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Più prevenzione di polizia per più delitti da scoprire

Piero Innocenti il . Criminalità, Droga, SIcurezza

polizia controlli covidNella funzione generale di polizia, la prevenzione, nel suo significato più ampio, è il momento più importante perché se fatta con continuità e con l’impiego adeguato di risorse umane, consente di mantenere entro limiti di “sopportabilità” le ansie e le paure derivanti dalla delinquenza di strada.

Dunque, è soprattutto un buon controllo del territorio, urbano ed extraurbano, che viene svolto dai servizi di Polizia di Stato (Volanti) e Carabinieri (Radiomobile) e la tempestività degli intereventi che consentono ai cittadini di vivere più tranquillamente nelle case e nelle strade.

Quando si verificano troppi fatti delittuosi che si concentrano in determinate fasce orarie e contesti urbani e sono ripetitivi, è il segnale che i malviventi si muovono sulle strade con grande facilità, che i controlli sono insufficienti, che è necessario integrare il dispositivo di sicurezza con altre risorse.

Tra pochi giorni, con la cosiddetta “fase2” della ripresa graduale delle attività commerciali, la mobilità delle persone aumenterà rispetto al periodo che stiamo vivendo e con essa torneranno a muoversi di più anche i malviventi.

Sarebbe opportuno, allora, riuscire a mantenere attivi (almeno in parte) quei dispositivi di controllo straordinari attuati dalle forze di polizia e da quelle locali nelle settimane passate durante il lockdown.

Ciò contribuirebbe sicuramente a contenere quella “spinta” delinquenziale che si registrerà nell’allentamento della presenza delle forze dell’ordine e che tenderà a riportare la media giornaliera dei delitti denunciati su tutto il territorio nazionale intorno al valore di 6.500 unità, rispetto ai  1.800 circa mediamente rilevati a  marzo ed aprile. Potenziamento, allora, degli organici di Polizia di Stato e Carabinieri (arruolamenti e corsi straordinari, superando le attuali criticità delle procedure concorsuali sospese) da destinare ai servizi su strada, ma anche a quelli investigativi, per cercare di scoprire gli autori dei reati, in tutti i casi, anche in quelli in cui le vittime sono cittadini ai quali sono stati sottratti beni di modesto valore.

Sono certo che, in questo modo, i dati statistici sulla delittuosità (quella denunciata) elaborati periodicamente dal Servizio Analisi Criminale (ufficio a composizione interforze) del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, sarebbero più tranquillizzanti.

Gli ultimi, pubblicati di recente (aprile, in occasione della Festa della Polizia) e riferiti al 2019, ancora non lo sono, se facciamo riferimento ai delitti scoperti rispetto al totale dei denunciati. Alcuni dati possono aiutare a comprendere meglio.

Così, sul totale dei furti in generale, 263.355, solo per  18.491 (il 7% circa) sono stati individuati gli autori, percentuale che sale al 10% nei furti con strappo (447 sul totale di 4.329) per poi ridiscendere al 4% nei furti con destrezza (1.606 scoperti su 40.509), al 5% nei furti in abitazione (quelli che creano maggiori ansie in chi li subisce) ossia 1.501 sul totale di 30.048.

I furti, poi, di autovetture e su auto in sosta, sono quelli più impuniti se si pensa che, rispettivamente, ne sono stati scoperti 363 sul totale di 21.693 (l’1,3%) e 805 su 28.343 (il 2,5%). Va meglio negli esercizi commerciali dove, grazie alla presenza di una vigilanza privata e di tempestive segnalazioni, i furti scoperti sono stati 7.590 (il 35%) di quelli denunciati (21.461).

Meriterebbero approfondimenti investigativi, se ci fossero le risorse, i delitti di danneggiamenti in generale e di quelli seguiti da incendi (in buona parte denunciati nelle regioni meridionali) di cui sono stati scoperti appena l’11% (rispettivamente 4.348 sul totale di 41.089 e 171 su 1.477).

Un quadro generale, sia pure parziale, che richiederebbe una speciale attenzione proprio in questi giorni in cui si stanno riesaminando i tanti aspetti di una vita sociale che sarà diversa da quella alla quale ci eravamo abituati.

Il (momentaneo) ristagno nello spaccio di stupefacenti

Alla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA) hanno dovuto lavorare con buon impegno sino al 20 aprile per aggiornare i dati statistici di marzo a livello nazionale e quelli provinciali, relativi all’azione di contrasto al narcotraffico svolta dalle forze di polizia e dalle dogane.

Tale lavoro, in genere, si concludeva nei primi giorni del mese ma sarebbero stati dati modesti, sia pure non consolidati, che non riflettevano bene l’impegno su tutto il territorio nazionale che pure c’è stato dei vari organismi di polizia alle prese, come ben noto, con i molteplici servizi di controllo del territorio collegati alla situazione emergenziale dell’epidemia da Covid-19 (che permane).

Dunque, nonostante il momentaneo rallentato dinamismo nel mercato degli stupefacenti, a marzo scorso ci sono state 1.349 operazioni antidroga (il numero più basso dal gennaio 2019), con il sequestro complessivo di 1.990,25kg di stupefacenti di cui 7,35kg di eroina, 778,77kg di cocaina (il grosso a Reggio Calabria con 527kg e nel porto di Savona con 139kg), 875,58kg di hashish, 315,24kg di marijuana e 1.560 piante di cannabis.

“Soltanto” 1.748 le persone denunciate all’a.g. (il valore più basso dal gennaio 2019) di cui 1.036 in stato di arresto (sollecitamente rimesse in libertà nella maggior parte dei casi dopo la convalida del Gip), di cui 627 stranieri (anche in questo caso il valore mensile più basso degli ultimi cinque anni).

Salgono, così, a 11.519,68 kg il totale degli stupefacenti sequestrati nei primi tre mesi del 2020 di cui ben 6.700,36kg di cocaina (in tutto il 2019 sono stati oltre 7.500kg).

La cosiddetta “fase2”, di ripresa, anche per il narcotraffico è, comunque, imminente con l’attenuazione preannunciata delle limitazioni alla circolazione delle persone e già in questi ultimissimi giorni di aprile si è notata una certa “impazienza” degli spacciatori che hanno ripreso la loro attività (talvolta spostandosi in taxi o in monopattino) e, in diversi casi sono stati bloccati, momentaneamente, da poliziotti e carabinieri in quella che continua ad essere la “lotta di Sisifo” delle forze dell’ordine.

Riorganizzazione delle forze dell’ordine per il post Covid-19

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