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Casellati, le riforme à la carte e l’adorato B.

Gian Carlo Caselli il . Costituzione, Giustizia, Istituzioni, Politica

Dichiarando di voler portare l’Italia nella “Terza Repubblica” con alcune riforme costituzionali, a partire dal “premierato”, il Governo sembra manifestare nostalgia per l’uomo solo al comando di infausta memoria.

Siamo ancora però nella fase delle bozze “cangianti” – che ricordano il surreale “salvo intese” di qualche tempo fa.

In attesa dell’ultima bozza possiamo però cominciare l’esame del progetto dall’assunto che le leggi hanno bisogno di buone gambe su cui camminare, esaminando così la figura di Maria Elisabetta Alberti Casellati, che la premier ha voluto nel suo governo come ministro delle riforme e che si è appunto intestata riforma del premierato.

La ministra Casellati è stata uno dei più accesi e convinti aderenti alle idee di Silvio Berlusconi, al punto che qualche commentatore ha usato per lei il termine ”pasdaran”.

Come quando evocò addirittura il colpo di stato a fronte di una sentenza – emessa in nome del popolo italiano – che non le piaceva perché contraria alle aspettative e agli interessi dell’adorato Cavaliere. O quando fu in prima fila in una manifestazione organizzata davanti al Tribunale di Milano, per protestare contro un processo sempre a carico del Cavaliere, quasi fosse il set del “Caimano”, il noto film di  Nanni Moretti. O ancora quando esibì un vestito nero per manifestare il suo “lutto” nella seduta del Senato che osava discutere la decadenza del Cavaliere in applicazione della legge Severino.

In sostanza, una ridotta sensibilità per il rispetto del principio di legalità, cardine della nostra Repubblica, in base a cui tutti i  cittadini sono uguali davanti alla legge e nessuno può sottrarsi alla sua osservanza.

Al suo posto, una netta  propensione per una giustizia “à la carte” valida solo per alcuni: di certo, non un buon viatico per mettere mano alla riforma di una Costituzione democratica basata sul primato dei diritti uguali per tutti e non sul primato assoluto della politica (intesa come maggioranza politica del momento).

Fonte: Il Fatto Quotidiano

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