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La Procura di Firenze dispone un maxi sequestro milionario a carico di Marcello Dell’Utri

Redazione il . Giustizia, Istituzioni, Mafie, Toscana

Berlusconi donò 900.000 euro. A Palermo niente confisca.

A Firenze scatta un sequestro da 10 milioni e 840.000 euro a Marcello Dell’Utri e alla moglie Miranda Ratti, ordinato dal gip Antonella Zatini su richiesta della procura distrettuale antimafia.

A Palermo, invece, il tribunale rigetta una richiesta della procura di sottoporre l’ex senatore di Forza Italia alla sorveglianza speciale e di sequestrare suoi beni per la confisca per via del patrimonio sproporzionato rispetto ai suoi redditi. Dell’Utri “non è più socialmente pericoloso” hanno scritto i giudici palermitani, e riguardo al fatto che Berlusconi abbia pagato il suo silenzio con generose elargizioni tali da gonfiare i beni di Dell’Utri, scrivono, è tesi che seppur “estremamente suggestiva presta il fianco alla finora indimostrata esistenza di accordi fra il sodalizio criminale e Berlusconi”.

Il provvedimento di Palermo è del 13 marzo. L’ordinanza di Firenze è del 12 marzo e segue un’altra strada: ossia che Dell’Utri, come condannato con sentenza definitiva per concorso esterno in associazione di tipo mafioso nel 2014, avrebbe dovuto comunicare per la legge Rognoni-La Torre, le variazioni patrimoniali. Non lo ha fatto e la sanzione è il sequestro. Il gip Zatini individua 10,8 milioni di euro da sequestrare e li pesca dalla ricostruzione della Dia fiorentina sui flussi nei conti correnti di Dell’Utri e della moglie.

Sono stati trovati movimenti, positivi e negativi, per poste totali di 42,6 milioni di euro in circa dieci anni. E in queste operazioni ci sono versamenti di denaro disposti a proprio nome dal Cav a uno dei suoi più fidati dirigenti e sodali. In particolare ci sono 10 bonifici da 90.000 euro ciascuno con causale “donazione di modico valore”, più un altro da 20.000 euro a titolo di rimborso elargiti da Silvio Berlusconi a Marcello Dell’Utri tra il 19 maggio 2021 e il 22 maggio 2023. Trovati pure prestiti infruttiferi, a scadenza di sei anni e senza rateizzazione, erogati in più volte per un totale di 10,5 milioni da Berlusconi a Miranda Ratti dal 2016 al 2020. Sono flussi diretti dal Cav verso Dell’Utri e la moglie.

Ma le operazioni sono molto più numerose, coinvolgono società del gruppo e riguardano anche compravendite immobiliari a Segrate e sul lago di Como. Il gip considera che “l’entità delle transazioni indebitamente non comunicate alle autorità da Dell’Utri ammonta – tra movimentazioni dirette e indirette – all’importo complessivo di 10 milioni e 840.000 euro” di cui “8.250.000 euro complessivi, apparentemente attribuiti a Miranda Ratti in movimentazioni economiche successive all’aprile 2018 sia in realtà da attribuire a Marcello Dell’Utri”.

L’ordinanza valorizza la testimonianza di un dirigente berlusconiano, Giuseppe Spinelli, che agli investigatori nel novembre 2021 riferì di un accordo fra Berlusconi e Dell’Utri che prevedeva la corresponsione di 30.000 euro mensili: per il gip tale accordo è riportabile ai 900.000 euro bonificati come donazioni tra il 2021 e il 2023 di cui sono i bonifici.

Per gli avvocati di Dell’Utri Francesco Centonze e Filippo Dinacci “il sequestro riguarda somme di denaro ricevute dal dottor Dell’Utri e dalla signora Ratti attraverso bonifici effettuati, in maniera del tutto lecita e trasparente, dal dott. Berlusconi per ragioni di affetto e gratitudine verso l’amico Dell’Utri”, comunque “sono fatti notissimi già oggetto, da almeno un decennio, dello scrutinio di svariate procure con esiti sempre ampiamente liberatori”.

In un’altra nota l’avvocato Giorgio Perroni, legale della famiglia Berlusconi, afferma che “riemerge per l’ennesima volta la fantomatica tesi sostenuta dalla procura fiorentina secondo cui la generosità dimostrata verso Dell’Utri costituisce il ‘prezzo’ che il Presidente avrebbe pagato per il suo silenzio” ma “sono quasi due anni che la ricostruzione fiorentina è stata smentita e, malgrado ciò, si continua a calunniare Berlusconi”.

Fonte: Ansa


Firenze, la Procura Antimafia sequestra a Dell’Utri 19 milioni di euro

L’ex senatore di Forza Italia non avrebbe comunicato variazioni reddituali per un ammontare di oltre 42 milioni e mezzo. A Palermo, invece, il Tribunale respinge le richieste della Procura di confisca dei beni e di sorveglianza speciale.

Sequestrati oltre 19 milioni di euro a Marcello Dell’Utri: il provvedimento è stato disposto dal gip di Firenze, Antonella Zatini, ed eseguito dalla procura distrettuale antimafia del capoluogo toscano. Nello specifico, più di 10 milioni di euro sono stati sequestrati a Dell’Utri stesso, mentre 8.250.000 euro sono stati sequestrati a Miranda Anna Ratti, moglie dell’ex senatore di Forza Italia.

Dell’Utri, secondo l’accusa, in quanto condannato per concorso esterno in associazione di tipo mafioso, avrebbe dovuto comunicare – secondo la legge Rognoni/La Torre – le variazioni del reddito, per un ammontare di oltre 42 milioni e mezzo, ma non lo avrebbe fatto. Da qui, il sequestro preventivo.

L’indagine, viene spiegato in una nota della Procura di Firenze, si inserisce nel quadro di un procedimento penale, oggetto di un più ampio coordinamento investigativo, portato avanti in ambito nazionale dalla Direzione nazionale antimafia, e finalizzato all’individuazione dei mandanti esterni delle stragi mafiose del 1993-1994.

Sono state invece respinte dal Tribunale di Palermo le richieste di confisca dei beni e di sorveglianza speciale fatte dalla Procura. La sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo ha depositato il provvedimento il 13 marzo scorso.

Fonte: Rainews


Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze – Direzione Distrettuale Antimafia

Comunicato stampa

Il Procuratore della Repubblica,

ritenuta la rilevanza dei fatti accertati e l’interesse pubblico alla diffusione della vicenda oggetto del procedimento penale trattato da questa Direzione Distrettuale Antimafia, tenuto conto della entità della misura disposta dal Giudice per le indagini preliminari, su richiesta di questa D.D.A.;

ritenuto inoltre la necessità di assicurare una comunicazione istituzionale rispettosa della ricostruzione investigativa sin qui operata, garantendo- nel pieno rispetto della presunzione di non colpevolezza- parità di accesso degli organi di comunicazione ad un fonte informativa qualificata, tale essendo quest’Ufficio titolare del procedimento cui inerisce la misura disposta;

comunica

che, nel corso della mattina del 21 marzo 2024, la Direzione Investigativa Antimafia di Firenze, ha eseguito un provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. finalizzato alla confisca, emesso dal Tribunale di Firenze – Sezione del Giudice per le Indagini Preliminari.

Tale sequestro è stato disposto, nei limiti statuiti dal Giudice delle indagini preliminari, all’esito della richiesta di questa Direzione Distrettuale Antimafia, avanzata nel procedimento penale nei confronti del sig. Marcello Dell’Utri.

In particolare, la misura cautelare reale è stata richiesta ed ottenuta con riguardo alle fattispecie di reato di cui agli articoli 30 e 31 legge 13 settembre 1982, n. 646, di cui agli artt. 81 II c. c. p., 31 legge 13 settembre 1982, n. 646, in relazione all’art. 30 della medesima normativa, poiché, l’indagato, con più azioni e omissioni, in tempi diversi, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, pur essendovi tenuto – in quanto condannato con decisione passata in giudicato, a seguito della sentenza della Corte di Cassazione del 9 maggio 2014, depositata il l° luglio 2014, per il reato di concorso esterno nel delitto di associazione di tipo mafioso – ometteva di comunicare, entro i termini stabiliti dalla legge, le variazioni patrimoniali indicate nell’art. 30 della medesima normativa per un ammontare complessivo di 42.679.200 euro.

Con il provvedimento in narrativa è stato disposto il sequestro preventivo in forma diretta, sino alla concorrenza della somma di 10.840.451,72 euro, riconducibile a Marcello Dell’Utri nonché, per la quota parte di 8.250.000,00 euro della somma complessivamente suindicata, anche indirettamente riconducibile al predetto, per il tramite di Miranda Anna Ratti, ovvero per equivalente sui beni nella disponibilità diretta e indiretta di Marcello Dell’Utri nelle modalità e quote sopra indicate.

L’indagine in cui risulta emessa la predetta misura cautelare reale, si inserisce nel quadro di procedimento penale oggetto di un più ampio coordinamento investigativo, portato avanti, in ambito nazionale, dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, finalizzato all’individuazione dei mandanti esterni delle stragi continentali del 1993-1994.

Nel corso del procedimento sono stati condotti vari accertamenti concernenti i flussi finanziari che hanno riguardato Marcello Dell’Utri dal 2014 ad oggi. Secondo quanto sin qui emerso, questi, pur essendovi tenuto, in quanto condannato con decisione passata in giudicato, a seguito della sentenza della Corte di Cassazione del 9 maggio 2014, depositata il l 0 luglio 2014, per il reato di concorso esterno nel delitto di associazione di tipo mafioso, ometteva di comunicare, entro i termini stabiliti dalla legge, le variazioni patrimoniali indicate nell’art. 30 della legge n.646/1982 per l’ammontare sopra indicato, per come rideterminato dal Giudice delle indagini preliminari.

Si precisa che l’indagato è assistito per tutta la durata del procedimento – attualmente ancora in fase investigativa- dalla presunzione di non colpevolezza.

Si trasmette per opportuna conoscenza al sig. Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Firenze, nonché al Signor Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo.

Firenze, 21 marzo 2024

Il Procuratore della Repubblica Filippo Spezia


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