NEWS

I lunghi tentacoli della criminalità skipetara da decenni in affari con le mafie nostrane

Piero Innocenti il . Criminalità, Droga, Internazionale, L'analisi, Mafie, Società

È già da diversi anni che la magistratura e le forze di polizia italiane si sono resi conto dei seri pericoli che potevano venire dai gruppi criminali albanesi in “affari” con la criminalità di casa nostra.

Già nell’aprile 1997, Alessandro Pansa, allora direttore del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, in sede di audizione alla Commissione parlamentare Antimafia, dichiarava che la mafia albanese stava assumendo un ruolo preoccupante sul mercato mondiale degli stupefacenti ed in particolare con esportazioni sempre maggiori di marijuana, coprendo quasi interamente il mercato italiano di questa droga (che è di qualità ottima, quasi meglio di quella libanese).

Preoccupazioni che sono aumentate negli anni seguenti quando ci si è accorti che la criminalità albanese era entrata in “affari” anche con i narcos colombiani per l’importazione di un ingente quantitativo di cocaina (10 tonnellate) attraverso una fitta rete commerciale, gravitante intorno a intermediari greci e venezuelani.

I rapporti dei criminali albanesi con la mafia italiana erano già rilevanti ai tempi di Hoksa relativamente al traffico delle armi, della droga e delle auto rubate. Una volta caduto il regime comunista, i rapporti si sono semplicemente rafforzati e si sono diversificati i settori di interesse anche se i grossi profitti si ricavano sempre dalla droga, in particolare dalla cannabis la cui coltivazione in Albania ha avuto inizio nel ‘91/’92, sviluppandosi in poco tempo in una cinquantina di zone del paese.

Oggi non si contano più e l’economia di molte zone dipende dalla vendita di marijuana, in combutta con italiani e greci. In Italia, negli ultimi anni ne sono state introdotte decine di tonnellate e anche se il commercio con la Grecia è più facile, la costa adriatica, in tutto il suo sviluppo, richiama l’interesse albanese per gli alti prezzi di un mercato fiorente. Brindisi e Bari ne sono il perno.

Il coinvolgimento degli albanesi nel narcotraffico in Italia lo si può rilevare in particolare dai denunciati all’autorità giudiziaria: ben 9.509 (dati della DCSA) nel quinquennio 2016/2020 (il picco nel 2019, con 2.048), rappresentando la seconda nazionalità sul totale degli stranieri denunciati annualmente (i marocchini continuano ad essere leader nelle attività di traffico e spaccio).

Naturalmente, anche il commercio dell’eroina di provenienza turca interessa gli albanesi con la funzione prevalente di smistamento in Europa. Non risultano piantagioni di papavero da oppio mentre nel 1998 vennero individuati e distrutti quattro laboratori clandestini utilizzati nel processo di “taglio” della droga utilizzando i frutti della pianta Ricinus communis (opportunamente trattati venivano mescolati con l’eroina con il risultato di un prodotto di media qualità).

I criminali albanesi (la comunità albanese dei residenti in Italia, alla fine del 2021, era di 433.171 persone) fanno sentire la loro presenza anche in altri ambiti delinquenziali come emerge da alcuni dati riferiti al 2021 ed elaborati negli ultimi giorni dal Servizio Analisi Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza: su 262.305 segnalazioni inoltrate dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria nei confronti di stranieri per delitti vari (il 31,9% del totale delle persone denunciate ed arrestate su tutto il territorio nazionale), dopo i marocchini (33.865), in terza posizione troviamo gli albanesi (18.465, pari al 7,04% degli stranieri) confermatisi anche abili “predatori” in furti e rapine con 3.132 denunciati (nel 2020 erano stati 3.937) sul totale di 29.159 stranieri.

Sempre attuale, alla fine, l’analisi fatta dalla Direzione Investigativa Antimafia (DIA) alcuni anni fa che evidenziava nella criminalità organizzata albanese “caratteristiche di estrema dinamicità nella capacità organizzativa ed operativa” tanto da paragonarla alla ‘ndrangheta.

*****

Il Paese che ha generato quattro mafie, “allatta” anche quella albanese

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link