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Mio padre Giorgio Ambrosoli: una vita, un esempio oltre la Storia

Umberto Ambrosoli * il . Corruzione, Cultura, Giovani, Lombardia, Mafie, Memoria, Politica

Verrà il momento in cui la Storia schiaccerà il tempo riducendo l’esempio di vita di papà a un “dettaglio”.

Un dettaglio della Storia italiana; un dettaglio del XX secolo. Di quel secolo breve descritto da Eric Hobsbawn nel suo saggio del 1994.

Verrà il momento in cui guardando al passato, di quegli anni forse ci sarà solo un accenno, delle vicende nell’ambito delle quali papà ha fatto le sue scelte forse neanche quello.

E sarà normale.

Tanto lo sappiamo, che l’essere umano ha creato da secoli i monumenti, le targhe, le lapidi, che intitola le vie, le piazze, le scuole: per marcare ciò che dovrà restare anche quando la Storia avrà schiacciato i tempi. Per mantenere accessibile a ogni presente anche ciò che è rimasto compresso dalla sintesi della Storia.

Accessibile, cioè disponibile per l’approfondimento anche se non “promosso” dall’attualità, dalla comunicazione del dibattito pubblico, dalla curiosità collettiva: così facilmente concentrata sul presente e con gli occhi che guardano al futuro.

Monumenti e “luoghi” intitolati sono lì: a svegliare una curiosità, a far incontrare una storia da approfondire anche se persa nei meandri della Storia dove, in un flusso inarrestabile, ciò che ha avuto fama è consegnato all’oblio.

L’oblio non è il negativo della memoria: è il processo di selezione della memoria, è consapevolezza del fatto che un evento è esistito e servito; esso ne tiene traccia, ma non lo richiama alla memoria.

Monumenti, lapidi e targhe, “luoghi” intitolati sono lì proprio a richiamare dall’oblio.

Arriverà il momento in cui la Storia schiaccerà ciò che oggi qui assieme stiamo ricordando. Sarà normale, ma non è questo il tempo che ci permette di immaginarlo.

Guardo Libera: Lucilla, Lorenzo, Don Luigi e “i ragazzi di Libera” che da anni organizzano questo appuntamento. Che sia un anniversario pieno  o meno, non cambia, che sia già stato celebrato quello stesso giorno in cerimonie partecipate e alla presenza delle più alte cariche dello Stato, non importa.

Alle 22 dell’11 luglio come una lapide, sotto questa lapide, con il Comune (che l’ha voluta) Libera promuove il ricordo: cioè richiama un fatto perché ci aiuti nelle nostre decisioni di persone di oggi. Perché questo vedo come fine, in una manifestazione che certamente ha anche una ragione di affetto e di gratitudine, ma che ha quel fine: guidare le coscienze dell’oggi. Esattamente come vogliono fare tanti docenti che propongono ai loro studenti l’esempio di vita di Giorgio Ambrosoli per formare le loro coscienze di persone e di cittadini.

Arriverà il momento in cui la Storia schiaccerà ciò che oggi qui assieme stiamo ricordando. Arriverà, ma non è questo il tempo che ci permette di immaginarlo perché questa storia è presente oggi nella testa e nel cuore di molti.

Alcuni che c’erano, altri che non erano e non potevano essere nemmeno un’idea ai tempi in cui papà ha fatto le sue scelte.

Le testimonianze sono sempre numerose e varie e hanno forme diverse: chi è ora qui presente, chi oggi si unisce a noi con vari strumenti e in sedi diverse (social, riviste online, giornali, ecc…), chi ha voluto (penso al Sindaco di Siena) in occasione del Palio del 2 luglio fare un momento di ricordo nella sua città.

O ancora portando una lettera, qui nella casa dove papà ha vissuto gli ultimi anni della sua vita. Una lettera che accompagnava un mazzo di fiori, una lettera indirizzata: “Stimatissimo Avv. Giorgio Ambrosoli (persona non più in vita)”.

Una lettera rivolta a lui “(persona non più in vita)” dal Signor Angelo. Una pagina scritta con ordinata grafia e che inizia con una sintesi degli intrighi che hanno condotto a morte papà.

E poi Angelo scrive: “Sulla scorta di quanto si è verificato, io non posso fare altro che esprimerle i miei più sentiti e sinceri complimenti e apprezzamenti per quanto lei ha fatto con grande senso del dovere e di responsabilità, impegno profuso fino alle sue estreme conseguenze, lasciato in pratica solo a cercare di dirimere questioni di carattere socio-politico-economico-finanziario. Uno dei tanti begli esempi di questo Paese conclusosi nel dramma umano che lo ha generato. La storia insegna! Concludendo, le formulo i miei auguri di buona continuazione nell’aldilà ed arrivederci a quando sarà la mia ora”.

Il dramma umano che ha generato il bisogno di un comportamento esemplare che ha tuttavia concretizzato un altro dramma umano…

Ieri sera, ho ricevuto un’email da un signore calabrese che mi ha voluto trasmettere quanto scritto da sua figlia Eleonora, studentessa del Politecnico di Milano.

Non so in quale contesto Eleonora abbia incontrato la testimonianza di vita di papà, né so attraverso quali strumenti la abbia approfondita, ma ne ha tratto questi versi:

“Quando t’addentri per una bufera

non è fren l’affanno, né ‘l passo stanco

ma quando ti volti, ch’è scesa la sera,

ferisce non aver nessuno a fianco

Può un uomo solo spezzare un sistema?

può un filo d’erba arrestar l’intemperie?

se non cedi al vento, il cielo intero trema

e per poco ne scopri le pulsanti arterie

La storia si ripete, e tal si ripropone,

ma di quell’un che gl’ingranaggi sfasa

par destinato il mondo a privazione

allor, contro chi t’ha fatto terra rasa,

ti canto, per speranza e convinzione,

e per quei bimbi che t’aspettavano a casa”.

Interessante, vero? Quella domanda: Può un uom solo spezzare il sistema?

E quell’immagine: Quell’un che gli ingranaggi sfasa.

Sono pensieri che non hanno tempo: da Davide contro Golia in poi. Sono aspirazione di una vita utile, e soprattutto di libertà.

Ecco, quando sarà arrivato il momento in cui la Storia avrà compresso tutto, dai suoi meandri sempre ci sarà modo di richiamare l’esempio di colui che ha dimostrato che una vita può spezzare un sistema, che gli ingranaggi di ciò che reputiamo ingiusto (anche se enorme, anche se inscalfibile) possono essere sfasati.

Che la libertà può essere difesa e affermata: con il proprio impegno.

Che la vita ha delle ragioni che possono guidarci.

Sempre.

* Pubblichiamo il testo dell’intervento pronunciato nel corso dell’iniziativa “Dal dolore all’orgoglio. In memoria di Giorgio Ambrosoli”, Milano 11/07/2022

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Milano 11/7, in memoria del sacrificio di Giorgio Ambrosoli

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