I delitti commessi in Italia nel 2012
Diciannovemilionicentottantami
Limitandoci ad alcune esposizioni “numeriche” e a sintetiche considerazioni di carattere generale riguardanti il triennio 2010/2012, si può, intanto rilevare come nel decorso 2012 si sia registrato un aumento del 5,3% di delitti (2.760.319), rispetto al 2010 (2.621.019) ed un meno 0,1% in confronto al 2011 (2.763.012), destinato ad annullarsi nelle prossime settimane man mano che il dato del 2012 si “consoliderà”. Non è certamente nelle intenzioni di chi scrive alimentare ansie collettive ( già ci sono troppi e angustianti i problemi quotidiani), e, tuttavia, credo sia necessario riflettere su questi punti perché le buone condizioni di sicurezza pubblica sono fondamentali per un paese che deve poter uscire dalla profonda crisi che sta attraversando.
Nei delitti contro la persona del 2012 (includono i tentati omicidi, lesioni, percosse, minacce, omicidi preterintenzionali, omicidi colposi), si rileva un più 3,2% rispetto al 2010 (163.412), mentre con i 521 omicidi volontari il decremento è dell’1,7% rispetto al 2010 (530 omicidi) e del 5,6% rispetto al 2011 (552).
Rilevante il numero totale dei furti, 1.508.814, ossia più della metà di tutti i delitti denunciati, con un più 13,9% rispetto al 2010 (1.325.013) e un più 3,3% rispetto a quelli del 2011 (1.460.205). Colpisce ancor di più il numero dei furti in abitazione salito a 234.768, con un più 38,8% in confronto al 2010 (169.163) e un più 14,6% del 2011 (204.891). Si tratta, come noto, di attività predatoria che viola l’intimità domestica e che lascia nelle vittime, almeno per un po’ di tempo, un senso brutto di ansia e di smarrimento. Qualche apprensione anche sul totale delle rapine: 42.106 nel 2012, con un più 24,7% rispetto al 2010 (33.754) e un più 3,8% del 2011 (40.549). E’, tuttavia, quel 64,8% in più di rapine in casa del 2012 (3.471) rispetto al 2010 e del 21,4% rispetto al 2011 (2.858), che deve rappresentare un serissimo campanello di allarme e stimolare le autorità di pubblica sicurezza, nazionali, provinciali e locali, ad un’azione strategica di prevenzione sistematica, rigorosa, coordinata sul territorio di tutte le forze di sicurezza. Quella repressiva, proporzionale all’incremento di delitti, c’è stata se andiamo a considerare quel 38,9% in più di persone denunciate (2.115) nel 2012 per queste aggressioni in casa rispetto alle 1.523 del 2010 e alle 1.860 del 2011. Senza voler criminalizzare nessuno, non c’è dubbio che i 1012 stranieri denunciati nel 2012 per tali rapine, sul totale dei 2.115, rappresentano un dato su cui bisogna riflettere, non solo con azioni di polizia e giudiziarie, indiscutibilmente necessarie, ma anche con iniziative che tendano a “includere” e non a emarginare (o peggio ancora) gli stranieri. Nelle rapine in banche, scese dalle 1.382 del 2010 alle 1.360 del 2011 a 1.139 del 2012, si è registrato, di conseguenza, un decremento delle persone denunciate che sono risultate, in prevalenza, italiane ( su 1.553 denunciati nel 2012, 91 gli stranieri).Infine, sul totale delle persone (917.858) segnalate alle varie Procure della Repubblica, il 2012 ha fatto registrare un incremento del 5,8% rispetto al 2010 (867.842), di cui 286.168 stranieri ( un 4,3% in più del 2010 e un 1,1% in più del 2011).
Il sintetico quadro esposto, può, forse, essere di qualche utilità alle diverse istituzioni statali territoriali, in primo luogo alle autorità di pubblica sicurezza (prefetti e questori) per qualche momento di riflessione, ma è soltanto con una forte prevenzione e un buon controllo del territorio( che si può avere solo con più risorse umane a Polizia e Carabinieri) che si potrà “ far dormire sonni tranquilli” ai cittadini.
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