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Forze di polizia: il dovere di adempiere alle funzioni con disciplina e onore

Piero Innocenti il . Diritti, Forze dell'Ordine, Istituzioni, SIcurezza, Società

È la Costituzione, all’art 54, a ricordare che tutti i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.

Per i cittadini che entrano a far parte dell’Amministrazione della pubblica sicurezza, poi, c’è un primo atto, nel momento della assunzione in prova, della “promessa solenne” secondo la formula “Prometto di essere fedele alla Repubblica, di osservare lealmente la Costituzione e  le leggi  dello Stato, di adempiere ai doveri del mio ufficio nell’interesse della Amministrazione della pubblica sicurezza per il pubblico bene”.

Segue, nel momento della nomina in ruolo dei poliziotti, il “giuramento” in cui sostanzialmente si rinnova l’impegno, il fermo proposito, di fedeltà alla Repubblica e alla osservanza delle leggi.

Si tratta di momenti solenni in cui si prova anche una forte emozione e ve lo dice uno che, più di mezzo secolo fa ormai, ha prestato questo giuramento insieme ad altri poliziotti. Anche per questo, è un duro colpo quando leggiamo di infedeltà di rappresentanti della forze di polizia coinvolti in fatti sgradevolissimi, spesso di rilevanza penale.

Ne abbiamo annotati alcuni,  quelli che ci sono sembrati i più preoccupanti, verificatisi in questi mesi del 2022 che, da una parte sono in qualche modo anche l’espressione della nostra società (malata?) e dall’altra evidenziano l’esigenza di aumentare i controlli preventivi, nell’ambito di ciascun Corpo, per verificare costantemente la correttezza dei comportamenti dei singoli.

Così, sgomento ha suscitato, agli inizi dell’anno, la notizia dell’arresto, a Bari, di un colonnello della Guardia di Finanza accusato insieme ad altre 34 persone di frodi e riciclaggio di denaro e, sempre nello stesso periodo, la notizia del rinvio a giudizio, a Mantova, di  un carabiniere per estorsione, concussione, violenza privata e peculato.

A Roma, in una inchiesta coordinata dalla DDA, finiscono in manette 65 persone, tra cui due carabinieri, per traffico di droga ed estorsioni mentre a Napoli, all’uscita di un ufficio postale, viene rapinato un imprenditore da due malviventi risultati, poi, carabinieri.

Desolante la vicenda, a Udine, dove un dirigente della Polizia  in servizio alla Questura viene arrestato per incontri a pagamento con una minorenne. Sempre a febbraio la notizia di due ispettori, in servizio presso il Commissariato di Civitanova, indagati nell’inchiesta (altre quindici persone indagate) sul rilascio di falsi green pass; a Udine, con provvedimento del gip, viene sospeso dal servizio il comandante della Stradale di Amaro per truffa aggravata e false attestazioni.

Non mancano in queste vicende gli agenti della polizia penitenziaria e così nel contesto di una indagine su alcuni camorristi detenuti, ne vengono arrestati quattro in servizio nel carcere di Secondigliano per aver consegnato cellulari e droga agli “ospiti” del carcere.

Tra marzo e aprile, la notizia di un poliziotto indagato per aver colpito con un calcio al volto un giovane che alla guida di un’auto non si era fermato all’alt intimato e quella di un agente della Stradale di Milano rinviato a giudizio per violenza sessuale nei confronti di una collega durante un turno di servizio a bordo dell’auto.

A maggio, la notizia di un sostituto commissario che prestava servizio nella Procura di Trani indagato per peculato, truffa e rivelazione di segreti di ufficio e, in questi ultimi giorni, l’arresto, a Torino, di due poliziotti in servizio all’ufficio immigrazione su un presunto giro di “favori” per velocizzare le pratiche di rilascio-rinnovo dei permessi di soggiorno.

Le istituzioni di appartenenza sono sicuramente ben salde ma questi episodi sono sempre dei duri colpi che non fanno bene.

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