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Furti nelle abitazioni, risse nelle piazze: cresce la rabbia popolare

Piero Innocenti il . Criminalità, Dai territori, Diritti, Forze dell'Ordine, Istituzioni, SIcurezza

Torniamo ancora sul tema della sicurezza pubblica che in molte zone del Paese presenta aspetti di forte preoccupazione tra i cittadini, in preda alla paura di tornare nella propria abitazione e di vederla sottosopra dopo la “visita”, di ladri oltre a quella di restare vittima di assalti e di risse in strada durante una passeggiata cittadina.

In attesa di conoscere i dati sull’andamento della delittuosità nel 2023 (quella risultante dalle denunce presentate dai cittadini) che verranno elaborati dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, i dati del 2022 rilevano che più di un milione sono stati i furti, ossia oltre la metà dei delitti totali, di cui il 60% circa nelle abitazioni.

Una situazione che è andata decisamente peggiorando nel biennio 2021/2022, dopo il periodo del lockdown imposto dalla nota pandemia che ha investito il nostro Paese, mentre permane uno stato generale di ansia determinato anche dalle guerre in atto in Ucraina e a Gaza, da una emergenza climatica che da minaccia è divenuta realtà, da una crisi economica e finanziaria assillante.

Anche in questo scorcio di 2024 la situazione non è per nulla tranquillizzante come si può ricavare dai tanti fatti di cronaca che vengono riportati nella rassegna stampa locale sul sito della Polizia di Stato.

Così, solo per restare a quelli degli ultimi giorni, si registra la rabbia di molti cittadini di Montecilfone (Campobasso) che hanno subito una raffica di furti nelle case in una serata domenicale; la paura della popolazione di Città delle Pieve (Perugia) con una decina di case saccheggiate in un solo giorno; i furti in diverse abitazioni a Castello e Cannaregio (Venezia); ancora i furti in villa a Subiaco e Roiate (Roma); le “ronde” organizzate dai cittadini di Borgofranco d’Ivrea (Torino) per cercare di scongiurare nuovi furti e scorribande dei ladri emergenza furti anche a Benevento con i cittadini che, anche in questo caso, pensano di organizzarsi in “ronde”o “gruppi di controllo”, come preferiscono essere indicati a Cava de Tirreni (Salerno) i cittadini che, stanchi per i furti subiti, aderiscono al patto per il comitato di vicinato firmato in Prefettura.

Questi “comitati di vicinato” sorti in diverse città sono, a mio parere, “mezzucci” che servono a ben poco sul piano della reale prevenzione di polizia che spetta soltanto alle forze dell’ordine che, pur facendo “miracoli” quotidiani nel contrasto alla criminalità di strada, sono sempre in numero insufficiente per una realtà criminale diffusa come l’attuale.

Quindi, una reale attività di prevenzione generale si avrà solo quando ci saranno in campo più poliziotti e carabinieri e dirigenti cha sapranno controllare i servizi per verificare incisività e rendimento degli operatori.

Preoccupano non poco, come vado ripetendo da tempo, i delitti imputati a stranieri, molti gli “irregolari” (ma non solo), sul territorio nazionale.

Così si segnalano per ultimo, l’arresto a Sorrento (Napoli) di un tunisino accusato di aver picchiato e stuprato una giovane straniera; l’arresto, a Padova, di due bulgari accusati di una tentata estorsione in danno di un giovane padovano.

Ed ancora, tre tunisini a Roma rapinano dell’auto su cui viaggiavano due amici italiani; un ventunenne somalo, sempre a Roma, strappa il marsupio ad un bambino di 12 anni, colpisce la sorellina di sei e ferisce il padre con un coltello; ad Ancona, un albanese viene arrestato dai poliziotti per violenza sessuale dopo che aveva molestato due ragazzine di tredici anni; a Milano  un italiano viene picchiato e legato all’interno della sua auto da due pregiudicati colombiani per rubargli telefonino e cuffiette; a Brescia, intanto, un pachistano viene portato in carcere con l’accusa di tentata violenza sessuale ai danni di minori indotti a produrre video pedopornografici poi usati per ricattarli.

E l’elenco di questi “fattacci”, solo di questo interminabile mese di febbraio, sarebbe ancora lungo e anche deprimente da riepilogare.

Sempre forte la percezione che la criminalità minorile (in particolare della fascia di età 14-15 anni) si stia progressivamente orientando verso crimini violenti come emerge dalle recenti notizie di cronaca con il dettaglio, da non sottovalutare, di un incremento delle denunce all’autorità giudiziaria di minori stranieri passati da 11.145 del 2020 a 17.032 nel 2022 e dei minori italiani da 11.145 ai 15.490 del 2022.

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