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La censura a Scurati ci ricorda il doveroso antifascismo delle istituzioni

Pierluigi Ermini il . Costituzione, Diritti, Istituzioni, Memoria, Politica, Società

La censura ad Antonio Scurati da parte della Rai al suo monologo per il 25 Aprile è solo l’ultima scelta compiuta da una destra che non riesce a fare i conti con il suo passato.

Sarebbe interessante in questi giorni ascoltare i vari discorsi che saranno pronunciati nel giorno della ricorrenza della Festa della Liberazione dai sindaci, dai presidenti delle regioni, da parlamentari che si riconoscono nel centro destra e vedere quanti si dichiareranno antifascisti.

Oppure avranno la forza e il coraggio di dire che il 25 Aprile è il giorno in cui si ricorda la liberazione del nostro paese dal nazifascismo (come scrive molto semplicemente anche Wikipedia).

Magari parleranno in senso generale di liberazione (non si sa da che cosa) o di liberazione dal nazismo, tralasciando di ricordare la fine del regime fascista.

Molto probabilmente perché sanno che il fascismo come ideologia non è certamente finito, ma vive ancora e non si può perdere il consenso di chi ancora ci crede e vorrebbe che in altri modi tornasse.

Ce lo ricorda un libro uscito recentemente scritto da Luciano Canfora dal titolo “Il fascismo non è mai morto”.

Nella presentazione del libro di legge: “Ciclicamente rispunta una teoria autoconsolatoria che sentenzia: il fascismo è finito in un preciso giorno di 79 anni fa. Per chi abbia familiarità con i tempi lunghi della storia, questa appare però, senza eccessivo sforzo mentale, come una sciocchezza”.

A questi signori e signore che svolgono compiti istituzionali così importanti andrebbe ricordato che la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione Italiana vieta la riorganizzazione del Partito Nazionale Fascista. Pur essendo inserita tra le disposizioni transitorie e finali, ha carattere permanente e valore giuridico pari a quello delle altre norme della Costituzione.

Loro che hanno giurato sulla Costituzione Italiana, nata dalla lotta di Liberazione dal nazifascismo, dovrebbero per primi dichiararsi antifascisti e agire nelle loro comunità perché in nessuna forma questa ideologia si manifesti.

E le parole, in chi fa politica, contano molto.

Allora in quanti andranno in questi giorni nelle piazze italiane per celebrare il 25 Aprile, consiglierei di fare attenzione alle parole che chi rappresenta le istituzioni pronuncerà.

Se questi signori e signore non avranno il coraggio di dire che il 25 Aprile è la liberazione del nostro popolo dal regime nazista e fascista, avrei dei dubbi  seri sul loro essere antifascisti e rispettosi della nostra Costituzione.

Vorrà dire che da parte loro c’è una strizzatina d’occhio a chi ancora ama quella ideoogia.

Dobbiamo essere coscienti e che il cammino della liberazione non è finito il 25 Aprile del 1945, ma lì è iniziato e continua ancora oggi dentro di noi, che dobbiamo assumerci il compito di sentinelle della libertà delle nostre comunità.

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Ecco il testo del monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile che non è andato in onda su Rai3

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