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È morto Matteo Messina Denaro, l’ultimo stragista di Cosa Nostra

Redazione il . Abruzzo, Giustizia, Istituzioni, Mafie, Politica, Sicilia

Aveva 62 anni, da venerdì era in coma irreversibile all’ospedale dell’Aquila.

Dopo una agonia di alcuni giorni è morto nell’ospedale dell’Aquila il boss Matteo Messina Denaro, l’ultimo stragista di Cosa Nostra arrestato a gennaio dopo 30 anni di latitanza.

Il capomafia, 62 anni, soffriva di una grave forma di tumore al colon che gli era stata diagnosticata mentre era ancora ricercato, a fine 2020. Messina Denaro è morto poco prima delle 2.

Il corpo del mafioso si troverebbe ora in uno dei sotterranei dell’obitorio dell’ospedale aquilano che dista non più di cento metri dalla camera-cella nella quale era ricoverato dallo scorso 8 agosto. La Procura dell’Aquila, di concerto con quella di Palermo, ha disposto l’autopsia che verrà eseguita nell’ospedale aquilano.

Era stato proprio il cancro al colon a portare i carabinieri del Ros e la Procura di Palermo sulle tracce del boss, riuscito a sfuggire alla giustizia per 30 anni. Dopo la cattura, Messina Denaro è stato sottoposto alla chemioterapia nel supercarcere dell’Aquila dove gli è stata allestita una sorta di infermeria attigua alla cella.

Una equipe di oncologi e di infermieri del nosocomio abruzzese ha costantemente seguito il paziente apparso subito, comunque, in gravissime condizioni. Nei 9 mesi di detenzione, il padrino di Castelvetrano è stato sottoposto a due operazioni chirurgiche legate alle complicanze del cancro.

Dall’ultima non si è più ripreso, tanto che i medici hanno deciso di non rimandarlo in carcere, ma di curarlo in una stanza di massima sicurezza dell’ospedale, trattandolo con la terapia del dolore e poi sedandolo.

Prima di perdere coscienza ha incontrato alcuni familiari e dato il cognome alla figlia Lorenza Alagna, avuta in latitanza e mai riconosciuta. La ragazza, che aveva incontrato il padre per la prima volta in carcere ad aprile, insieme a una delle sorelle del capomafia e alla nipote Lorenza Guttadauro, che è anche il difensore del boss, è stata al suo capezzale negli ultimi giorni.

Venerdì, sulla base del testamento biologico lasciato dal boss che ha rifiutato l’accanimento terapeutico, gli è stata interrotta l’alimentazione ed è stato dichiarato in coma irreversibile. Nei giorni scorsi la Direzione sanitaria della Asl dell’Aquila ha cominciato a organizzare le fasi successive alla morte del boss e quelle della riconsegna della salma alla famiglia, rappresentata da Lorenza Guttadauro e Lorenza Alagna. La Procura dell’Aquila, di concerto con quella di Palermo, ha disposto l’autopsia sulla salma.

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Fonte: Ansa


Matteo Messina Denaro è morto oggi, il boss aveva 62 anni

Era ricoverato nel reparto detenuti dell’ospedale San Salvatore a L’Aquila per un tumore al colon giunto al quarto stadio. Disposta autopsia, il capomafia sarà sepolto a Castelvetrano.

Matteo Messina Denaro è morto oggi, 25 settembre 2023. Il boss della mafia aveva 62 anni ed era ricoverato nel reparto detenuti dell’ospedale San Salvatore a L’Aquila per un tumore al colon giunto al quarto stadio.

Messina Denaro era da tre giorni in coma irreversibile per le conseguenze del cancro. Assistito fino all’ultimo dagli specialisti della terapia del dolore che lo hanno preso in carico dopo la sospensione di qualsiasi terapia oncologica. È stato lo stesso boss, arrestato lo scorso 16 gennaio dopo 30 anni di latitanza, a chiedere di evitare l’accanimento terapeutico. Ecco perché è stata sospesa l’alimentazione parenterale per endovena.

Le condizioni sono precipitate quando Messina Denaro ha avuto, come si apprende, un forte sanguinamento a cui è seguito un collasso. Ad agosto era stato operato d’urgenza per una occlusione intestinale diventata cronica. Il boss è stato ricoverato in ospedale lo scorso 8 agosto.

L’Asl dell’Aquila è già da giorni al lavoro per gestire le fasi successive alla morte di Messina Denaro e la riconsegna della salma alla famiglia, che è rappresentata dalla nipote, l’avvocata Lorenza Guttadauro: la legale si trova all’Aquila da diversi giorni. Presente anche la figlia del boss, Lorenza Alagna, che nei mesi scorsi ha chiesto e ottenuto il riconoscimento del cognome del padre. La madre del boss non ha invece mai raggiunto l’ospedale perché è a letto, malata grave da tempo, nella sua casa di Castelvetrano.

La struttura sanitaria è presidiata da decine di poliziotti, Carabinieri e uomini della Guardia di finanza, con il sostegno dell’Esercito.

Autopsia, poi il trasferimento in Sicilia: boss sarà sepolto a Castelvetrano

E’ la legale della famiglia ad occuparsi adesso di tutte le pratiche burocratiche per il trasferimento della salma del capomafia a Castelvetrano, dove sarà sepolto. La Procura dell’Aquila, di concerto con la procura di Palermo, ha intanto deciso di disporre “l’autopsia sulla salma di Matteo Messina Denaro, persona notoriamente afflitta da gravissima patologia”. ”L’apertura di un procedimento è atto tecnico necessario per procedere a tale incombenza”, si legge nella nota della procura dell’Aquila.

“Per Castelvetrano la morte di Messina Denaro rappresenta la chiusura di un capitolo e l’apertura di un nuovo capitolo”. A dirlo all’Adnkronos è il sindaco della città che ha dato i natali al boss morto nella notte. “Serve sempre rispetto davanti alla morte – dice il primo cittadino – perché contrariamente ai mafiosi, noi la vita la rispettiamo fino alla morte, ma non possiamo dimenticare chi è stato Messina Denaro, un assassino, uno stragista che ha fatto male alla sua terra. Che con la sua presenza-assenza ha tenuto lontano da queste terre tanti imprenditori che probabilmente avrebbero creato posti di lavoro”. “Quell’uomo ha condizionato questa città – dice – il ricordo che si ha è quello di un giovane prepotente che si godeva la vita con macchine grosse, e guai a sbarrargli la strada, altrimenti perdevi la vita”.

“La liberazione di Castelvetrano è avvenuta con l’arresto – prosegue – oggi con la morte si chiude un libro per aprirne un altro. Fatto di tanti radici che questa città ha, radici nobili, cultura, storia, arte, bisogna tornare a parlare di Castelvetrano con attività culturali che la identificano, il nostro centro storico, ad esempio, o il parco archeologico. Castelvetrano non è riuscita a essere conosciuta proprio a causa di questa cappa”.

Le accuse a Messina Denaro

Nel corso degli anni il boss morto oggi ha accumulato avvisi di cattura e condanne all’ergastolo per associazione mafiosa, omicidi, ma anche diversi attentati. Condannato per la strage di Capaci – dove morirono il giudice Falcone, la moglie e tre agenti di scorta – Messina Denaro è ritenuto responsabile anche della Strage dei Georgofili a Firenze e mandante di quella di via Palestro a Milano, oltre all’attentato di via Furio a Roma con obiettivo Maurizio Costanzo. Tra le accuse, anche quella di aver dato l’ordine sul sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo, sciolto nell’acido dopo essere stato strangolato al termine dei quasi 800 giorni di prigionia.

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Fonte: Adnkronos


È morto Matteo Messina Denaro

Il boss delle stragi, della latitanza che sembrava infinita, aveva 61 anni. Era ricoverato dal 5 settembre scorso nell’ospedale dell’Aquila per un tumore al colon. L’arresto, dopo oltre trent’anni di ricerche e misteri, il 16 gennaio scorso in una clinica di Palermo. Il sindaco di Castelvetrano all’AGI: c’è un’aria nuova.

Il boss mafioso Matteo Messina Denaro, 61 anni, è morto all’ospedale dell’Aquila dove si trovava ricoverato per un cancro al colon. Il boss era stato arrestato il 16 gennaio scorso in una clinica di Palermo dopo trenta anni di latitanza. Era in coma irreversibile da venerdì scorso.

Al capezzale di Messina Denaro, nel nosocomio aquilano di San Salvatore, erano la figlia Lorenza, la nipote Lorenza Guttadauro e la madre del boss, l’ultraottantenne Lorenza Santangelo moglie di “Don Ciccio” Messina Denaro, capomafia della provincia di Trapani alla fine degli anni 80.

Il boss di Cosa Nostra era in carico al team della terapia del dolore dopo la sospensione delle cure per il tumore in fase terminale. Era stato ricoverato in ospedale l’8 agosto scorso, dopo avere sostenuto le cure chemioterapiche nel carcere delle Costarelle, in cui era detenuto in regime di 41 bis.

La salma trasferita in obitorio per autopsia

La salma di Matteo Messina Denaro è stata spostata dalla cella riservata ai detenuti del 41bis all’obitorio del carcere di L’Aquila, nei locali sotterranei inaccessibili, dove neanche la figlia Lorenza e la nipote Lorenza Guttadauro (suo avvocato di fiducia) che da giorni si sono trasferite in città per stare accanto al boss, possono avvicinarsi.

Il corpo del boss di Castelvetrano dovrà infatti essere sottoposto ad autopsia prima di lasciare il capoluogo della regione Abruzzo per essere tumulato a Castelvetrano.

Il sindaco Castelvetrano, “C’è un’aria nuova”

A Castelvetrano – dove Matteo Messina Denaro è nato e cresciuto e ha costruito la sua carriera criminale – si respira da oggi “un’aria nuova”. “Ma questo capitolo nuovo – spiega all’AGI il sindaco Enzo Alfano, appresa la notizia della morte del boss all’Aquila – è parte di un percorso già iniziato, che deve continuare e deve condurre alla piena consapevolezza di chi era Matteo Messina Denaro: un assassino uno stragista”. Da decenni tempo Messina Denaro, prosegue Alfano, “non apparteneva più a questa città: totalmente scomparso, gli unici ricordi che i cittadini hanno della sua giovinezza era di un uomo prepotente, che faceva paura”.

 “La sua latitanza – sottolinea all’AGI il sindaco Alfano – ha fatto male a questa terra, è stata una cappa invadente che ha impedito a questo territorio di dispiegare tutte le sue potenzialità. Il nostro percorso ci deve portare a essere antimafiosi per eccellenza, a impedire che determinate situazioni possano ricostituirsi. Il terreno è stato coltivato da decenni da questi criminali, ed è una minoranza che ha condizionato questo territorio: parecchi di loro sono in galera, adesso è morto il loro capo, si potrà respirare aria nuova e c’è una rete istituzionale che consente a chiunque voglia investire e lavorare qui sa oggi di trovare un territorio diverso, sano”.

Centrale diventa il tema dei beni confiscati alla mafia e, in particolare, ai Messina Denaro. “Qualche mese fa abbiamo incontrato in prefettura l’Agenzia dei beni confiscati – spiega Alfano – e abbiamo manifestato l’intenzione di prenderli tutti in carico: sono circa un centinaio, buona parte dei quali riferibili a Messina Denaro: speriamo che tanti giovani imprenditori, agricoli e non, si avvicinino, se li aggiudichino e li facciano sviluppare in un’economia che dalle nostre parti è piuttosto asfittica. Si tratta di terreni e anche immobili molto interessanti per un’imprenditoria seria e sana”.

Fonte: AGI, Agenzia Italia


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