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Spazio ai gambiani nel narcotraffico

Piero Innocenti il . Criminalità, Droga

operazione-europaAlcuni giorni fa a Reggio Emilia la polizia locale ha eseguito una decina di ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti gambiani dediti allo spaccio di stupefacenti.

L’operazione antidroga (denominata “Piazzale Europa”) iniziata circa un anno fa, è singolare non solo perché attività di questo genere vengono di norma condotte dagli organismi specializzati della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza e non dalla polizia locale i cui compiti istituzionali sono ben altri, ma anche perché l’indagine ha evidenziato una struttura, sia pure embrionale ma collaudata, di una “banda di gambiani” che unitamente ad altri gruppuscoli operativi in altre zone stanno sgomitando nell’affollato mondo dei trafficanti- spacciatori che coabitano nel nostro paese.

E’ sufficiente dare uno sguardo ai dati statistici elaborati negli ultimi anni dalla DCSA per rendersi conto di come siano andati aumentando considerevolmente i cittadini gambiani denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria per reati di droga: dai 231 dell’anno 2009 (di cui ben 188 in Lombardia, 30 nel Lazio, 17 in Friuli Venezia Giulia, 2 in Emilia Romagna, 2 in Campania, 1 in Piemonte e in Liguria), ai 412 del 2014 con una incidenza del 3,89% sul totale (9.802) degli stranieri denunciati, ai 1.263 del 2018, con una incidenza del 8,88% sul totale (14.217) degli stranieri denunciati nel corso dell’anno.

E’ stato questo l’anno in cui si era conclusa l’operazione “Green Bay” condotta dalla Polizia di Stato di Lecce con l’arresto di diciassette soggetti componenti tre gruppi di spacciatori (in prevalenza di marijuana) del Gambia, del Mali e del Senegal.

La DIA che nella sua relazione semestrale dava conto di tali attività evidenziando come “..i citati gruppi avessero costantemente mantenuto il controllo della loro zona di spaccio, senza sconfinare, dimostrando di essersi spartiti  il territorio attraverso un accordo che garantiva a tutti loro introiti sicuri”.

Un’attività di indagine che è stata possibile anche grazie al lavoro di agenti undercover e che ha consentito di evidenziare come la maggior parte degli spacciatori, sebbene non legati tra loro da particolari vincoli di consorteria, si fossero di fatto organizzati per massimizzare i profitti. Insomma, brutti segnali nello scenario della criminalità africana dei narcotrafficanti presente in Italia che non vanno assolutamente sottovalutati se si vogliono evitare le mutazioni che, poi, avvengono nel tempo verso vere e proprie organizzazioni criminali, anche mafiose, come è accaduto con i nigeriani.

Si è trattato, sino ad ora, di manovalanza e di gruppi di gambiani isolati, spesso in posizione irregolare sul territorio nazionale o, addirittura, ospiti in centri di accoglienza come è accaduto nel 2019 quando a Belluno, la Polizia di Stato (operazione Il “Posto magico”) ne arrestò tre che gestivano una piazza di spaccio di eroina, cocaina e marijuana a pochi passi dal centro della città veneta dove si andavano a rifornire anche molti minorenni.

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