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“Il Sud è niente”: un racconto autentico della mia Calabria

di Alfredo Borrelli* il . L'analisi

“Sento la necessità di condividere le emozioni provate dopo aver visto il film di Fabio Mollo ‘Il Sud è niente’. Il film ha al centro della sua trama un’adolescente, Grazia (la strepitosa Miriam Karlkvist, recentemente premiata come miglior attrice esordiente al Festival del Cinema di Berlino) e la ricerca del significato di un’assenza (il fratello morto). Percorso personale, ma con risvolti sociali in alcuni momenti e profondamente esistenziali, intimi, in altri. Il luogo in cui tutto si svolge è la ‘mia’ Calabria, una Calabria raccontata in modo originale, con una fotografia, bellissima, che fa un viaggio attraverso ‘non luoghi’, periferie, luoghi ‘intimi’ e fortemente suggestivi, case le cui stanze sono orfane di vita ma cariche di nostalgie. Sullo sfondo, ma ben presente, indigesta e invadente, la ‘ndrangheta, che diventa peso dei giorni quotidiani, che distribuisce silenzi e rassegnazione e rabbie, che si permette di rubare lavoro, dignità, speranze, che annichilisce ed arriva persino a privare della cosa più intima, la memoria. Affrontare la memoria per me è come fare un tuffo in mare aperto: le sensazioni si amplificano, i sensi vivono in profonda connessione con te stesso ciò che sentono; soprattutto, anche se il mare attrae profondamente, non puoi sapere bene ciò che incontrerai laggiù, cosa può accaderti.

Sai solo che dopo ne uscirai più forte, migliore. È così che la memoria diventa naturalmente, per forza di cose, impegno. Assistere a ‘Il Sud è niente’ per me è stato proprio come un intenso tuffo in mare aperto, è un film che scarica energia emotiva inquadratura dopo inquadratura, in cui i silenzi che circondano gli scarni dialoghi, le domande sospese, le parole gridate più per farsi coraggio che per fare paura, quei silenzi sono come un mare che rende tutto più intenso, sono silenzi carichi di rumori, di odori, di luci (sembra quasi di “sentirlo” il vento dello Stretto mentre Grazia sfreccia sul suo motorino al far della sera). ‘Il Sud è niente’ ha un valore enorme: attraverso un linguaggio cinematografico ‘puro’ (non  forzatamente troppo narrato, non troppo circostanziato), fa percepire com’è davvero la vita dove c’è la ‘ndrangheta da sempre, e sembra quasi avvisare – e questo è un ulteriore valore – cosa potrebbe succedere nei posti dove è arrivata da molto meno tempo, come Roma ad esempio. Non ci sono mitra e sangue, questo film non è una versione video di un libro: “Il Sud è niente” racconta del perché le mafie fanno male alla vita normale, senza per forza dover rappresentare Reggio Calabria come un videogame o come la scena di un saggio sulla mafia. Mi sembra un merito non da poco”.

E poi, infine, bellissimo co-protagonista, c’è il mare, il mare coi suoi rumori, con le sue luci, il mare dove Grazia si riappacifica con la sua memoria, davanti al quale si apre al suo futuro di donna. Quel mare da cui si esce più forti, migliori.

 

*Alfredo Borrelli, 39 anni, ingegnere ambientale, di Cutro (KR) vive a Roma da 20 anni. Attivista di Libera, figlio del Maresciallo Francesco Borrelli, vittima innocente di ‘ndrangheta nel 1982. Nel 2011 Francesco ha fondato con altri a Roma un presidio di Libera intitolato alla memoria di suo padre.

http://www.kinoreview.it/

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