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La riforma fiscale “naturale”

Rocco Artifoni il . Economia, Giustizia, Istituzioni, Politica, Società

Il sistema tributario italiano è molto complicato? Vero. Ma si può semplificare facilmente. Come? Ecco un esempio chiaro: basta andare sul sito redditonaturale.org, inserire l’ammontare del proprio reddito e vedere quale dovrebbe e potrebbe essere l’imposta da pagare.

Reddito Naturale “non usa obsolete aliquote a scaglioni, ma una formula progressiva che permette di incrementare la percentuale di imposta al crescere del reddito. In esso confluiscono tutte le categorie di entrate. In questo modo, anche i più ricchi devono rispettare la progressività dell’imposta”.

La proposta è così ovvia che si potrebbe definire “naturale”. In realtà l’aggettivo “naturale” deriva dall’utilizzo del logaritmo naturale come base per la curvatura della progressività matematica applicata al reddito e di conseguenza all’imposta. Chi fa fatica con i numeri può anche tralasciare la spiegazione matematica della funzione utilizzata. Quello che conta è il risultato: inserire il reddito e ottenere l’imposta da pagare.

La progressività applicata da Reddito Naturale è estremamente accentuata e difficilmente potrebbe raccogliere ampio consenso nel contesto italiano. Ciò nonostante occorre sottolineare che il disegno della curva della progressività potrebbe variare, tant’è vero che nel sito internet Reddito Naturale presenta due proposte. L’aspetto più rilevante è il metodo utilizzato: “Reddito Naturale è progettato per semplificare l’attuale imposta sul reddito: obsoleta, dispersiva, iniqua e complicata da stratificazioni di norme e parametri. L’IRPEF deve essere riformata. Ma per progredire è necessario rivoluzionare gli schemi del passato”.

Inoltre, il sito di Reddito Naturale dedica una pagina alla presentazione delle proposte di riforma dell’imposta sul reddito dei partiti, dei sindacati e delle associazioni. E laddove sono indicate aliquote definite, vengono messe a confronto attraverso alcuni grafici che mostrano con chiarezza le differenze. Si tratta di un lavoro assai utile, che mette ogni cittadino nelle condizioni di valutare i risultati effettivi di ciascuna proposta.

Gli autori di Reddito Naturale non sono soltanto economisti e matematici, ma dimostrano anche uno spiccato senso di etica e giustizia sociale: “l’imposta sul reddito è lo strumento principale di redistribuzione della ricchezza. Come tale, deve garantire a tutti i cittadini di poter provvedere al proprio sostentamento e di poter accedere ai servizi essenziali, prevedendo compensazioni in caso di reddito insufficiente. Il sistema vigente non basta per bilanciare il divario tra ricchezza e povertà, né a contrastare il suo continuo incremento. I governi che si succedono optano per applicare correttivi in sostegno delle fasce di popolazione meno abbienti, invece che affrontare il problema della redistribuzione della ricchezza alla radice”.

Reddito Naturale si ispira alla Costituzione, in particolare all’art. 53: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”. Perciò “coloro che hanno avuto economicamente più fortuna diventano maggiormente partecipi della spesa pubblica, mentre a chi è rimasto ai margini della società viene garantita la possibilità di condurre una vita dignitosa e di ritrovare un’occasione di miglioramento”.

Il Parlamento e il Governo attualmente stanno discutendo della riforma fiscale. Se dessero un’occhiata al sito di Reddito Naturale potrebbero trovare ottimi spunti di riflessione e indicazioni utili per evitare riforme soltanto di facciata.

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