terrorizza i residenti; a Torino dove quattro minori stranieri vengono arrestati per due rapine.

Ci si deve, allora, domandare se la nostra legislazione penal-processuale sia adeguata alla situazione attuale (e sul punto abbiamo qualche perplessità), se la situazione di crisi economico-sociale che si sta attraversando incida sull’aumentata delittuosità, se il sistema della prevenzione di polizia generale debba essere rivisto.

E su quest’ultimo punto, in particolare, non si può non rilevare la scarsa presenza delle forze di polizia (il cui impegno quotidiano resta, comunque, immutato e apprezzato) in diverse zone dovuta, principalmente, alle ridotte risorse umane disponibili e che si vanno assottigliando ogni giorno che passa come ha ricordato anche alcuni giorni fa lo stesso Sottosegretario all’ Interno Molteni parlando delle necessità di fare arruolamenti straordinari nella Polizia di Stato per evitare il “buco” di oltre 40mila operatori che si realizzerebbe nei prossimi anni (entro il 2030) a causa dei pensionamenti.

Molteni, già nei mesi passati, in campagna elettorale, aveva sollevato il problema e ci saremmo aspettati tempestive iniziative concrete sul punto  annunciate, nelle ultime ore, dallo stesso ministro dell’interno Piantedosi che ha dichiarato di oltre 4mila agenti della Polizia di Stato che prenderebbero servizio entro l’anno a fronte di 4100 pensionamenti (numeri, comunque, sempre insufficienti perché, a conti fatti, sarebbero necessari almeno 5mila nuove assunzioni l’anno da qui al 2030).

La cronaca quotidiana, intanto, testimonia di quanto sia precaria la situazione della sicurezza con decine di accoltellamenti in diverse città, alcuni per banalissimi motivi, per litigi in ambito familiare, altri legati a conflittualità tra gruppi di spacciatori di droghe nel controllo delle piazze cittadine.

Ci sono, poi, fatti ancor più gravi come quello di una coppia di ristoratori, a Ostia, feriti alle  gambe da alcuni colpi di pistola esplosi da due uomini a bordo di uno scooter; i due giovani “gambizzati” forse  in un regolamento di conti a Morena; un cinquantenne pure ferito alle gambe da due colpi di pistola a Siracusa.

Proseguono le scorribande di incappucciati nelle case e nelle ville come è capitato a Roma, nel quartiere di San Basilio, dove una coppia di cinquantenni è stata rapinata e sequestrata in casa da quattro malviventi; a Bergamo con tre banditi armati di pistola che hanno rapinato in una villa la famiglia di un noto cantante; a Milano con alcuni dipendenti rapinati e legati negli uffici di un gruppo musicale.

Si tratta solo di alcuni degli episodi criminali di questi primi quindici giorni di febbraio che confermano l’arroganza e la spregiudicatezza di una delinquenza il cui contrasto dovrebbe rappresentare la priorità del Governo (ma le responsabilità risalgono a tutti i Governi che si sono succeduti in questi ultimi venti anni).

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Sicurezza pubblica: un gennaio da incubo

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