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Roma 1 aprile: “Processo mediatico e presunzione di innocenza” 

il . Brevi, Giustizia, Informazione, Lazio, Politica, SIcurezza, Società

“Processo mediatico e presunzione di innocenza” è il titolo del secondo convegno organizzato dalla Rivista “Giustizia Insieme”. Il primo convegno, dal titolo “Migliorare il Csm nella cornice costituzionale”, si è tenuto nell’ottobre del 2019.

Il convegno “Processo mediatico e presunzione di innocenza” si terrà a Roma il 1°aprile 2022 presso la Sala del Primaticcio della sede della società Dante Alighieri in Piazza di Firenze n. 27 e tutti i lettori della rivista sono invitati a partecipare (seguiranno indicazioni per la partecipazione da remoto – per informazioni redazione@giustiziainsieme.it).

Giustizia e comunicazione, un binomio centrale nel dibattito che anima Giustizia Insieme, al quale è già stata dedicata un’apposita rubrica ove sono pubblicati saggi di autori d’eccellenza.

Si tratta di un binomio che può essere analizzato sotto un’innumerevole quantità di punti di vista in ragione delle possibili sfaccettature del diritto all’informazione, da un lato, e del diritto alla riservatezza, dall’altro. Assumono particolare interesse questioni quali: la  rappresentazione della magistratura nella comunicazione di massa, rappresentazione destinata a cambiare di segno  a seconda del gradimento popolare della decisione nonché  per gli eccessi di protagonismo di questo o quel magistrato;  la questione del diritto di critica e del rispetto della decisione; del rischio dell’ingerenza della comunicazione di massa sulla decisione del giudice; il complesso e multiforme articolarsi del diritto all’informazione e la naturale riservatezza delle situazioni coinvolte nel conflitto che il giudice è chiamato a risolvere; la spettacolarizzazione della giustizia che culmina con  il processo mediatico che scalza l’unico vero e giusto processo.

Quali sono i limiti della comunicazione? Qual è il limite entro il quale lo sviluppo argomentativo in cui si articola la motivazione dei  provvedimenti giurisdizionali assume  i toni della superfluità lesiva? Chi deve farsi paladino del rispetto dei confini?

Aspetto essenziale è, senz’altro, la modalità della comunicazione È imprescindibile la verità del dato oggetto dell’informazione e l’obiettività descrittiva. Eppure la veridicità e l’obiettività espositiva sono spesso tenute in second’ordine, tanto che si registra, sempre più massiccia, l’illustrazione morbosa di una  “verità” soggettiva  che è quella, di volta in volta, voluta dal comunicatore per compiacere il lettore  nella prospettiva pirandelliana di verità molteplice, o utile a chi comunica e di soddisfazione per chi legge. Ma il fatto di cronaca non è un romanzo, i protagonisti della vicenda non sono personaggi della fantasia bensì sono donne e uomini che esistono nella loro fisicità, emotività e nel loro fascio di relazioni interpersonali. La correttezza della comunicazione dipende dall’etica soggettiva, e purtroppo, spesso la provenienza “ufficiale” della notizia non implementa la correttezza dell’informazione.

La suggestione pone a repentaglio la terzietà del giudice, oltre che l’immagine della giurisdizione.

Tra le molteplici possibili riflessioni in tema di Giustizia e comunicazione, in un’ottica di bilanciamento dei diritti coinvolti nel declinarsi della comunicazione di fatti sub judice, abbiamo scelto tre temi che saranno oggetto di altrettante  sessioni del convegno, nella forma del dialogo in linea con la tradizione delle Interviste di Giustizia Insieme.

I discussant delle tre sessioni, in ciascuna delle quali sarà presente anche un giornalista, saranno Giuseppe Amara, sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Modena, Donatella Palumbo, sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Benevento, e Maria Cristina Amoroso, magistrato addetto all’Ufficio del massimario e del ruolo della corte di cassazione.

La prima sessione dal titolo “La rappresentazione del magistrato nell’immaginario collettivo” sarà incentrata sul magistrato, giudice e pubblico ministero, nella  proiezione della sua figura in ambito sociale e quale risolutore dei conflitti.  La rappresentazione collettiva del magistrato muta in maniera sinodale in ragione dell’apprezzamento della funzione giurisdizionale, ma muta pure in ragione della rappresentazione del singolo magistrato, ove questi – nel bene o nel male – balzi agli onori della cronaca. Interverranno nel corso della prima sessione Giovanni Bianconi, giornalista del Corriere della Sera, e Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati e consigliere di Cassazione.

La seconda sessione intitolata “La presunzione di innocenza, sostanza e forma” è un tema quanto mai attuale in ragione dell’entrata in vigore il 14 dicembre del d.lgs. n. 188 del 2021, di adeguamento alla direttiva 2016/343/UE sulla presunzione d’innocenza indispensabile e improcrastinabile per orientare una comunicazione che sia rispettosa della presunzione di innocenza e del diritto alla riservatezza. Si tratta di un intervento normativo che, seppur diretto alle sole autorità pubbliche, dovrebbe impegnare non solo polizia giudiziaria, pubblici ministeri e giudici ma anche i  giornalisti affinché la comunicazione della giustizia si faccia carico, nel bilanciamento dei diritti coinvolti,  della  tutela  dell’intimità delle posizioni coinvolte. La presunzione di innocenza nella comunicazione dei fatti di cronaca dovrebbe costituire, pertanto, la linea da seguire non solo per i giornalisti ma anche per i magistrati affinché sappiano individuare, nel costrutto motivazionale dei provvedimenti giurisdizionali, ciò che è lesivo della reputazione e dell’intimità individuale e, al tempo stesso, inutile e superfluo.

Come ha scritto Federica Resta su questa Rivista in un articolo pubblicato il 14 dicembre dal titolo  Il “compiuto” adeguamento alla direttiva 2016/343/UE sulla presunzione d’innocenza: “Naturalmente, non saranno solo le norme a poter garantire un equilibrio, democraticamente sostenibile, tra diritto di (e all’) informazione, dignità dei soggetti coinvolti nel processo, presunzione d’innocenza ed esigenze di accertamento dei reati. Molto dipenderà da come, magistratura e organi di informazione, interpreteranno il loro ruolo” (sul medesimo tema Recepimento della direttiva europea sulla presunzione di innocenza: è davvero la fine dei processi mediatici? di Valentina Angela Stella, Commento al Decreto Legislativo 8 novembre 2021, n. 188 di Armando Spataro).

Interverranno alla seconda sessione Valentina Stella, giornalista del Dubbio News e del Riformista, l’On. Francesco Paolo Sisto, Sottosegretario di Stato alla Giustizia e avvocato, e Raffaele Cantone, Procuratore della Repubblica di Perugia.

La terza sessione è intitolata “Effetti della comunicazione di massa sul giusto processo”. Quest’ultima sessione affronterà il tema della suggestione della comunicazione di massa  sull’esercizio  del potere giurisdizionale. Il processo mediatico non solo condanna il presunto innocente con decisione inappellabile ma, nel dipanarsi del suo spettacolo, pone a repentaglio e stravolge l’ordinario svolgersi delle dinamiche processuali. Gli effetti emozionali inconsci della comunicazione di massa possono astrattamente influenzare le decisioni in tema di misure cautelari, di affermazione della responsabilità, di determinazione della pena ma anche le decisioni in tema di conflitti, rimessi alla tutela giurisdizionale, che coinvolgono diritti della persona. La domanda è allora: se questi sono i danni (violazione del principio di non colpevolezza) e questi sono i rischi (messa in pericolo del giusto processo), qual è la giustificazione del processo mediatico e quali sono i rimedi ? Interverranno alla terza sessione Rosaria Capacchione, giornalista, Marco Dell’Utri, consigliere della Corte di cassazione, e Alessandra Camassa, Presidente del Tribunale di Marsala.

Sono previsti interventi programmati nel corso del dibattito.

Introdurranno e chiuderanno i lavori i direttori scientifici della Rivista Roberto Conti e Paola Filippi.

Secondo convegno organizzato da Giustizia Insieme

Roma, Piazza di Firenze 27, Società Dante Alighieri, Sala del Primaticcio

Venerdì 1 aprile 2022 ore 14:30/20:00

Processo mediatico e presunzione di innocenza

Ore 14:30 Saluti del Segretario Generale della società Dante Alighieri Prof. Alessandro Masi

Introduzione ai lavori: Roberto Conti e Paola Filippi – Direttori scientifici di Giustizia Insieme

Ore 15:00 prima sessione – Il giudice nell’immaginario collettivo –

Giovanni Bianconi  e Giuseppe Santalucia – discussant – Giuseppe Amara

Ore 15:50 seconda sessione – La presunzione di innocenza, sostanza e forma –

Valentina Stella, Francesco Paolo Sisto e Raffaele Cantone – discussant – Donatella Palumbo

Dibattito

17:00 coffee

17:10  terza sessione – Effetti della comunicazione di massa sul giusto processo –

Rosaria Capacchione, Alessandra Camassa e Marco Dell’Utri – discussant – Maria Cristina Amoroso

18:20 Interventi programmati

Hanno confermato finora Giuseppe Cascini, Luigi Salvato, Ernesto Aghina, Fabio Francario, Edmondo Bruti Liberati, Riccardo Ionta, Andrea Apollonio e Marcello Basilico

20:00 chiusura dei lavori

Segreteria organizzativa: Giuseppe Amara, Cristina Amoroso, Donatella Palumbo, Donatella Salari

Cell. 3396381906, 3397265027, 3382139878

Segretaria di redazione: Ilaria Buonaguro Mail: convegno@giustiziainsieme.it

Per informazioni: convegno@giustiziainsieme.it la partecipazione è gratuita, ma è richiesta iscrizione con invio mail a convegno@giustiziainsieme.it

È prevista la partecipazione sia in presenza che da remoto. Per la partecipazione da remoto occorre iscriversi collegandosi al seguente link. Dopo l’iscrizione sarà trasmessa una e-mail di conferma con le informazioni per entrare nel webinar.

Giustizia Insieme

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