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Anticamorra, la scossa che serve anche ai prof

Geppino Fiorenza * il . Campania, Cultura, Diritti, Giovani, Mafie, Società

Certamente ottima l’iniziativa del Mattino, d’intesa con la commissione consiliare regionale anticamorra di proporre un questionario per gli studenti sui temi della legalità e della conoscenza.

Credo che meriti una grande attenzione che deve durare nel tempo. Intanto, al di là dei dati che verranno forniti dopo la loro elaborazione, è lo strumento stesso del questionario che andrebbe fatto immediatamente oggetto di discussione con gli alunni intervistati, da parte di docenti ed esperti.

Condivido pienamente le considerazioni, fatte proprio al Mattino, da Ettore Acerra, direttore dell’ufficio scolastico regionale. Bisogna partire dal dato che i giovani d’oggi, pur avendo sotto gli occhi quotidianamente notizie di violenze ed aggressioni, non hanno vissuto direttamente le stagioni più cupe della prepotente baldanza camorristica e mafiosa. Ed anche la conoscenza ed il ricordo di tante vittime, più illustri o meno note, è forse qualcosa che interroga più la nostra generazione che non la loro. Certo si tratta di implementare nuovamente articolati percorsi di educazione alla legalità ed alla cittadinanza responsabile.

C’è bisogno di più informazione e di più dialogo. In due direzioni. Da un lato bisogna partire dalle piccole cose, dal valore della vita e della solidarietà, dal rispetto delle persone e delle regole. Dall’altro bisogna compiere un lavoro profondo di informazione sulle forme e le modalità operative che ha assunto la criminalità organizzata, anche attraverso le collusioni con pezzi di politica corrotta o con l’ingresso di capitali accumulati illecitamente nel mercato legale, ma anche sulle vittorie delle Stato e sulle straordinarie ed aggiornate capacità di contrasto della magistratura e forze dell’ordine.

Ed ecco il punto: è necessario che ne sia consapevole innanzitutto la valida schiera di docenti e formatori di cui è ricca la scuola campana.

Ma si tratta di impiantare un nuovo sistema di percorsi di aggiornamento e formazione a partire proprio dai docenti. Ebbi l’onore di redigere, con Amato Lamberti ed Isaia Sales, quella Legge regionale 39/85 che ha fatto da stimolo per anni ad un lavoro di tal genere. Seminari di discussione ed approfondimento con docenti ed esperti delle Università e della società civile in tutte le cinque province della Campania. Iniziative volte anche a favorire la creatività ed il protagonismo positivo dei giovani, con attività artistiche e culturali, con filmati, come dimostra la bellissima e ricchissima esperienza degli spot pubblicità progresso del Marano Ragazzi Spot Festival.

In seguito, in rappresentanza del Provveditorato agli Studi di Napoli, relazionai sul lavoro delle scuole alla Convention dell’Onu contro la criminalità organizzata a Palermo, nel 2000. E ricordo anche la delegazione che promuovemmo al Parlamento europeo, con Franco Iacono e Biagio De Giovanni, degli studenti anticamorra, tra i quali mi piace ricordare due giovanissimi Claudio Pappaianni e Francesco Borrelli. Organizzammo anche la firma del primo protocollo di collaborazione tra Provveditorato ed Associazione Nazionale magistrati, col presidente distrettuale di Napoli di allora, che porta il nome di Luigi Riello, oggi Procuratore Generale.

E centinaia sono stati gli incontri e i dibattiti svolti in tutte le scuole, che hanno posto la premessa per la base costitutiva di tante associazioni, a partire da Libera. Da più parti si apprezza molto l’ultima manifestazione nazionale svoltasi a Napoli il 21 marzo, ed è bene precisare che non era composta solo da studenti ma contava centinaia di familiari di vittime provenienti da tutt’Italia, oltre a tantissimi cittadini comuni. Ma si tratta solo della punta dell’Iceberg, che cela un grande lavoro capillare nei quartieri, nelle scuole, nelle associazioni. Ed attenzione, inoltre, a non promuovere grandi assemblee di studenti senza aver prima previsto piccoli gruppi di lavoro nelle classi, per approfondire, interrogarsi, proporre.

Oggi abbiamo un fronte ricco e variegato, dalla Fondazione Pol.i.s. per le vittime di criminalità ed i beni confiscati, dagli assessorati regionali, con Mario Morcone e Lucia Fortini e quelli comunali con Mia Filippone e Chiara Marciani. E c’è spazio d’impegno naturalmente anche per la Città metropolitana, col Sindaco Manfredi. Ma si tratta di ritessere la tela, in collegamento col fecondo Patto Educativo, promosso dall’Arcivescovo, Don Mimmo Battaglia.

Vogliamo che i ragazzi sappiano di più? Capiscano, s’interroghino, propongano? C’è bisogno di dialogo, come suggerisce il direttore Acerra, a partire dalle piccole cose, dalla condivisione di comportamenti positivi, in tutte le scuole di ogni ordine e grado.

Ho visto ragazzini delle elementari ben preparati, del 1° circolo didattico De Amicis, preside Adelia Pelosi, incalzare e mettere in difficoltà giornalisti come Fabrizio Feo o Paolo Siani. O ragazzi delle superiori come all’Iti Marie Curie, preside Gabriella Russo, interrogare con cognizione di causa i sindacalisti Maurizio Landini e Nicola Ricci. Vogliamo che i ragazzi conoscano e vedano di più?

Allora bisogna far leggere loro le storie dei familiari delle vittime raccolte da Raffaele Sardo, portarli in giro sui Beni Confiscati, che rappresentano la vera sconfitta delle mafie e la vittoria dello Stato, quando si fanno funzionare, con le attività di assistenza e cultura e la produzione di prodotti di qualità esportati ovunque come il Pacco alla camorra della Nuova Cooperazione Organizzata , che ha capovolto il senso di quell’infausto acronimo.

È dunque necessario aprire un confronto a tutto campo con docenti, esperti ed operatori sociali. E’ da qui che bisogna ripartire con impegno culturale ed operativo e dal dialogo.

Ed infine, presumo di sapere perché tra i tanti personaggi positivi citati, forse, Giancarlo Siani è magari quello più noto. Non solo perché visto come un coetaneo, quasi fratello, grazie a Fortapàsc di Marco Risi, ma perché sono incessanti le attività della Fondazione che porta il suo nome con Gianmario e Ludovica che inventa anche favolette per i bambini ucraini e grazie al Mattino ed al Pan dove generosi funzionari conservano amorevolmente la sua Mehari.

Ecco altre visite da istituzionalizzare per chi vuole informare e spiegare ai ragazzi del nostro tempo cosa è stata ed è ancora la pericolosa camorra, ma come si può e si deve sconfiggere con tutti i mezzi, da quelli delle Forze dell’Ordine a quelli della società civile e del giornalismo d’inchiesta a tutto campo.

* Presidente AsCenDeR e pr. Onorario Fondazione Giancarlo Siani Onlus

Fonte: Il Mattino

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