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Le interminabili migrazioni

Piero Innocenti il . Senza categoria

2È da anni ormai che decine di navi di vari paesi sono impegnate nel Mediterraneo per soccorrere decine di migliaia di profughi/migranti in fuga dal Continente africano e diretti verso le coste italiane (la frontiera esterna dell’UE) o quelle greche per tentare di proseguire, poi, lungo i paesi balcanici superando mille ostacoli e pericoli, verso luoghi più accoglienti, meno ostili.
Le ultime notizie (19 novembre) che filtrano dal Ministero dell’Interno, dove è attivo nelle 24 ore il centro nazionale di monitoraggio e coordinamento dei soccorsi in mare “Roberto Iavarone”, operativo presso la Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere, parlano di alcuni natanti soccorsi dalle navi ong, Acquarius e Burbon Argon, con 646 migranti a bordo e 14 salme recuperate durante le operazioni. Dall’inizio del 2016 sale, così, a 168.476 il numero delle persone salvate in mare, superando nettamente il valore di quelle dell’intero 2015 (153.842) e avvicinandosi a quello che fu il record assoluto dei soccorsi nel 2014 (170.100) destinato, quasi sicuramente, ad essere superato. Imponente comunque nel suo complesso, il dispositivo aeronavale operativo nelle tre operazioni ufficiali in atto.
A partire da quella europea, a guida italiana, di Eunavfor Med – Sophia (9 navi impiegate), iniziata nel giugno 2015 nel Mediterraneo Centrale, che ha prestato soccorso a 29.576 persone (al 15 novembre), all’operazione Tritone (sotto l’egida di Frontex) che, con una decina di navi impegnate, ha soccorso, nel corrente anno, 152.562 migranti. Per finire alla Poseidon, nel Mediterraneo Orientale (14 navi) che, sempre nel corso dell’anno, ha soccorso 170.041 persone. Quando, meno di tre anni fa, fu lanciato l’allarme dai “tecnici” dell’immigrazione sulle dimensioni che andava assumendo il fenomeno migratorio, con una presenza stimata dalla nostra intelligence (presente nell’area del nord Africa) di oltre un milione di stranieri alla ricerca di una via di scampo affidandosi ai trafficanti, i “vertici” politico-istituzionali italiani (Presidente del Consiglio e Ministro dell’Interno) replicarono seccamente richiamando alla prudenza e a non allarmare l’opinione pubblica. I vertici dell’UE continuarono a fare le “orecchie da mercante” ripetendo, scioccamente, che il problema era italiano.
Le cose, come si sa, sono andate ben diversamente e l’immigrazione è diventata, quantomeno nell’agenda italiana, una delle priorità sulla quale , peraltro, il nostro Governo ha finalmente assunto nei confronti di Bruxelles una posizione netta, ponendo, nei giorni  scorsi, addirittura il veto (è la prima volta che accade) alla approvazione del bilancio annuale dell’UE. Una mossa politica sicuramente simbolica che, probabilmente, non scrollerà più di tanto l’indolenza e l’inettitudine delle istituzioni europee sul tema, ma che, tuttavia, segna un punto importante nella politica dell’immigrazione del nostro paese. Gli interventi in mare, nel frattempo, si susseguono, anche in questo periodo dell’anno (caratterizzato da instabilità), in modo massiccio, e hanno già raggiunto quota 1.436 (una media di oltre 4,5 interventi al giorno) superando nettamente quelli del 2014 (1.111 e del 2015 con 1.068). I trafficanti di persone, naturalmente, si fregano le mani lungo la costa libica, egiziana e turca e contano beatamente le decine di milioni di euro/dollari che intascano, annualmente, per trasportare questa marea di gente. Risultati nulli o quasi nulli nelle varie “strategie” pubblicizzate,  nei mesi passati,  di dispositivi aeronavali (vedi Eunavfor Med) che avrebbero dovuto, in via primaria, dopo un periodo di acquisizione informativa (ampiamente superato), contrastare i trafficanti e neutralizzare le imbarcazioni utilizzate.
A parte gli arresti, operati per lo più dalla polizia di stato, dei cosiddetti “scafisti” per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, arresti che nel 2016 sono stati oltre seicento e che rappresentano, come detto più volte, l’anello più debole della filiera criminale, nessun personaggio di rilievo è stato assicurato alla giustizia. I trafficanti continueranno nella loro ignobile attività di “trasportatori” di persone,  fintantoché ci sarà questa straordinaria richiesta che non si esaurirà nel breve-medio periodo perché guerre, persecuzioni, lotte tribali, povertà, sfruttamento delle persone, continueranno a funestare ancora per molto tempo il continente nero (e non solo quello).

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