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Wikileaks, l’Osce per la libertà dei media contro l’estradizione di Assange

Rossella Guadagnini  il . Diritti, Giustizia, Informazione, Istituzioni, Politica, Società

Parla la rappresentante dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa.

La notizia rimbalza da Vienna: la rappresentante Osce per la libertà dei media, Teresa Ribeiro, invita le autorità britanniche a non estradare Julian Assange negli Stati Uniti.

In vista dell’imminente decisione della ministra dell’Interno britannica, Priti Patel, sull’estradizione del giornalista australiano negli Stati Uniti, Ribeiro ha infatti affermato: “Voglio esprimere la mia preoccupazione per l’impatto che tale decisione può avere sulla libertà dei media e sul giornalismo investigativo”.

Il caso Assange preoccupa l’opinione pubblica in molti Paesi del mondo da oltre un decennio, così come interessa organizzazioni della società civile e i media: sono ormai numerosi i personaggi pubblici che chiedono il rilascio del fondatore di Wikileaks. Il rappresentante Osce per la libertà dei media osserva gli sviluppi dell’informazione in tutti i 57 Stati partecipanti all’Organizzazione. E suo compito, inoltre, fornire un preallarme sulle violazioni della libertà di espressione e della libertà dei media, nonché promuovere il pieno rispetto degli impegni dell’Osce in materia di libertà dei mezzi d’informazione.

Ribeiro, “Da considerare l’interesse pubblico delle notizie di Wikileaks”

“Chiedo al ministro dell’Interno britannico Priti Patel di non estradare Julian Assange – ha quindi proseguito Ribeiro – L’interesse pubblico di molte delle pubblicazioni di WikiLeaks dovrebbe essere preso in considerazione, poiché ha contribuito a importanti rapporti investigativi e notizie. È essenziale considerare l’impatto sulla libertà di espressione e sulla libertà dei media se viene estradato e condannato. Il fatto che qualcuno che ha divulgato materiale di interesse pubblico possa essere condannato a una lunga pena detentiva potrebbe avere un impatto soffocante, grave e duraturo sul giornalismo investigativo”.

In tale ottica, la rappresentante ha ricordato a tutti i 57 Stati partecipanti dell’Osce che hanno adottato una serie di impegni che considerano la libertà di espressione e l’accesso all’informazione come diritti umani fondamentali e una componente fondamentale delle società democratiche. “L’accesso alle informazioni di interesse pubblico consente alle persone di compiere scelte consapevoli e garantisce trasparenza e responsabilità della governance”, ha concluso quindi la rappresentante Osce.

Fonte: Micromega, 08/06/2022

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