NEWS

Un Fiore per Lecco. Nell’ex ristorante della mafia tutto il sapore della legalità

Luca Cereda il . Cultura, Economia, Lavoro, Lombardia, Mafie, Società

Si chiama «Fiore – Cucina in libertà» la pizzeria nata cinque anni fa negli spazi del Wall Street, il locale di Franco Coco Trovato, boss della ‘ndrangheta. Un progetto che coniuga cultura e inclusione sociale e occupazionale. Una decina i lavoratori: immigrati e persone con percorsi di salute mentale.

Sono passati quasi trent’anni dal 31 agosto 1992, quando veniva arrestato nel suo ristorante lecchese Wall Street – che ha dato il nome alla prima operazione lombarda contro la criminalità organizzata – Franco Coco Trovato, boss della ‘ndrangheta a Lecco.

Da cinque anni, al posto di Wall Street c’è “Fiore – cucina il libertà”: si tratta di progetto sociale che da un lustro sforna pizze e prepara piatti che hanno il sapore buono della legalità.

«All’interno del locale è conservato il bunker in cemento armato protetto da una porta blindata spessa venti centimetri dove il clan Coco Trovato organizzava sequestri, omicidi, traffici di armi e droga. Oggi lo mostriamo alle scolaresche che partecipano al LegaliTour, un percorso che porta i giovani nei luoghi della legalità di Lecco, organizzato dall’associazione Libera», spiega Thomas Emmenegger, presidente della cooperativa sociale Olinda – che da 26 anni lavora nell’ex ospedale psichiatrico Pini di Milano -. La cooperativa milanese è l’ente capofila del progetto sociale di Fiore e collabora con Auser e Arci Lecco.

L’ex Wall Street è un luogo un luogo simbolo dell’impegno contro la mafia a Lecco, per questo oggi festeggia offrendo la cena a 80 giovani lecchesi nati dopo l’operazione antimafia del ‘92: «Raccontiamo loro come la cultura della legalità parta dal cibo. La nostra storia prende forma anche nei piatti che cuciniamo, grazie alla sostenibilità ambientale dei prodotti che selezioniamo e di tutta la loro filiera. Per questo scegliamo produttori locali e chi contrasta con trasparenza il lavoro nero, il caporalato e le mafie», illustra Giorgio Antoniella, chef di Fiore.

Nel locale lavorano più di 10 persone, la maggior parte under30: «A Fiore costruiamo l’inclusione sociale, formando e inserendo nello staff giovani con esperienze migratorie, o che hanno compiuto con Olinda percorsi di salute mentale. Qui trovano un lavoro e un luogo che abbatte tutti i muri, non solo quelli legati al suo passato di epicentro della mafia lecchese», aggiunge Emmenegger.

Dopo la confisca alla ‘ndrangheta, l’ex Wall Street è rimasta abbandonata fino al 2010, quando diventa il deposito della Prefettura. Nel 2011 Libera Lecco propone di creare una pizzeria della legalità. Quel sogno sboccia l’1 aprile del 2017.

Da allora Fiore ha ospitato ogni estate la carovana di “Libero cinema in Libera terra” della Fondazione Cinemovel che ha reso il chiostro interno, un cinema all’aperto. Il locale diventa “un’aula di formazione” durante i campi di Libera, che ospitano giovani da tutta Italia per parlare della ‘ndrangheta al Nord.

L’ex Wall Street è stata anche il palco per piece teatrali come “Sono Stato anch’io” sulla storia del testimone di giustizia Piero Nava, e per dar voce ai parenti delle vittime innocenti delle mafie come Marisa Fiorani, madre di Marcella di Levrano uccisa dalla Sacra corona unita.

«Uscendo dalla pandemia e con più di 30 interdittive antimafia in due anni emesse a Lecco, oggi Fiore ha una missione: diffondere i saperi, oltre che i sapori, della legalità. Da qui partiranno le nuove proposte culturali volte a costruire una cittadinanza attenta alle evoluzioni del fenomeno mafioso», conclude Alberto Bonacina, referente di Libera Lecco.

Fonte: Avvenire, Milano

*****

IL PROGETTO

Lecco 1 aprile 2022, 5 anni di “Fiore, cucina in libertà”

Radio Scarp, “Fiore – Cucina in libertà”

Un “Fiore” per Paolo

Lecco, sboccia il Fiore della legalità

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link