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“Può esserci il governo dietro l’esposto del Dis. Stato di diritto a rischio”

Giuseppe Legato il . Costituzione, Diritti, Giustizia, Istituzioni, Politica, SIcurezza

L’ex magistrato: “Contro Lo Voi una guerra. Così si demolisce il rispetto verso i magistrati”.

Dice – andando dritto al cuore della questione – che «non è arbitraria» l’ipotesi che dietro l’esposto al capo dei pm di Roma annunciato dall’intelligence «ci possa essere Palazzo Chigi».

Ricorda di non essere «un fan di Lo Voi». E i motivi affondano a cavallo del secolo scorso in una delle pagine più buie della storia della magistratura, quando la politica si sostituì al Csm e con una leggina ad hoc sbarrò a Gian Carlo Caselli la strada verso la procura nazionale antimafia. Ma di fronte a quanto sta avvenendo attorno al Procuratore di Roma, «assediato» da iniziative, denunce e polemiche come in una tempesta perfetta e pure sconosciuta – va detto – fino al minuto prima che decidesse di iscrivere la premier e due suoi ministri nel registro degli indagati sul caso del torturatore libico «non c’è scelta – dice Caselli – sto con Lo Voi».

Dottor Caselli, perché difende a oltranza il procuratore di Roma?

«Lo Voi è colui che per il caso del torturatore libico Almasri ha iscritto nel registro degli indagati Meloni, Mantovano, Nordio e Piantedosi in base a un esposto dell’avvocato Li Gotti. Dopo questo atto, gli attacchi contro di lui (gogne mediatiche e richiesta di provvedimenti disciplinari al Csm) sono stati incessanti. La stessa premier Meloni aveva cominciato irridendo Lo Voi come colui che aveva aperto il fallimentare processo contro Salvini per sequestro di persona».

Questa lunga premessa di fatti per dire che…

«Che mi pare che il Governo abbia deciso di dichiarare a Lo Voi qualcosa come una guerra senza esclusione di colpi. E ciò nell’ambito di una quotidiana aggressione alle toghe che osano prendere decisioni che non piacciono al Governo»

Dica la verità: quanto è rimasto del rispetto istituzionale tra poteri dello Stato?

«Quello che so è che si sta sempre più demolendo il rispetto dovuto in ogni ordinamento democratico alla magistratura e alla sua indipendenza. Tutti quei magistrati che prendono una decisione che non piace al Governo devono mettere in conto di dover subire duri attacchi come nemici della nazione».

A che punto siamo arrivati e cosa ci dobbiamo ancora aspettare?

“A mio avviso siamo a un punto assai pericoloso per la tenuta dello stato di diritto».

Senza precedenti?

«Del tutto inedita, senza precedenti sì”.

Vede una regia?

«Il DIS ha presentato un esposto a Perugia per verificare se la procura di Roma abbia violato la legge sui servizi: non adottando le cautele necessarie a evitare l’indebita diffusione del documento, di cui la normativa prevede solo che sia visionato dalle parti, senza ottenerne copia».

E poco prima il sottosegretario Mantovano si era lamentato davanti al Copasir…

«Segue l’esposto contro Lo Voi, e non sembra arbitraria l’ipotesi che possa essere stato discusso a Palazzo Chigi».

Ma l’esposto contro la procura di Lo Voi a Perugia lo presenta l’ufficio che coordina gli organi di intelligence. Come la mettiamo?

«Di fatto questo ufficio dell’intelligence dà l’impressione di muoversi all’interno di un “gioco” contro la magistratura che avrà come sbocco la separazione delle carriere, con sicure ricadute negative sulla indipendenza della magistratura e sul principio di legalità secondo cui la legge è uguale per tutti».

Sembra un mondo all’incontrario. Lei difende Lo Voi ed esprime un giudizio diverso sui Servizi..

«Coi Servizi non ho mai avuto alcun rapporto diretto, ma credo di avere buoni motivi per essere loro grato. Non lo posso dimostrare con elementi concreti, ma quando (procuratore di Palermo) una notte la scorta mi  trasferì dall’alloggio in città all’aeroporto militare di Bocca di Falco, lasciandomi soltanto il tempo – come nei romanzi – di prendere dentifricio e spazzolino, fortissima fu la sensazione che dietro questa “deportazione” ci  fossero appunto i Servizi, che perciò mi consentirono di sfuggire a un attentato che Gaspare Spatuzza stava per eseguire sparando un missile contro la mia abitazione palermitana, come egli stesso rivelerà, una volta pentito, anche in pubblica udienza».

E al netto dei sette anni a Palermo, Lo Voi non è stato, per dirla tutta, esattamente un suo sostenitore. O no?

«Quando, concluso il mandato di Piero Vigna, si trattò di nominare il nuovo procuratore nazionale antimafia, Lo Voi (membro del Csm) capeggiò lo schieramento a me ostile senza che capissi le ragioni, aveva lavorato con me alla procura di Palermo con reciproca soddisfazione. Alla fine la maggioranza politica del momento (berlusconiana), mentre era in pieno svolgimento il concorso, varò una legge contra personam, calibrata su di me in quanto ritenuto “indegno”, candidamente e pubblicamente spiegando che era una ritorsione per il processo Andreotti. Espropriando di fatto al Csm la nomina del capo di un ufficio giudiziario e calpestando il principio costituzionale della separazione dei poteri: senza che Lo Voi e gli altri della cordata che mi osteggiava avessero il coraggio di metterci becco».

Oggi però lo difende.

«Non ho dubbi e non c’è scelta».

Fonte: La Stampa, 09/02/2025

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