NEWS

Ultimo appello per Julian Assange. “Una battaglia giusta e necessaria”

Redazione il . Brevi, Diritti, Giustizia, Informazione, Internazionale, Lazio, Politica

Il Day X per Julian Assange comincia alle 11.30 in punto nella sede dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti.

È il giorno giusto prima del 20 febbraio, la data di quello che Riccardo Iacona ha definito “l’ultimo appello” per evitare l’estradizione del giornalista.

“Questa vicenda avvolta nel buio delle fake news, – ha aggiunto Iacona – quanta macchina del fango attorno ad Assange! Ha funzionato così bene che per dieci anni è quasi sparito dai media. Ora la vicenda si presenta nella sua cristallinità, ci deve interessare per le nostre povere democrazie. Abbiamo un giornalista in galera da 5 anni nella patria della democrazia, in Gran Bretagna, non sono ostati concessi nemmeno i domiciliari. Voglio ricordare che Augusto Pinochet è stato mandato ai domiciliari! Pinchet! Assange, invece, si trova lì per aver fatto il suo mestiere. Sarebbe la prima volta che un giornalista verrebbe processato in Usa con una legge sulle spie. Questa battaglia è importante anche in considerazione del fatto che le democrazie dimagriscono e le autarchie ingrassano”. I lavori sono stati aperti da Carlo Bartoli, Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti: “Siamo lieti di ospitare questa conferenza stampa. Noi siamo parte di questa battaglia per conoscere le pagine scure non solo le pagine chiare. Siamo convintamente presenti in questa battaglia, io personalmente e altri saremo presenti alle manifestazioni del 20 per sottolineare questo sforzo contro quello che è un attentato alla democrazia”.

A moderare la conferenza stampa Vincenzo Vita, garante di Articolo 21, che ha ringraziato tutta la rete che sostiene la battaglia per Assange, ossia Articolo 21, “la mia voce per Assange”, No Bavaglio, Amnesty, Move on, Fnsi, presente con il presidente Vittorio Di Trapani, Usigrai, rappresentata dal segretario Daniele Macheda, l’Ordine dei Giornalisti del Lazio presente con il Presidente Guido D’Ubaldo.

Nel corso dei lavori Tina Marinari di Amnesty ha sottolineato come “l’unica persona che viene processata per i crimini di guerra denunciati da Assange è Julian Assange. Paradossale. Ricordiamoci che questo giornalista, questo detenuto ha subito la violazione di tutti i diritti umani, compreso quello di difesa. La battaglia per la liberazione di Assange è fondamentale per noi”.

Dove andrà Assange se verrà estradato negli Stati Uniti? Lo ha illustrato bene Stefania Maurizi, la giornalista che per prima e all’inizio da sola : “C’è il rischio reale che possa finire in un regime di detenzione assolutamente degradante. Questo è un caso assolutamente avvolto nel segreto. Chi prova ad accedere agli atti di questo caso trova ostacoli incredibili, come è accaduto a me. Se va negli Stati Uniti avrò problemi anche a vedere i suoi avvocati. nel momento in cui viene estradato, Assange sarà finito. Dire che lui ha fatto un giornalismo focalizzato solo sui crimini di guerra degli Stati Uniti non è vero. I documenti contengono i crimini anche dei talebani. Si vuole farlo apparire come uno che vuole distruggere gli Stati Uniti e questo non è vero”.

Per Giuseppe Giulietti, coordinatore dei Presidi di Articolo 21: “Facciamo un appello da qui, questa sala è piena ma temo che non andrà in onda in Rai. Sbagliano i giornalisti che pensano che questo sia un affare della famiglia Assange, i bavagli generano contagio. Assange non è un caso estremo, è un caso terribile ed ha a che fare con la libertà di stampa ma anche con altro, con la pace per esempio, col massacro di Gaza. C’è il tentativo di oscurare argomenti sulla pace, sul traffico di armi. Facciamo un appello comune per dare una scorta mediatica anche ad Assange, facciamo un appello al sindaco di Roma perché sia data la cittadinanza. Questo non è un problema dei familiari di Assange. E’ un problema dell’informazione. E anche la Rai non può oscurare Assange!”.

Fonte: Articolo 21


Julian Assange, mobilitazione anche in Italia

Dopo l’appello di Stella, moglie ed avvocata del giornalista australiano, in tutto il mondo si terranno eventi il 20 e 21 febbraio 2024 per chiedere la sua liberazione. Nella sede del Cnog si è tenuta una conferenza stampa sull’iniziativa, cui ha partecipato tra gli altri anche il presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani, che ha invitato tutte le testate a pubblicare i documenti di Wikileaks.

Mobilitazione anche in Italia per sensibilizzare l’opinione pubblica sul caso di Julian Assange. Rispondendo all’appello di Stella Assange, moglie ed avvocata del giornalista australiano, in tutto il mondo si terranno eventi il 20 febbraio per chiedere la sua liberazione, come emerso dalla conferenza stampa organizzata da Articolo 21, Free Assange Italia, La mia voce per Assange nella sede il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti.

Tra il 20 ed il 21 Febbraio, sarà il Day X: l’Alta Corte di Giustizia Britannica si riunirà per decidere in merito all’istanza d’appello presentata dai legali di Julian Assange per scongiurare la sua estradizione negli Stati Uniti. Se l’appello dovesse essere respinto, Assange potrebbe essere estradato immediatamente e lo attendono, senza ulteriori possibilità, 175 anni di carcere.

A moderare la conferenza stampa Vincenzo Vita, garante di Articolo 21, che ha fatto un appello al comune di Roma per concedere la cittadinanza a Assange. Alla conferenza anche il presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani, che ha invitato tutte le testate a pubblicare i documenti di Wikileaks da oggi fino al 20 febbraio.

«Siamo convintamente presenti in questa battaglia, io personalmente e altri saremo presenti alle manifestazioni del 20 per sottolineare questo sforzo contro quello che è un attentato alla democrazia», ha sottolineato Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine dei giornalisti. «Questo non è un problema dei familiari di Assange. È un problema dell’informazione», ha affermato Giuseppe Giulietti, coordinatore dei Presidi di Articolo 21, facendo un appello alla Rai a dare voce alla protesta.

Riccardo Iacona ha annunciato che dedicherà la puntata di Presadiretta, in onda su Rai3 il 19 febbraio, giorno prima del Day X, al caso Assange. «L’unica persona che viene processata per i crimini di guerra denunciati da Assange è Julian Assange. Paradossale. Ricordiamoci che questo giornalista, questo detenuto ha subito la violazione di tutti i diritti umani, compreso quello di difesa», ha detto Tina Marinari di Amnesty. (Ansa, 8 febbraio 2024)

Fonte: Fnsi


Ultimi giorni per Assange, conferenza stampa all’Ordine

Promossa da Articolo 21, “la mia voce per Assange”, Amnesty Italia, moderata da Vincenzo Vita. Presenti  Fnsi, Usigrai, l’Ordine del Lazio, Riccardo Iacona, Stefania Maurizi

Tra il 20 ed il 21 Febbraio l’Alta Corte di Giustizia Britannica si riunirà per decidere in merito all’istanza d’appello presentata dai legali di Julian Assange per scongiurare la sua estradizione negli Stati Uniti. Se l’appello dovesse essere respinto, Assange potrebbe essere estradato immediatamente e lo attendono, senza ulteriori possibilità, 175 anni di carcere, solo per aver fatto il suo lavoro di giornalista.

È stato questo il focus della conferenza stampa che si è svolta presso il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti a Roma, giovedì 8 febbraio, organizzata da Articolo 21, Free Assange Italia, La mia voce per Assange.

Il presidente nazionale dell’Ordine Carlo Bartoli si è detto “orgoglioso di ospitare l’evento che non riguarda solo le sorti di Julian Assange ma che tocca i principi cardine della libertà di stampa. E’ una battaglia fondamentale per la difesa del giornalismo e per garantire a tutti i cittadini il diritto di essere informati, non solo sulle pagine chiare ma anche su quelle scure.”

“Abbiamo un giornalista in galera da 5 anni nella patria della democrazia, in Gran Bretagna, dove non sono stati concessi nemmeno i domiciliari – ha detto Riccardo Iacona –  Sarebbe la prima volta che un giornalista verrebbe processato in Usa con una legge che invece riguarda lo  spionaggio quando al sua ‘colpa’ è quella di aver semplicemente divulgato documenti riservati. Questa battaglia è importante anche in considerazione del fatto che le democrazie dimagriscono e le autarchie ingrassano”.

A moderare la conferenza stampa Vincenzo Vita, garante di Articolo 21, che ha ringraziato tutta la rete che sostiene la battaglia per Assange, ossia Articolo 21, “la mia voce per Assange”, No Bavaglio, Amnesty, Move on, Fnsi, Usigrai, rappresentata dal segretario Daniele Macheda; l’Ordine dei Giornalisti del Lazio presente con il Presidente Guido D’Ubaldo.

Tina Marinari di Amnesty ha sottolineato come “l’unica persona che viene processata per i crimini di guerra denunciati da Assange è Julian Assange. Paradossale. Ricordiamoci che questo giornalista, questo detenuto ha subito la violazione di tutti i diritti umani, compreso quello di difesa. La battaglia per la liberazione di Assange è fondamentale per noi”.

Stefania Maurizi, autrice di un libro sulla vicenda, ha spiegato: “C’è il rischio reale che Assange possa finire in un regime di detenzione assolutamente degradante. Questo è un caso assolutamente avvolto nel segreto. Chi prova ad accedere agli atti di questo caso trova ostacoli incredibili. La colpa di Assange è di aver fatto un giornalismo focalizzato non solo sui crimini di guerra degli Stati Uniti,  in Iraq e Afghanistan in particolare, ma anche  sui crimini dei talebani. Si vuole farlo apparire come uno che vuole distruggere gli Stati Uniti e questo non è vero”.

Per Giuseppe Giulietti, coordinatore di Articolo 21: “Sbagliano i giornalisti che pensano che questo sia un affare della famiglia Assange, i bavagli generano contagio. Assange non è un caso estremo, è un caso terribile ed ha a che fare con la libertà di stampa, ma anche con altro, con la pace per esempio, col massacro di Gaza. Facciamo un appello comune per dare una scorta  mediatica anche ad Assange, facciamo un appello al sindaco di Roma perché gli sia data la cittadinanza. E’ un problema dell’informazione ed anche la Rai non può oscurare Assange”.

Vittorio Di Trapani, presidente Fnsi, ha ricordato che decine di associazioni europee di giornalisti  hanno consegnato ad Assange la tessera onoraria, “la battaglia per Assange – ha affermato – è una battaglia per la libertà dell’informazione e per la democrazia e riguarda tutti, non solo i giornalisti”.

Un appello ad un’azione coordinata di solidarietà per Assange è giunto, in conclusione, dalla segretaria nazionale dell’Ordine Paola Spadari

Fonte: Ordine dei Giornalisti, Consiglio Nazionale


Il Day X sul caso Assange è arrivato. Conferenza stampa a Roma, giovedì 8 febbraio

Cittadinanza a Julian Assange. Roma nun fa’ la stupida

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link