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“Amministratori sotto tiro: una minaccia ogni 20 ore”

Avviso Pubblico il . Criminalità, Dai territori, Istituzioni, Mafie, Politica, SIcurezza

Presentato questa mattina, alla presenza del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, l’undicesimo rapporto di Avviso Pubblico “Amministratori sotto tiro”

Fare l’amministratore pubblico in Italia, oltre che difficile, sta diventando sempre più pericoloso. Lo dimostra, ancora una volta, il report “Amministratori sotto Tiro” presentato questa mattina da Avviso Pubblico insieme al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.

Seppure i dati relativi al 2021 facciano registrare un calo nella numerosità degli eventi rispetto al 2020, la situazione resta preoccupante. Sono stati 438 gli atti intimidatori, di minaccia e violenza (-6% rispetto al 2020, quando furono 465) rivolti nel corso dell’anno 2021 contro sindaci, assessori, consiglieri comunali e municipali, amministratori regionali, dipendenti della Pubblica amministrazione, registrati da Avviso Pubblico in tutto il Paese.

Si registra un calo del numero dei Comuni interessati (-5%, da 280 a 265) ma c’è un dato al quale prestare particolarmente attenzione: il 20% dei 438 casi censiti nel 2021 sono avvenuti in Comuni che in un passato più o meno recente sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose, il dato più alto mai registrato nei Rapporti di Avviso Pubblico.

Questi atti intimidatori hanno coinvolto ben 57 Comuni, a conferma di quanto il rapporto tra mafia e politica, in particolare nel Mezzogiorno, sia un tema attuale sul quale la politica nazionale, i partiti e i movimenti, non possono concedersi distrazioni.

La Campania si conferma – ininterrottamente dal 2017 – la regione in cui sono state registrate il maggior numero di intimidazioni a livello nazionale, con 72 casi, pur facendo segnare un calo del 15% rispetto al 2020.

Seguono Sicilia e Calabria rispettivamente con 51 e 45 casi. Quest’ultima, dopo anni in calo, segna un aumento del 18% degli atti intimidatori emersi.

Quarto posto per la prima regione al di fuori del Mezzogiorno: la Lombardia (43) supera infatti la Puglia (41) per numero di casi censiti, confermandosi il territorio più colpito dell’area Centro-Nord.

Cresce in maniera sensibile il fenomeno in Veneto (39 casi, +30% sul 2020), mentre a chiudere le prime 10 posizioni ci sono il Lazio (26, in calo), il Piemonte (25, casi raddoppiati), la Toscana (20, stabile) e l’Emilia-Romagna (13, casi dimezzati rispetto al 2020).

Anche nel 2021 il territorio provinciale più colpito si conferma Napoli, con 45 casi. Seguono Reggio Calabria (20 casi), Cosenza (19). La prima provincia del Nord è Venezia (18), seguita da Milano, Torino e Salerno (17), Foggia (16), Roma e Palermo (13).

«I comuni sciolti, come vediamo dal Rapporto, sono terreno fertile per atti di intimidazione violenta. Questo deve essere oggetto di una riflessione, anche all’interno dell’Osservatorio ministeriale sugli atti intimidatori, per produrre una revisione dello strumento dello scioglimento e intervenire sulla dimensione della violenza che aggrava la fragilità democratica di quei territori colpiti da misure di scioglimento» ha dichiarato il Presidente di Avviso Pubblico, Roberto Montà in apertura del suo intervento.

«Il rapporto testimonia alcuni elementi di fragilità della democrazia che devono essere frutto di attenzione da parte delle istituzioni a tutti i livelli. E qui si inserisce il tema dell’astensionismo dilagante che registriamo in occasione delle Elezioni amministrative – ha continuato Montà – Una condizione determinata anche dal fatto che fare l’amministratore oggi è estremamente difficile. Un sindaco sa che ha una buona probabilità di essere oggetto di atti intimidatori. E questa di per sé è già una buona ragione che allontana dall’amministrazione della cosa pubblica».

«A questo si somma il tema dei social network, che ha una dimensione pericolosa perché colpisce l’ambito reputazionale, la credibilità personale e professionale dell’amministrazione. E di fatto scoraggia chi si vuole mettere al servizio della cosa pubblica. Meno persone quindi si impegnano, meno persone vanno a votare, più aumenta il rischio che i posti lasciati vuoti vengano occupati da elementi criminali che determinano poi la vita di tutti noi», ha concluso il Presidente Montà.

L’incontro si è concluso con l’intervento del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese che dopo aver ringraziato Avviso Pubblico per questa annuale occasione di confronto che dà seguito anche agli incontri avuti negli scorsi mesi con il tavolo dell’Osservatorio sugli Amministratori minacciati del ministero, ha dichiarato «Gli atti intimidatori contro gli amministratori locali sono la negazione dei principi democratici. Un atto intimidatorio a un amministratore locale non ha una sola vittima ma attenta al nostro vivere civile, alle nostre comunità, alla rappresentanza politica delle istituzioni. Il ricorso alla violenza intimidatrice è sempre da ripudiare, in ogni sua forma, e lo è tanto più quando essa pretende di condizionare la dialettica democratica andando a sostituirsi alle forme naturali di dialogo fra gli elettori e gli eletti, che sono innanzitutto il voto, ma anche gli strumenti di partecipazione e consultazione previsti da leggi, statuti e regolamenti».

«La complessità del fenomeno Amministratori sotto tiro può essere efficacemente affrontata solo con un’azione sinergica di tutte le istituzioni coinvolte» ha dichiarato la titolare del Viminale sottolineando che il ministero dell’Interno è in prima linea nella strategia di prevenzione e di contrasto al fenomeno.

«In conclusione credo di poter affermare – ha detto la Lamorgese – che sentiamo tutti la responsabilità di perseguire un comune obiettivo, ovvero restituire serenità a chi, specie nei comuni più piccoli, svolge un servizio fondamentale per la vita della propria comunità, ma non deve essere costretto a vivere quel servizio come un gesto di eroismo o di sacrificio ai limiti dell’autolesionismo. Allo stesso tempo, bisogna scongiurare il rischio che un clima di intimidazioni disincentivi la partecipazione e l’impegno pubblico dei cittadini, i quali invece devono poter mettere le loro competenze e il loro entusiasmo a disposizione della comunità, candidandosi a ruoli di amministrazione attiva senza che questo debba implicare ripercussioni insostenibili sulla propria vita personale o professionale».

«Non esitate a denunciare qualunque tentativo di intimidazione» ha concluso il ministro dell’Interno affermando che «la denuncia è la strada maestra per difendere voi ma anche la libertà di tutti noi».

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Avviso Pubblico

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