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Magistratura Democratica non ha legami con partiti e non ambisce a condizionare la politica

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Negli ultimi giorni Magistratura democratica è stata oggetto di gravi attacchi da parte di esponenti di primo piano del governo e dei media. Magistratura democratica è stata accusata di avere coltivato “scopi cospirativi” e di voler svolgere un ruolo di “opposizione giudiziaria”.

Oggetto della nostra riflessione sono i princìpi, i meccanismi istituzionali e le garanzie con le quali gli ordinamenti giuridici e i sistemi legali disegnano il rapporto tra Stati e cittadinanza (Rule of Law).

Oggetto della nostra riflessione è la tutela dei diritti fondamentali della persona; diritti di cui sono “padroni” gli esseri umani in quanto tali e non le contingenti maggioranze politiche.

Di fronte ad essi anche l’autorità della legge incontra dei limiti, trattandosi di diritti riconosciuti fondamentali e inviolabili dalla Costituzione, dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e da altre fonti UE, dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo.

Oggetto della nostra riflessione è l’attività di interpretazione del diritto. Attività che – sempre nella rigorosa fedeltà al testo – deve costantemente interpellare la lettera della legge, con il metro dei principi scolpiti dalla Costituzione e dalle fonti sovranazionali (che in taluni casi pongono come dovere la disapplicazione della legge non conforme al diritto UE). Siamo giudici italiani; ma siamo anche giudici europei.

Oggetto della nostra riflessione è l’osservazione e l’ascolto della domanda di giustizia che proviene dal mondo in cui viviamo; domanda alla quale – come magistrati associati – proviamo ad offrire una risposta di giustizia, elaborata sul metro delle promesse della Costituzione repubblicana e in coerenza con il dovere di offrire speciale protezione alle persone e alle comunità in condizioni di svantaggio (dovere che l’art. 3, secondo comma, della Costituzione impone a tutte le istituzioni della Repubblica).

Magistratura democratica si impegna sul terreno della riflessione giuridica e dell’associazionismo giudiziario per ottenere un solo risultato: far sì che i diritti fondamentali affermati dalla Costituzione e dalle fonti sovranazionali non siano diritti teorici ed illusori, ma concreti ed effettivi.

Con questo spirito e questi obiettivi lavoriamo negli uffici giudiziari e teniamo viva la nostra associazione. Lo facciamo in modo pubblico e del tutto trasparente, secondo le modalità previste dallo statuto che è liberamente accessibile sul nostro sito, così come lo sono gli esiti e in molti casi anche le registrazioni delle nostre riunioni, tra le quali il recente congresso tenuto a Napoli dal 10 al 12 novembre 2023. La pubblicità del nostro agire è la miglior confutazione delle accuse di trame cospirative.

L’aggressione politico-mediatica che ci ha investito non ha dunque alcuna giustificazione ma vorrebbe costringerci a rendere conto di una libertà, quella di associarsi e di riunirsi, prevista dalla Costituzione per ogni cittadino e che noi cerchiamo di usare per contribuire alla costruzione di quel percorso sociale e giuridico previsto dagli articoli 2 e 3 della nostra Costituzione.

Non intendiamo rispondere a questa provocazione. Rivendichiamo la nostra indipendenza dal potere politico, la nostra libertà di pensiero e il nostro impegno giuridico, non solo come un diritto ma soprattutto come un obbligo costituzionale: quello di interpretare l’esercizio della giurisdizione, che è soggetta solo alla legge e ha l’obbligo di rispettare la gerarchia tra fonti sovranazionali e fonti nazionali, sempre di più nel senso della reale e migliore attuazione dei diritti umani e universali di ogni persona.

Il Consiglio nazionale di Magistratura democratica

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