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Sicurezza pubblica: la “legge del coltello facile”

Piero Innocenti il . Criminalità, Forze dell'Ordine, Giovani, SIcurezza, Società

La situazione generale della sicurezza pubblica nel nostro paese è diventata sempre più precaria e per questo fonte di legittime e comprensibili paure ed ansie tra i cittadini.

Tra gli episodi che stanno destando particolare allarme si annotano le violenze da parte di persone, tante, anche ad opera di giovani, che usano spregiudicatamente i coltelli per “risolvere” banali liti e contrasti o per compiere azioni delittuose. Non era mai successo negli anni passati di annotare tanti episodi di “accoltellamenti” come sta accadendo in questi ultimi tempi. Il riepilogo, sommario, di questi fatti relativi agli ultimi quindici giorni di maggio ci aiutano a comprendere una realtà, che investe molte città, per nulla tranquillizzante.

A cominciare da quanto accaduto a Roma dove un automobilista è stato accoltellato ad un fianco da un pedone che stava attraversando la strada nonostante il semaforo rosso. Per continuare con Milano, nella zona dei Navigli, dove nel parcheggio di un locale, un assistente e uno studente di un ateneo tedesco vengono accoltellati da un uomo che si da alla fuga. A Pescara, un automobilista soccorre in strada due albanesi feriti all’addome da coltellate presumibilmente nel corso di una colluttazione scaturita nel contesto della criminalità locale.

E ancora a Bologna, ancora una violenta rissa tra giovani albanesi che finisce con una persona accoltellata al petto. A Modena, una lite tra Sinti termina con una persona ferita da una coltellata. Nella movida violenta di Napoli, due minorenni vengono minacciati con un coltello per rapinare soldi e cellulare; un dj ventenne viene pugnalato all’ingresso della Galleria Vittoria e un quattordicenne, accerchiato da un gruppo di coetanei, viene accoltellato al bowling. A Perugia, viene denunciato un sessantacinquenne che aveva minacciato con un coltello una guardia giurata in servizio presso un centro commerciale.

Preso a pugni e ferito con due coltellate da due giovani un ventisettenne, a Bologna, finisce in ospedale. A Torino, nel corso di una rissa tra giovani stranieri, scaturita da una questione di droga, un tredicenne nordafricano viene accoltellato. A Roma, un autista dell’Atac viene rapinato da due banditi che gli puntano un coltello alla gola. Ancora a Napoli, con una lite tra giovanissimi che degenera con il bilancio di due feriti a colpi di coltello. A Firenze, per un diverbio scaturito da gelosia, un 43nne viene ferito con una coltellata al mento e alla gamba. A Latina nella zona della movida, una rissa finisce con un giovane accoltellato al torace e ad una gamba.

A Milano, un sedicenne che si rifiuta di dare venti euro ad un coetaneo riceve una coltellata che gli perfora un polmone. Sconcerto per l’aggressione, in un’aula di scuola napoletana, subita da un giovane di tredici anni accoltellato alla schiena da un compagno di classe (episodio che indurrà le forze di polizia ad intensificare i controlli tra i giovani davanti alle scuole). Ad Arezzo, una giovane cameriera filippina viene aggredita con un coltello al termine del lavoro e ricoverata in ospedale. A Brescia, un romeno viene ferito in strada da due fendenti sferrati da uno sconosciuto.

E poi a Roma, nel quartiere di Torremaura, dove un afgano viene colpito con un coltello da un iraniano arrestato poco dopo dalla polizia. A Cosenza, un uomo di 56 anni tenta di uccidere l’ex compagna a coltellate. A Firenze, nel corso di una rapina, un uomo di 51 anni viene accoltellato mentre un marocchino viene pugnalato con più fendenti da uno sconosciuto che poco prima aveva cercato di investire con l’auto. Infine, ancora a Roma, in occasione della festa per la vittoria della squadra di calcio nella competizione europea, si contano alcuni tifosi feriti tra cui due accoltellati.

Sono soltanto alcuni degli episodi dei “coltelli facili”, con cui le forze di polizia hanno a che fare riuscendo, spesso, anche ad arrestare gli autori (e, comunque, a identificarli) che nel giro di poche ore, dopo il disbrigo delle formalità di legge, quasi sempre tornano in libertà, in attesa di processi che si celebreranno dopo troppo tempo.

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