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Francesco: le mafie vincono se la paura si impadronisce della vita

Paolo Ondarza il . Chiesa, Corruzione, Cultura, Giustizia, Mafie, Società

“Le prime vittime della criminalità organizzata sono gli ultimi, moderni schiavi su cui le economie mafiose si costruiscono”. Così Francesco ai partecipanti all’incontro promosso dalla Pontificia Accademia Mariana Internazionale, in occasione dei trent’anni della Direzione Investigativa Antimafia. Forte l’appello a costruire “case” nel segno dell’uguaglianza, della giustizia e della fraternità, da cui diffondere una cultura della legalità

Vi incoraggio a proseguire con entusiasmo, nonostante la presenza nel tessuto sociale – e anche ecclesiale – di qualche zona d’ombra in cui si fatica a percepire la chiara presa di distanza da vecchi modi di agire, errati e perfino immorali. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

Salutare vergogna per un cambiamento

Ricevendo in Vaticano i partecipanti all’incontro promosso dalla Pontificia Accademia Mariana Internazionale, in occasione del trentennale dell’istituzione della Direzione Investigativa Antimafia, Papa Francesco esprime sostegno e apprezzamento per un lavoro delicato e rischioso di contrasto alle mafie; quindi, laddove ci siano state opacità e connivenze, invoca una “salutare vergogna” senza la quale “il cambiamento non è possibile e la collaborazione reciproca per il bene comune rimane una chimera”.

“Case” di giustizia e fraternità

Convivenza fraterna e amicizia sociale sono possibili, spiega il Pontefice, là dove ci sono case che attuino il patto tra le generazioni “conservando sinodalmente le ‘sane radici’ di chi ha creduto e crede nella bellezza dello stare insieme, nel dialogo, nella gentilezza e nel sostegno alla giustizia per tutti”.

Case e famiglie vivificate dal fermento dell’uguaglianza, della giustizia e della fraternità.  Queste case, osserva il Vescovo di Roma, “fanno da anticorpi miti e forti” contro interessi di parte, corruzione, avidità e violenza che sono il DNA della mafia.

Una luce contro la paura

Le mafie vincono quando la paura si impadronisce della vita, ragion per cui si impadroniscono della mente e del cuore, spogliando dall’interno le persone della loro dignità e della loro libertà. Voi che siete qui, vi adoperate affinché la paura non possa vincere: siete quindi un sostegno al cambiamento, uno spiraglio di luce in mezzo alle tenebre, una testimonianza di libertà. Vi incoraggio a proseguire in tale cammino: siate forti e portate speranza, soprattutto tra i più deboli.

Accanto agli ultimi

Se mancano sicurezza e legalità, aggiunge Francesco, le prime vittime sono i più fragili, gli ultimi: Tutti costoro sono i moderni schiavi su cui le economie mafiose si costruiscono; sono gli scarti di cui hanno bisogno per inquinare la vita sociale e lo stesso ambiente. Vi esorto quindi a farvi prossimo a tutte queste persone, vittime della prepotenza, cercando di prevenire e di contrastare il crimine.

Resistere al colonialismo culturale mafioso

Da qui l’appello ad “opporre resistenza al colonialismo culturale mafioso, mediante la ricerca, lo studio e le attività formative”.

Anche, il pensiero mafioso entra come facendo una colonizzazione culturale, al punto che diventare mafioso è parte della cultura già, è come la strada che si deve fare. No! Questo non va. Questa è una strada di schiavitù. Il vostro lavoro è tanto grande per evitare questo: grazie!

“Progresso civile, sociale e ambientale – conclude il Pontefice – scaturiscono non dalla corruzione e dal privilegio, ma dalla giustizia, dalla libertà, dall’onestà e dalla solidarietà”.

Fonte: Vatican News

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