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“C’è una rete nera vuole creare confusione sulla strage di Bologna”

Articolo 21 il . Associazioni, Costituzione, Criminalità, Diritti, Informazione, Istituzioni, Politica

“C’è una rete nera che vuole sollevare dubbi nell’opinione pubblica sulla strage di Bologna, la stessa rete che negli anni ha cercato più volte di validare la pista palestinese, risultata priva di ogni fondamento”.

Questo secondo Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione vittime della strage di Bologna. Solide le sue affermazioni e fondate sulla conoscenza degli atti nonché sulla lunga e instancabile attenzione data ai processi.

Questa mattina Paolo Bolognesi è  intervenuto alla riunione settimanale di Articolo 21 in un colloquio coordinati da Loris Mazzetti, di Articolo 21 Emilia Romagna.

In apertura dell’incontro Giuseppe Giulietti ha ricordato la scorta mediatica di Giulio Regeni e l’iniziativa della nostra associazione, ossia che il nostro “grazie” è rimandato al momento in cui i torturatori di Giulio Regeni saranno portati in Italia con volo di Stato perché possano sottoporsi al processo ed essere giudicati per ciò che viene loro contestato, ossia l’omicidio del ricercatore italiano.

Tra gli ospiti dell’incontro Vittorio Di Trapani che ha ricordato Riccardo Laganà e la comunità che si è ritrovata ai suoi funerali. “Riccardo in qualunque contesto ha lottato per i diritti  – ha detto di Trapani – e ha saputo portare al settimo piano di viale Mazzini il tema dei diritti. Aveva ricevuto la lettera dei familiari delle vittime di mafia e terrorismo perché Insider di Roberto Saviano andasse in onda. Circa l’attacco a Di Trapani di questi giorni non è a me ma alla comunità. Non sopportano le comunità di valori come la nostra. Segnalo il tweet di ieri del senatore Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato, che dice: ‘Noi sappiamo di più… questo tale Borrometi… Vorrei segnalare che Borrometi è stato insignito dal Presidente della Repubblica mentre di lui al Quirinale si ricordano per il rinvio alle Camere della famosa legge Gasparri. E’ evidente che non intendiamo arretrare di un millimetro”.

Elisa Marincola portavoce nazionale di Articolo 21 ha ribadito che “la nostra associazione ha dedicato l’ultimo anno ai valori della Costituzione e portiamo avanti questo piano di lavoro per riaffermare la Storia della nostra Repubblica che si vuole sostituire con una rilettura che riguarda anche le stragi, una narrazione che stravolge la realtà accertata dei fatti”.
Loris Mazzetti e Stefano Corradino, direttore del sito di Articolo 21, hanno detto ancora una volta che ” la nostra associazione sarà sempre al fianco dell’associazione delle vittime della strage di Bologna”.

Mazzetti ha ricordato come le più alte cariche dello Stato nell’accettare il loro incarico hanno giurato sulla Costituzione antifascista ed è paradossale come quelle attuali, finora non si siano sforzate nemmeno un pochino a nominare la parola neofascismo, fascisti, ect… con arroganza e mancanza di rispetto. C’è un obiettivo da parte di questa rete nera che protegge questi assassini che hanno insanguinato l’Italia per insinuare il dubbio. Mi piacerebbe parlare del delitto Mattarella. E’ stato detto: desecretiamo gli atti. Bene! Ma tutti, perché in quegli atti ci sono le testimonianze della moglie di Mattarella che aveva riconosciuto chi ha sparato in Fioravanti. E poi ci sono le indagini di Falcone. Ci sono parti oscure nella storia del terrorismo del nostro Paese che hanno come responsabilità il fatto di aver nascosto questi atti, ma la cosa incredibile è che non si sa chi è stato a dare l’ok alla secretazione degli atti! E’ chiaro che tutto ciò ha ancora alla base la rete nera di protezione”.

Per Paolo Bolognesi “la difesa dei terroristi si trova in difficoltà perché avendo cavalcato tutte le altre piste, compresa quella palestinese e questa è stata smontata del tutto, adesso cerca di creare confusione. La pista palestinese non sta né in cielo né in terra. Il cumulo delle prove nel processo a Cavallini e ai mandanti è tale da aver persino rivalutato altre indagini come quelle del giudice di Amato a Roma, prima che fosse ucciso. Lui aveva capito la strategia dei terroristi che apparentemente viaggiavano divisi ma uniti nelle cose grosse da fare come la strage di Bologna portata avanti da tutte le sigle, c’era tutto il gotha del terrorismo nero. In questi giorni non faccio che leggere schifezze che alcuni giornali tirano fuori. Per vedere dove vogliono andare a parare. Puntano sulla confusione  per disorientare l’opinione pubblica. Sperano di poter smuovere qualche dubbio e qualche giudice per avere assoluzioni con dubbio. Le prove su Cavallini sono eclatanti”.

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Noi e Bolognesi, ecco perché lunedì riparliamo della strage di Bologna e delle responsabilità dei fascisti

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