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I mass media e la rappresentazione della criminalità

Piero Innocenti il . Criminalità, Forze dell'Ordine, Istituzioni, Politica, SIcurezza, Società

Sulla percezione della sicurezza, che sarebbe spesso influenzata dal modo in cui i mass media rappresentano il tema della criminalità, è tornato a parlare, nei giorni scorsi, lo stesso Ministro dell’Interno che, a Milano, ha presieduto il Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato dopo alcuni gravi episodi di violenza sessuale accaduti nella zona della Stazione ferroviaria Centrale.

Piantedosi ha, così, parlato della esigenza di dare “una giusta interpretazione dei fenomeni” sottolineando il calo dei reati predatori denunciati nei primi quattro mesi dell’anno nella zona indicata e  che, nella città, non “esiste un’emergenza sicurezza, come in Italia, ma esiste, invece, un tema sicurezza (..) e un problema di percezione e di importanza che si dà giustamente a determinati reati come appunto la violenza sessuale”.

Ed ancora sulla percezione di insicurezza dei cittadini è tornato il Ministro dell’Interno in una intervista sul quotidiano Libero del 15 maggio ritenendola un “tema fondamentale”.

È la tendenza, che si va rilevando da un po’ di tempo a questa parte, di rimarcare più la percezione della sicurezza che hanno i cittadini che la dimensione reale della criminalità, ipotizzando anche che la mole di notizie con le quali entriamo in contatto ogni giorno “può deformare la nostra idea di realtà, esagerando il sentimento di empatia verso le stesse o, al contrario, sviluppando una sorta di abitudine e indifferenza” (dallo studio sulla “La criminalità tra realtà e percezione”, maggio 2023, condotto dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza in collaborazione con EURISPES).

Se non che, la diminuzione dei dati riguardanti i delitti denunciati non va presa per “oro colato”, come vado ripetendo da tempo, perché i delitti commessi sono di più, in quanto, per vari motivi (indicati nello studio suindicato), molti cittadini, spesso, non vanno più a denunciare i reati di cui sono vittime (nello studio indicato è emerso come il 56% dei cittadini ha scelto di non denunciare il reato subito).

Gli organi di informazione fanno il loro lavoro che è quello di segnalare anche i tanti fatti di delinquenza che si verificano diffusamente e quotidianamente, alcuni davvero molto gravi, e le paure che, comprensibilmente, accompagnano i cittadini.

In una recente indagine sul territorio nazionale (sempre a cura del Dipartimento della Pubblica Sicurezza in collaborazione con EURISPES) che ha coinvolto 1.026 persone, sui temi della criminalità e della sicurezza, queste hanno reputato (il 21,2%) la città in cui vivono poco sicura, il 5,4% per niente sicura, a fronte, comunque, di un 52% che ha affermato di vivere in un luogo abbastanza sicuro.

Riguardo, poi, alla opinione sul modo in cui i mass media rappresentano il problema della criminalità, per il 27,9% del campione intervistato la narrazione è realistica, per il 26,1% è addirittura meno grave rispetto alla realtà e per il 21% è allarmistica, mentre il 25% non sa o preferisce non rispondere.

Il tema della sicurezza continua, dunque, ad occupare buona parte dello spazio mediatico, grazie al quale sono stati guardati con maggiore consapevolezza alcuni fenomeni delinquenziali che restavano “sommersi”.

Si pensi, ad esempio, al fenomeno inaccettabile, spesso in passato non denunciato e non punito, delle molestie sessuali (quelle più comuni sono quelle verbali, volgarità ed allusioni). Lo studio innanzi citato ha evidenziato che a più di un intervistato su dieci è capitato di essere vittima di molestie sessuali, un dato allarmante se si considera che questo tipo di abusi (le donne sono l’obiettivo più frequente) tende ad essere sottostimato per la reticenza delle vittime a parlare di sgradevoli episodi, causa di turbamento anche a distanza di tempo.

Una maggiore conoscenza dei fenomeni criminali, resa possibile dagli organi di informazione, è indispensabile per elaborare strategie di prevenzione e di contrasto ed elevare gli standard di sicurezza, ferma restando l’esigenza prioritaria di rafforzare il dispiegamento delle forze di polizia (per le quali sono assolutamente necessari arruolamenti annuali straordinari), senza dimenticare di garantire la certezza della pena con una legislazione penale-processuale da rimodulare in diversi punti.

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La criminalità tra realtà e percezione

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