Se i social diventano strumento per la costruzione della nostra comunità
Qualcosa sta accadendo in questi giorni di isolamento anche sui social ed è un clima diverso che avvertiamo in moltissimi dei post che vengono pubblicati.
E’ come se la paura ci stesse spingendo a diventare meno acidi, meno polemici, e ci stesse spingendo a riscoprire valori che avevamo dimenticato.
Siamo meno disponibili ad accettare chi vede soprattutto negatività intorno a noi, riscoprendo un senso di essere comunità che avevamo smarrito.
Cantiamo insieme e condividiamo le canzoni che ci fanno sentire vicini, postiamo applausi mentre siamo affacciati alle finestre o sui balconi di casa, coloriamo le nostre terrazze con i colori dell’arcobaleno, sentiamo il bisogno di unirci in un abbraccio che oggi non possiamo darci fisicamente.
Tutto questo sta invertendo il negativo che i social, grande strumento di comunicazione, avevano creato in noi, facendoci capire quanto invece questi strumenti, se gestiti bene, possono invece aiutarci a costruire un senso di comunità importante.
La stessa poltica è costretta a fare i conti con la realtà che stiamo vivendo e chi ieri sfruttava questi strumenti per un solo fine propagandistico oggi si sente più smarrito e più isolato.
Che strano, l’isolamento che stiamo vivendo realmente, isola o mette in secondo piano proprio chi su questi argomenti ha costruito il suo percorso culturale.
Questo non vuol dire che non si devono mettere in luce errori, che non si debbano criticare scelte o decisioni, ma lo stiamo facendo in modo diverso, perchè ci sta unendo la voglia comune di tornare ad incontrarci nelle strade, nelle piazze, nei luoghi di lavoro, nelle scuole.
Abbiamo oggi un obiettivo comune e avvertiamo la responsabilità di essere cittadini responsabili e costruttori di comunità.
E l’esempio più bello in questi giorni viene dai nostri ospedali, dove il personale sta dando l’anima per salvare la vita a chi soffre e rischia di morire, isolato anche dall’amore dei propri cari, e dai tanti dipendenti delle aziende che in queste ore, andando al lavoro, si prendono sulle proprie spalle il paese, permettendo a chi è più debole di non rischiare.
Ricordiamoci domani, quando anche questa notte sarà passata, quanto di bello stiamo costruendo oggi nel tunnel che stiamo vivendo, in questi luoghi di vita e lavoro, ma anche ciascuno dal suo computer o smartphone.
Stiamo riscoprendo quanto è importante il pubblico, inteso come servizio che ciascuno può dare per migliorare la vita di tutti.
Anche in questo caso fare memoria sarà importante; vorrà dire ricordarsi che anche nella normalità, pur nelle differenze di idee e pensieri, siamo un popolo, una nazione, una comunità che si fonda sulla solidarietà, sull’eguaglianza, sulla libertà e sulla necessità di dare a ciascuno di noi la possibilità di realizzare i propri sogni e progetti.
E’ tutto già scritto nella nostra meravigliosa Costituzione.
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