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Dap, insediamento del nuovo capo Renoldi

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Si è insediato questa mattina, il nuovo capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), Carlo Renoldi. Prima di raggiungere la sede dipartimentale, Renoldi si è recato al Ministero della Giustizia per un breve incontro con la ministra Marta Cartabia e per la presa di possesso dell’incarico.

A Largo Daga il nuovo vertice dell’Amministrazione Penitenziaria ha ricevuto gli onori del picchetto della Polizia Penitenziaria schierato nel piazzale antistante. Accolto dal vice capo, Roberto Tartaglia, ha salutato i direttori generali del Personale e delle risorse, Massimo Parisi, dei Detenuti e del trattamento, Gianfranco De Gesu, della Formazione, Riccardo  Turrini Vita, e il  personale della sua segreteria.

Il nuovo Capo DAP è stato poi accompagnato nel suo ufficio dove si è trattenuto con il vice capo e con i direttori generali per una prima riunione operativa.

Renoldi è stato nominato al vertice del DAP dal Consiglio dei ministri che ha approvato all’unanimità la proposta della ministra della Giustizia.

Originario di Cagliari, 53 anni, è stato magistrato penale e poi di sorveglianza nella sua città. Prima della nomina a capo dell’Amministrazione Penitenziaria è stato consigliere di Cassazione, nella prima sezione penale, con competenza nella materia penitenziaria e dell’esecuzione penale. Di esecuzione penale in carcere  si è occupato anche da magistrato nell’ufficio legislativo del Ministero della Giustizia nel 2013, ai tempi della condanna dell’Italia da parte della Corte europea dei diritti umani (Cedu) di Strasburgo per il sovraffollamento degli istituti.

Renoldi ha fatto parte del Comitato scientifico del Consiglio superiore della magistratura ed è stato componente della ‘Commissione Giostra‘ per la riforma dell’ordinamento penitenziario. Docente presso la Scuola di perfezionamento in materie giuridiche della Facoltà di Giurisprudenza di Cagliari, ha insegnato anche nelle Scuola di formazione della Polizia penitenziaria di Monastir e nel master ‘Diritto penitenziario e Costituzione’.

Succede a Dino Petralia che ha lasciato l’incarico il 1° marzo del 2022.

Il nuovo responsabile del Dipartimento, ha voluto poi rivolgere un breve saluto a tutte le donne e a tutti gli uomini che lavorano per il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria che, dice, “oggi ho il privilegio di essere chiamato a guidare.

È, questa, una responsabilità di cui avverto il grande peso, ma che molto mi onora, per il fondamentale significato di Servizio per le nostre Istituzioni che porta con sé.

L’Amministrazione penitenziaria rappresenta una parte fondamentale dello Stato ed è un presidio essenziale della nostra democrazia, saldamente costruita sulla nostra Costituzione. La Repubblica non si ferma davanti ai muri di cinta degli istituti penitenziari, ma si rinnova nel lavoro quotidiano di ogni operatore, negli sforzi dei dirigenti penitenziari e del personale tutto delle funzioni centrali. La Repubblica vive nel fondamentale presidio garantito, all’interno delle carceri e non solo, da ogni donna e da ogni uomo della Polizia penitenziaria, il Corpo con cui, da oggi, avrò l’onore di condividere l’alto compito di “garantire la speranza”, come recita il motto: “Despondere spem munus nostrum”; Corpo il cui spirito di servizio ben conosco, anche per le mie esperienze professionali passate.

Di tutto questo, ogni donna e ogni uomo dell’Amministrazione penitenziaria, ciascuno di noi, deve essere fiero e orgoglioso. Ben sapendo che quanto, ogni giorno, siamo chiamati ad offrire, con la serietà del nostro lavoro, è la condizione perché le nostre comunità possano vivere in sicurezza e in questo modo garantire i diritti fondamentali di tutti i cittadini, liberi e detenuti.

“Nessuno si salva da solo”, ci ha ricordato Papa Francesco.

Una frase che, trasferita dal piano spirituale a quello del vivere e dell’operare insieme, ci ammonisce sulla necessità di pensare a noi stessi e a quello che facciamo, non come entità isolate, accerchiate nella solitudine di un lavoro di così grande responsabilità, ma come parte essenziale di una Comunità più grande, che ha bisogno del contributo fondamentale che ciascuno di noi può dare, con il suo onesto lavoro quotidiano e quale sia il ruolo che è chiamato a ricoprire, sempre e comunque essenziale per l’Amministrazione di cui facciamo parte.

Con questo pensiero e con l’auspicio di una proficua esperienza di lavoro comune, vi rinnovo il mio saluto e vi ringrazio per l’accoglienza”.

Gnews, quotidiano online del Ministero della Giustizia

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