Processo Penale Telematico: un’occasione sprecata?
Per una giustizia più veloce ed efficiente serve la digitalizzazione dei processi.
Ecco perché l’entrata in vigore del processo penale telematico è un punto di partenza indispensabile alla corsa per lo svecchiamento e snellimento del processo. Ma anche in questo caso, il Governo ha perso una occasione per rendere realtà l’informatizzazione. Occasione che, purtroppo, hanno perso soprattutto i cittadini utenti della giustizia.
È previsto, infatti, che dal 1° gennaio 2024 entrerà in vigore il processo penale telematico, obbligatorio nella fase fino all’udienza preliminare: un passaggio fondamentale che andava affrontato con il tempo e gli strumenti necessari a renderlo funzionale e fruibile da tutti gli operatori, senza demotivare chi davvero crede nella giustizia telematica.
Ed invece la sperimentazione è cominciata solo lo scorso 30 ottobre ed in solo undici uffici giudiziari, per tutti gli altri comincerà 24 novembre, poco più di un mese prima (Natale compreso) dell’entrata a regime del PPT.
Poco tempo, scarsa preparazione, minima, se non assente, formazione!
La sperimentazione in corso ha già permesso di constatare numerose criticità dell’applicativo ministeriale. Per esempio, ad oggi, gli atti dei singoli procedimenti risultano visibili non solo al titolare, ma a tutti i magistrati dell’ufficio.
Non vi è modo di individuare in prima battuta gli atti urgenti, come i sequestri e gli arresti da convalidare.
Non è stato possibile, ad oggi, inviare gli atti dei procedimenti dall’ufficio del PM a quello del GIP, vanificando così l’intento acceleratorio della misura.
Molti uffici segnalano la mancata o insufficiente assistenza alla sperimentazione da parte dei tecnici ministeriali, neppure su aspetti cruciali quali le modalità di installazione ed i parametri di configurazione per i vari utenti.
L’adozione di un programma inidoneo a gestire la delicatissima fase delle indagini preliminari rischia non solo di avere gravissime conseguenze sull’esercizio dell’attività giurisdizionale, ma di cagionare una vera e propria crisi di rigetto dell’informatica giudiziaria negli operatori del diritto chiamati ad utilizzarlo.
Siamo fermamente convinti della indispensabilità dell’informatizzazione dell’intera giustizia penale, e proprio per questo ci auspichiamo che sia evitata l’introduzione non adeguatamente sperimentata di un sistema di gestione che otterrebbe l’effetto, contrario e non sperato, di un drammatico arretramento nella modernizzazione di tutto il sistema giustizia.
Il Coordinamento nazionale di Area Democratica per la Giustizia
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