Libera affronta una nuova sfida: nasce ExtraLibera
Da un bene immobile confiscato ad incubatore di innovazione e sperimentazione multimediale di immagini, suoni, storie, per raccontare mafie e antimafia
A 26 anni di distanza dalla raccolta di firme per la legge 109/96 sull’uso sociale dei beni confiscati, Libera affronta una nuova sfida: nasce ExtraLibera.
Progettazione e realizzazione in un bene confiscato di un percorso multimediale di immagini, suoni, storie, documenti per raccontare corruzione, mafie e antimafia.
Un’esperienza sensoriale, un viaggio interattivo nella memoria che permetterà al visitatore di consultare il primo archivio nazionale e internazionale sui temi della lotta alle mafie e alla corruzione e sull’intero movimento antimafia. Libri, foto, video, audio e altre forme d’arte che raccontano un pezzo di storia collettiva del nostro Paese, e che devono diventare una ricchezza condivisa da cui attingere.
ExtraLibera vuole essere un luogo polifunzionale, innovativo e sperimentale, che si rivolge a un’utenza trasversale: dal pubblico che per la prima volta si avvicina a questi temi, fino ai ricercatori, che in questo luogo possono disporre di un patrimonio al quale attingere e che a loro volta potranno contribuire a far crescere. La documentazione sarà anche in rete con altre banche dati tematiche internazionali e istituzionali e consentirà un accesso a livelli distinti tra coloro che si vorranno collegare da casa e coloro che raggiungeranno fisicamente lo spazio.
Per fare memoria 365 giorni l’anno. Memoria come strumento d’impegno e di responsabilità per seminare una nuova speranza
Il luogo e la sua storia
Da un bene immobile confiscato una nuova opportunità per il Paese. L’assegnazione di un bene immobile confiscato, un ex cinema nei pressi di Piazza Bologna (II municipio), a Roma, progettato negli anni Quaranta dall’architetto Morandi.
L’edificio nasce tra gli anni 1947 – 49 grazie al progetto, uno dei primi a Roma, dell’Ing. Riccardo Morandi. A Roma, in quegli anni, verranno realizzate da Morandi molte altre strutture dedicate al Cinema. La sala nasce all’interno di una palazzina residenziale durante la costruzione del quartiere nelle vicinanze di Piazza Bologna. Il vecchio cinema era dotato al suo interno di una grande platea e di una galleria per circa 1000 posti a sedere. Sulla copertura dell’edificio furono realizzati da Morandi quattro lucernari a sezione piramidale che davano luce e areazione al locale sottostante.
Il cinema alla fine degli anni Novanta venne chiuso e nel piano di ristrutturazione promosso da Comune di Roma per le sale chiuse (anno 2000) gli venne data, sulla base del vincolo “Altra destinazione d’uso”, la possibilità di essere trasformato in Sala Bingo. Un allestimento che ha nascosto l’originale galleria del cinema sotto un nuovo solaio costruito per la sala Bingo. Nel 2014 la sala Bingo fu confiscata nell’ambito di un’operazione per bancarotta fraudolenta.
Un bene, che per le dimensioni strutturali, la facilità di collegamento con tutto il territorio romano e laziale, permetterà di raggiungere un pubblico molto ampio e di accogliere all’interno scolaresche, studenti universitari, ricercatori, cittadini, turisti. L’immobile confiscato è di circa 700 mq, distribuito su due piani e con un cortile interno.
Per conformità, la grande sala che ospitava un tempo lo schermo cinematografico, sarà dedicata alla realizzazione del percorso multimediale interattivo e a uno spazio d’incontro a disposizione delle associazioni del territorio e della rete di Libera. Nel piano superiore, invece, un tempo riservato alla galleria, troveranno spazio gli uffici della sede nazionale di Libera e il centro di documentazione internazionale su mafie e antimafie, corruzione e anticorruzione.
In data 28 ottobre 2020 è stata emessa la sentenza della Corte di Cassazione, che ha confermato il procedimento di confisca dell’immobile, chiudendo così l’iter giuridico del bene immobile; il 28 maggio 2021, dopo un bando pubblico, c’è stata la consegna delle chiavi a Libera, da parte della Regione Lazio.
ExtraLibera, il progetto
Il percorso multimediale
Attraverso un “viaggio” in uno spazio polifunzionale, innovativo e sperimentale ci si rivolgerà a un’utenza trasversale: dal pubblico che per la prima volta si avvicina a questi temi, accompagnato e facilitato da installazioni digitali interattive, immagini e filmati, a un pubblico informato, di volontari e studiosi.
Le installazioni avranno lo scopo di favorire l’interazione e portare il visitatore ad agire in prima persona, mettendosi in gioco attraverso un gesto attivo. Ciascuno verrà dotato di un particolare device, utile ad azionare le diverse parti del percorso; l’esperienza potrà poi proseguire sul proprio telefono una volta a casa, collegandosi a un’apposita app.
Lo spazio si articola in tre sale alle quali si accede dopo aver superato una hall di ingresso. Questo spazio ricavato al centro delle sale servirà per fornire ai visitatori dei primi elementi di conoscenza sui fenomeni di mafie e corruzione, attraverso atlanti, serie storiche e mappe, il cui senso sarà restituito grazie a video-interviste a studiosi, magistrati, giornalisti, esperti. Ci sarà un incontro che permetterà di personalizzare l’esperienza: l’utente, infatti, dovrà scegliere il nome di una vittima innocente delle mafie per essere “accompagnato” lungo tutto il percorso, a cui sarà associata un’area tematica diversa.
Dalle ecomafie, alla diffusione della criminalità organizzata nel mondo, dalla corruzione al riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati. Il racconto si snoderà, quindi, a partire dalla singola storia per allargare lo sguardo e fornire gli strumenti per comprendere quanto questi fenomeni criminali abbiano un impatto sull’economia, la vita sociale e democratica del Paese e come la loro diffusione sia un problema che riguarda tutte e tutti. Ma anche come ciascuno sia chiamato a fare la propria parte. I tre spazi nei quali è divisa l’esperienza sono incentrati sui processi di consapevolezza, responsabilità e azione e sfruttano ambientazioni architettoniche e tecnologie interattive per raccontare e far percepire sensorialmente le storie.
L’obiettivo sarà quello di attivare nel visitatore un crescendo di conoscenza e di riflessioni, con le conseguenti reazioni intellettive ed emotive, che portino il singolo a comprendere la necessità di diventare protagonista di un cambiamento, a partire dal proprio quotidiano.
La hall di ingresso. Ricavata nello spazio centrale del percorso, è caratterizzata dalla presenza sulle pareti di una grande quantità di mega schermi, che avranno l’obiettivo specifico di dare inizio all’esperienza immersiva e tracciare la complessità dei fenomeni che si andranno ad affrontare.
Una delle idee che Libera ha sviluppato insieme al team di progettisti è quella di far pronunciare a ognuno dei visitatori il nome di una delle vittime innocenti delle mafie: una costante di ogni 21 marzo per Libera, giornata nazionale dedicata alla memoria e all’impegno per le vittime innocenti di tutte le mafie. Leggere un nome vuol dire ricordare, vuol dire memoria, vuol dire restituire vita, ma vuol dire anche monito, assunzione di impegno, coinvolgimento in prima persona. I nomi ripetuti e quindi registrati, in questo caso non solo attivano il percorso di visita, ma vanno a costituire una sorta di archivio di voci, un coro polifonico del ricordo. Siamo abituati a vedere nomi di persone che non ci sono più incisi sulla pietra e sul marmo, nei monumenti e sulle lapidi, ma il nome detto, ripetuto, sussurrato o gridato, ha il valore aggiunto di essere costituito da materia viva, suono, emozione. Quel nome detto, registrato oltre che letto, è come un passaggio di testimone.
L’ambientazione architettonica cordiale di tutta la hall di ingresso creerà un’atmosfera che invita allo scambio di parole e di sensazioni tra i diversi visitatori; ogni installazione non trascurerà la parte sensoriale dell’arredamento, del pavimento e delle luci, calde e accoglienti. I tre principali schermi tematici, strumenti pensati soprattutto per scolaresche di diverso ordine e grado, offriranno una panoramica sul tema delle mafie e dell’antimafia sociale e istituzionale; le installazioni saranno aggiornate periodicamente e seguiranno gli ambiti tematici che Libera individuerà come prioritari. Un filo rosso che stimolerà poi anche l’approfondimento attraverso il centro di documentazione.
Il primo schermo ad accogliere il visitatore sarà dedicato a tracciare una definizione del complesso mondo delle mafie e della corruzione. Magistrati, esperti, accademici e testimoni privilegiati racconteranno con brevi flash “Cosa sono le mafie” oggi, quali sono gli ambiti delle loro attività illecite, ma soprattutto quali risposte si sono costruite con tutta la comunità. Lo schermo dedicato a “I numeri” sarà una sintesi infografica dei dati più importanti sulle organizzazioni criminali e non solo; ci saranno i report sui beni confiscati e sul riutilizzo sociale, i numeri della memoria raccolti dal sito vivi.libera.it per la categorizzazione delle vittime innocenti in base a diversi criteri; i dati sui grandi traffici internazionali e sulle più importanti inchieste giornalistiche di questi anni.
L’installazione finale “Il bollettino”, infine, sarà realizzato in collaborazione con il progetto editoriale “Lavialibera”: approfondimenti, brevi webdoc, immagini animate e video interviste racconteranno l’attualità e il futuro, daranno spazio alla voce dei più giovani e alle reti internazionali di Libera. Compiuto questo primo sguardo d’insieme, inizia il percorso immersivo per il visitatore.
Ancora tre saranno le installazioni che delineeranno la scelta della vittima innocente da parte di chi sta compiendo la visita, rispettando in pieno la storia di Libera e i suoi valori fondamentali:
1. La Memoria dei Vivi. Sono i volti delle vittime innocenti delle mafie, nelle immagini e nelle foto che Libera ha raccolto in questi 26 anni di vicinanza ai loro familiari. Un flusso costante di ritratti, che si alternano – in proiezione – all’interno di cornici dedicate. Ogni cornice è diversa dall’altra come diverse sono le storie umane che inquadrano, ma tutte hanno un micro LED che pulsa, come un respiro. Gradualmente, si partirà con un bagaglio di oltre 40 storie, per arrivare, successivamente, a mettere a disposizione dell’utente tutti i 1038 nomi che Libera legge ogni anno durante la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di tutte le mafie.
2. I Fiori dell’Impegno. Al centro della sala c’è un tavolo luminoso, su cui si intravede una mappa dell’Italia. Su di essa viene proiettato un continuo flusso di fiori che sbocciano, in grafica animata. Ogni fiore, non appena sarà toccato, si aprirà mostrando un breve video, che racconterà l’esperienza di rigenerazione.
3. Le scelte di corresponsabilità. Sul fondo della hall una parete attrarrà l’attenzione del visitatore: su di essa, infatti, alcuni nomi scorreranno in un flusso incessante. Di fronte alla parete è posto un microfono con un LED che pulsa. Avvicinando il testimone alla parete la voce in cuffia guiderà il visitatore verso il nome della vittima scelto, in un’ottica di corresponsabilità. A quel punto, lo schermo mostrerà il volto della storia scelta e inizierà il percorso nelle tre sale successive.
Sala 1 Lo spazio della consapevolezza
Aiuterà il visitatore a focalizzare la sua visita sulla storia scelta e individuare, tra forti stimoli visivi, le informazioni sul personaggio con il quale proseguirà il percorso.
L’obiettivo è di stimolare il singolo a isolarsi dal flusso continuo e irrazionale di informazioni a cui si è sottoposti quotidianamente, per cercare di capire e conoscere la cause profonde del fenomeno mafioso.
Sala 2 Lo spazio della responsabilità
Coinvolgerà il visitatore soprattutto a livello umano ed emotivo.
L’impatto iniziale sarà quello dell’assoluto silenzio, senza punti di riferimento spaziali ben definiti, per dare maggiore impatto all’esercizio di riflessione. Attraverso l’ascolto di testimoni privilegiati, come i familiari delle vittime innocenti delle mafie e coloro che hanno vissuto da vicino la storia del personaggio scelto, si entrerà nella vicenda specifica dal punto di vista più intimo, più quotidiano.
L’obiettivo sarà quello di stabilire una profonda connessione tra il visitatore e la persona, tale da rendere il passaggio nella terza sala decisivo per le scelte future di ognuno di noi.
Sala 3 Lo spazio dell’azione
Permetterà al visitatore di confrontarsi con le esperienze positive che sono state costruite in Italia e non solo.
L’allestimento della sala, che richiamerà un ambiente naturale e con dei rimandi quotidiani, ha l’obiettivo di riportare i visitatori verso la consapevolezza dell’importanza delle loro azioni. Le immagini che saranno proiettate sulle diverse superfici della sala, rimandano all’importanza e alla bellezza del fare, del costruire appunto, in antitesi alla distruzione che comportano e diffondono l’illegalità e la corruzione.
La suggestione, fondamentale, è in questo modo quella di far percepire come integrato e coeso il fare dell’uomo con il contesto ambientale e naturale nel quale viviamo, e le cui endemiche sofferenze sono il risultato dello stesso meccanismo violento e malavitoso di cui abbiamo preso coscienza negli spazi precedenti.
L’obiettivo di questo spazio è quello di far conoscere il lavoro di memoria “viva” dei presidi territoriali di Libera, dei “frutti dell’impegno” realizzati attraverso il riutilizzo sociale dei beni confiscati e il loro legame con la storia della vittima cui sono dedicati; rappresentare il bene che può scaturire dal male; il bello che prevale sul brutto e invogliare lo spettatore all’azione attraverso il racconto in prima persona di chi si è fatto carico di un nome per intestargli una attività, un bene, un prodotto.
Incubatore di innovazione e sperimentazione
L’intero percorso di visita è pensato per offrire un’esperienza il più personalizzata possibile al visitatore, attraverso contenuti in grado di “adattarsi” alle specificità di chi li guarda.
Caratteristiche come età o nazionalità, o particolari condizioni di disabilità saranno infatti raccolte all’ingresso e memorizzate all’interno di un dispositivo contenente un microchip (un dispositivo NFC), indossato il quale si potrà essere “riconosciuti” dalle varie stazioni del percorso. Si potrà, così, memorizzare l’intero percorso di visita effettuato, per poterlo rivivere in qualunque momento, anche da casa, attraverso una apposita app dedicata.
La stessa tecnologia permetterà inoltre una forte sistematizzazione dei contenuti. Il visitatore infatti potrà scegliere quale tematica approfondire durante il percorso, e automaticamente le varie installazioni si adatteranno veicolando contributi relativi al tema prescelto, rendendo così l’esperienza di visita sarà sempre nuova e stimolante. I contenuti del percorso multimediale saranno per la quasi totalità audio-visivi, ma in un’epoca in cui siamo circondati e continuamente iperstimolati da schermi di tutti i tipi, a partire dal nostro smartphone, riteniamo fondamentale offrire allo spettatore un’esperienza diversa e irripetibile. Innovazione e sperimentazione.
Per questo, le varie stazioni saranno concepite come vere e proprie installazioni artistiche e immersive, in cui schermi, proiezioni in videomapping, ambientazioni sonore e superfici tattili saranno integrate in maniera non scontata, per realizzare spazi sensoriali e interattivi al miglior servizio possibile delle storie raccontate.
Da cinema a luogo di documentazione e studio
Il viaggio multimediale polifunzionale sarà affiancato dal centro di documentazione, uno spazio che vuole mettere a sistema la diversa documentazione testuale, visiva e audiovisiva esistente sul tema delle mafie e della corruzione: basti pensare che le narrazioni sulla complessità prismatica delle mafie hanno dato origine, tra il 1948 e il 2018, a 3446 monografie e 334 film; senza dimenticare che dal 1998 ad oggi sono andate in onda oltre 100 fiction dedicate a questi temi.
Il centro si propone di fornire gli strumenti conoscitivi adatti per un pubblico informato come ricercatori e tesisti che in questo luogo potranno disporre di un patrimonio di ricerca dal quale attingere e che a loro volta potranno contribuire a far crescere con i propri contributi. Ma allo stesso tempo vuole essere un luogo di approfondimento per, quanti una volta terminato il percorso, vogliano continuare a informarsi.
La documentazione sarà anche in rete con altre banche dati tematiche internazionali e istituzionali e consentirà un accesso a livelli distinti tra coloro che si vorranno collegare da casa e coloro che raggiungeranno fisicamente lo spazio. La sfida a cui è chiamata la comunità accademica e il mondo della cittadinanza attiva è quella di dare una chiave di lettura nuova a questo materiale, rendendolo in grado di stimolare nuovo impegno e nuove elaborazioni.
Con il supporto costante dell’ufficio legale della nostra associazione, saranno raccolte le sentenze più importanti e le costituzioni di Libera come parte civile nei processi per mafia e corruzione, per raccontare una storia diversa dell’Italia, un Paese che ha reagito al potere dei mafiosi e dei corrotti.
Libera conta, inoltre, una rete di oltre cento docenti e ricercatori universitari attivi su questi temi e vicini alle nostre attività; sarà un gruppo di lavoro stabile, che contribuirà a far crescere l’archivio scientifico del centro di documentazione e individuerà degli ambiti di ricerca inediti.
Propedeutica alla progettazione del centro di documentazione, ci sarà una call to action rivolta alle associazioni delle rete territoriale e internazionale di Libera, per la raccolta del materiale in – formale e formale prodotto in questi anni sul tema della lotta alle mafie e alla corruzione e sulla nascita del movimento di antimafia sociale.
Un ruolo importante all’interno del centro sarà svolto dal nuovo progetto editoriale di Libera, “Lavialibera”, nato dall’esperienza ventennale di Narcomafie, che metterà a disposizione la sua piattaforma web di informazione e le pagine del bimestrale cartaceo.
Coraggio, Cultura e Conoscenza nel contrasto alla povertà educativa minorile
Sin dalle origini, l’impegno di Libera nel contrasto alla criminalità organizzata e alla corruzione ha messo al centro il ruolo della formazione civile, nella convinzione che non può esserci lotta alle mafie e corruzione se non si guarda alla scuola e più in generale ai luoghi dove si produce cultura e conoscenza, dove tutti i giorni giovani studenti e studentesse sperimentano le relazioni, le difficoltà, le soddisfazioni e le paure. Dove imparano a crescere e diventare cittadini responsabili.
È evidente che nel contrasto alla povertà educativa c’è bisogno non solo di un maggiore impegno ma di un nuovo paradigma, preso atto che un paradigma non è uno “schema” ma una sintesi sempre aperta e mobile di un modo d’essere e di vivere l’impegno, dettato da nuove e più profonde consapevolezze.
ExtraLibera è un luogo di esperienza, di ricerca e scoperta. Un luogo di cultura e conoscenza dove rifondare il patto educativo tra scuola, famiglie e territorio, in una risposta integrata capace di essere argine alla proposta mafiosa. E dove metterci coraggio. Coraggio deriva da “cor habeo”, vuol dire “avere cuore”. Un coraggio educativo nel faccia a faccia con le persone, con le loro storie, anche se talvolta difficili e scomode.
ExtraLibera è un luogo polifunzionale, innovativo e sperimentale, un caleidoscopio di voci, immagini e suoni che si rivolge a un’utenza trasversale con particolare attenzione alla platea studentesca e giovanile. Un luogo di cultura dove l’educazione diventa progetto corale. Non si educa da soli e non ci si educa da soli. Ci si educa insieme, si stabilisce insieme delle regole, insieme ci si assume delle responsabilità. Insieme è la parola chiave dell’educare.
ExtraLibera vuole essere un punto di riferimento per le azioni formative verso gli studenti e le studentesse: un percorso interattivo he li guiderà nella storia del nostro Paese degli ultimi trent’anni, attraverso le storie delle battaglie associative e di tutte quelle vittime innocenti delle mafie che Libera ha raccolto in tanti anni di ricerche. Un’attenzione particolare darà rivolta ragazzi e ragazze della fascia età 11-17 anni con strumenti pedagogici e didattici specifici e con l’utilizzo di nuovi canali comunicativi attraverso la sperimentazione di una varietà di linguaggi, alcuni più immediati, esteticamente più accattivanti, che necessitano di competenze e capacità culturali e di immaginazione per poter essere utilizzati. I dati sulla dispersione scolastica presentano un quadro a tinte fosche. In Italia i dati più recenti sono stati pubblicati a giugno 2021 da ISTAT. Dal report emerge che in Italia nel 2020 la quota di ELET (early leaving of education and training) ovvero i giovani che abbandonano pre – maturamente i percorsi di istruzione e formazione, è stimata al 13,1%, pari a 543 mila giovani, a fronte di una media UE, che per il 2020 si attesta al 9,9% (l’Italia è il quarto stato europeo per incidenza del fenomeno).
ExtraLibera vuole essere un luogo attraverso il quale andare incontro ai ragazzi, per coinvolgerli nella conoscenza interattiva delle mafie, della corruzione e dell’antimafia, attraverso dei testimoni innocenti, che li accompagneranno in un percorso multimediale e immersivo tra le attuali forme di presenze criminali sui territori, per aiutarli a riconoscere la pervasività di questi fenomeni. Ma è anche un luogo da progettare insieme, perché in continua evoluzione, in cui cogliere i loro riscontri e trasformarli in nuovi moduli formativi, in nuovi stimoli, attraverso nuovi strumenti accessibili.
ExtraLibera si rivolge anche ai docenti e agli educatori, attraverso moduli educativi che possano offrire loro strumenti e metodologie utili a cogliere il nesso con la contemporaneità di quel che accade oggi nei territori e negli spazi che abitiamo quotidianamente, convinti che gli strumenti educativi messi a disposizione debbano essere alla portata di tutte e tutti per generare percorsi di inclusione. Alcuni di questi strumenti saranno utilizzabili prima della visita, attraverso il portale del centro, e dopo la visita, come proseguimento del viaggio. Nella progettazione del percorso e degli strumenti di fruizione, saranno tenuti in considerazione anche gli obiettivi formativi previsti dalla legge 92\2019 che ha reintrodotto l’educazione civica nel curriculum scolastico. Il percorso interattivo, inoltre, sarà fruibile anche in lingua inglese, per poter accompagnare studentesse e studenti, cittadine e cittadini di altre nazionalità, e far loro conoscere il mondo della lotta alle mafie e alla corruzione, attraverso una percezione che superi i diffusi stereotipi mediatici.
Non solo luogo di formazione
ExtraLibera come luogo di crescita e di relazioni, spazio di riferimenti, opportunità, progetti, proposte, da vivere e non da subire, come tesoro e tessera preziosa del mosaico della comunità educante. Uno spazio di condivisione e corresponsabilità. La pervasività della cultura mafiosa, nel suo farsi dispositivo educativo, impone di portare avanti un’azione decostruttiva, capace di generare un’alternativa fondata sul principio di bene comune, avversa alla logica privatistica e accumulatrice delle mafie e di costituirsi anch’essa come dispositivo educativo narrativo, luogo di ricerca, esperienza, testimonianza, scambio di saperi e formazione identitaria.
ExtraLibera vuole costituire anche uno spazio aggregativo leggero, capace di conciliare i nuovi linguaggi on line con la convivialità off line, il digitale con l’analogico, gli schermi 12 con gli sguardi. Le ragazze e i ragazzi, le insegnanti e gli insegnanti, le famiglie, gli abitanti del quartiere, i turisti: tutti possono sentirsi parte di un percorso comune che ha in ExtraLibera il suo centro aggregativo, partendo dalle risorse, dai desideri e dalle capacità creative della comunità. Un luogo in cui impegnarsi in modo collettivo, che possa spingere fuori dal proprio ‘nido’.
Infatti, un fenomeno preoccupante che appare con sempre maggior diffusione è quello degli adolescenti che si ritirano, secondo la definizione giapponese Hikikomori. Giovani che attivano una forma di rifiuto, di suicidio sociale, che sostituisce la fase che invece dovrebbe essere di ‘debutto’. Fenomeno complementari e paralleli sono legati all’attacco al sé, come panico, ansie, self cutting, in alcuni casi provocazioni verso il mondo esterno, verso il mondo adulto. Si stima che siano attorno alle 120.000 le giovani vite imbrigliate in queste forme di disagio, che talvolta trovano sfogo in vivere vite parallele costruite nel virtuale. A disposizione di tutti ci sarà una sala conferenza e uno spazio coworking per poter programmare attività di approfondimento e di animazione.
Grazie all’archivio di materiali e di sentenze giudiziarie che Libera riuscirà a raccogliere attraverso una call to action, sarà possibile attivare dei tavoli di lavoro e dei workshop tematici per sviluppare nuovi filoni di ricerca e delle proposte di azioni legislative e scientifiche. È l’esperienza dello stare insieme che rende formativo tutto il processo: insegna attraverso esperienze e conoscenze, permette di costruire e ricostruire collettivamente il sapere. Insieme si impara la collaborazione e l’etica nel comportamento in comunità, i ruoli, le responsabilità, le regole.
ExtraLibera è il nostro modo per esserci oltre i curricula, l’orario scolastico e gli spazi definiti, ibridando la propria azione con quella di altri soggetti sociali e diventando un punto di riferimento anagraficamente trasversale, che parte dalla vita quotidiana dei giovani per arrivare agli adulti, nella consapevolezza che il contrasto alle organizzazioni criminali oltre che repressivo dev’essere sociale, educativo e culturale.
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