Per Graziella Di Palo e Italo Toni: un appello
Da poche settimane siamo entrati nel 43mo anno dalla scomparsa di Graziella De Palo e Italo Toni. Ieri, durante Chi l’ha visto, le famiglie hanno lanciato questo appello:
«Dopo oltre 40 anni vissuti in una sofferenza inconsolabile, ci appelliamo a coloro che certamente possono ancora chiarire le circostanze sulla sparizione dei nostri cari.
Specifiche dichiarazioni di un ex dirigente dei servizi segreti italiani – pubblicate nel settembre 2017 dal giornalista Massimo Numa poi deceduto nel marzo 2020 – confermano infatti che le nostre istituzioni acquisirono immediate certezze sui responsabili del rapimento, sul luogo di detenzione e su quello di successiva sepoltura dei cadaveri nelle vicinanze di Beirut.
La fonte – rimasta anonima – riferiva infatti al giornalista quanto segue: “Sapevamo tutti i particolari della morte dei due giornalisti, chi li aveva rapiti, poi detenuti in una base palestinese, infine torturati e uccisi. I corpi furono sepolti sotto un cumulo di detriti, in un quartiere non distante da Tiro, vicino al mare, all’interno di un cantiere non lontano da uno svincolo autostradale”.
Ci affidiamo al senso di solidarietà e giustizia di chi ha reso tali circostanziate dichiarazioni – e di chiunque altro possa comunque contribuire ancora all’accertamento dei fatti – chiedendo che si rivolga alle nostre famiglie per aiutarle almeno al ritrovamento delle povere spoglie di Graziella e Italo ed alla pacificazione di un lutto senza fine».
Servirà? Sarebbe bello. Perché, come si è detto più volte, non si sa ancora chi lavorasse con Stefano Giovannone a Beirut in quegli anni. Né si chiariscono particolari come questo: i proiettili che furono usati dai brigatisti rossi per sterminare la scorta di Aldo Moro venivano dall’estero. Più esattamente dal Medio Oriente. Erano stati fabbricati dalla ditta Fiocchi di Lecco, presumibilmente prima del 1973, ed erano destinati all’esportazione. Si trattava di una partita di munizioni per armi da guerra destinate all’Egitto, ma che probabilmente prese un’altra strada, forse qualche gruppo palestinese di fede marxista, e che rientrò in Italia per finire negli arsenali delle Br. Lo scriveva Graziella sull’Astrolabio a giugno, due mesi prima di sparire.
Servirà? Naturalmente è impossibile dirlo ed è impossibile non sperarlo. Per questo, come sempre, si va avanti.
Lipperatura, il blog di Loredana Lipperini
Trackback dal tuo sito.