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Anticorruzione e 416ter, per un voto libero da logiche mafiose

di Leonardo Ferrante il . L'analisi

Era il gennaio 2013 quando Riparte il futuro, campagna promossa da Libera e Gruppo Abele, poneva la lotta alla corruzione all’ordine del giorno dell’agenda elettorale di tutte le forze politiche.  Una politica anticorruzione non può che cominciare da un voto libero da logiche mafiose e corruttive: è per questo che come primo impegno si è scelto di chiedere il potenziamento della norma che punisce lo scambio elettorale politico-mafioso. Da lì in poi è iniziato un processo tortuoso, intenso e a tratti difficile, che ha visto le elezioni, la nascita dell’intergruppo parlamentare dei “braccialetti bianchi” (appunto il simbolo della campagna consegnato ai politici aderenti), una prima fase alla Camera, un periodo di stallo, una ripresa al Senato che puntava a migliorare il testo adottato in prima istanza e che oggi è approvato in Aula. Ma la strada non è ancora conclusa.

“L’approvazione del Senato della modifica del 416ter è una bella notizia – sono le parole con cui don Luigi Ciotti commenta la notizia – L’auspicio, ora, è che la Camera dei Deputati trasformi definitivamente questa proposta in una legge dello Stato”. Il voto, non all’unanimità, ha potuto contare sul sostegno dei gruppi parlamentari del MoVimento 5 Stelle, del Partito Democratico, di Sel, di Scelta Civica, di “Per l’Italia”, del gruppo “Per le autonomie” e della Lega Nord. In totale, 168 voti favorevoli. 66 sono gli astenuti di Nuovo Centrodestra e Forza Italia. Voto contrario di 4 senatori di “Grandi autonomie e libertà”. In molti in Aula hanno ricordato il “movimento dei braccialetti bianchi”, costituitosi in Parlamento su spinta di Riparte il futuro, quindi l’attività delle piazze, sul sito, sui social network, ovunque sia stato possibile diffondere l’impegno.

“La lotta alla corruzione – continua don Luigi Ciotti – è una priorità non solo etica ma economica: non meno delle mafie, la corruzione è furto di bene comune, furto di diritti e di speranze, di opportunità e di lavoro”. Mentre le minacce al giudice Di Matteo pare vogliano far ripiombare l’Italia in una stagione terribile e lontana, oggi sembra aprirsene una nuova. Quella in cui non occorrono vittime illustri per approvare una legge anticorruzione efficace. La forza di questo processo, inedito e non ancora ultimato, sta soprattutto negli oltre 377mila cittadini firmatari di una petizione online della campagna www.riparteilfuturo.it.

 Lo Stato italiano deve avere una legge efficace sul reato di scambio elettorale politico-mafioso, forte come è quella approvata dal Senato. Non possiamo permetterci incertezze o mezze misure e va detto con chiarezza e ribadito con le norme: fuori i corrotti e i mafiosi dalle istituzioni democratiche. Con il nuovo testo non si considera più il solo denaro come mezzo che permette la corruzione, ma anche “le altre utilità”. Per questo, il disegno di legge appena approvato è completo, perché ci dice che la corruzione non si fa più solamente con le tangenti pasate sotto il tavolo, ma con accordi segreti di lungo periodo e tante altre forme di scambio (informazioni, prestazioni sessuali, favori, tutela dalle forze dell’ordine, posti di lavoro …). Ed è corruzione anche quando resta in forma di promesse.

 La riforma del 416 ter, che ora va in Commissione giustizia della Camera, è solo il primo passo. Sul sito riparteilfuturo.it c’è un’agenda che contiene tutti i punti (e sono molti) di cui l’Italia deve dotarsi per rispettare completamente le convenzioni internazionali che ha firmato e avere una buona legge anticorruzione. Bisogna garantire la certezza del diritto, ricostruire la fiducia con chi rappresenta lo stato, tutelare l’economia sana e la società, garantire una vera trasparenza delle istituzioni democratiche, tutelare beni e servizi strategici (come la salute), ricostruire un nuovo patto sociale: tutto questo lo possiamo fare solamente sconfiggendo la corruzione.

 

Così, può ripartire il futuro.

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Leonardo Ferrante

Leonardo Ferrante, referente scientifico di Riparte il futuro. Operatore del Gruppo Abele, collabora anche con la rete “Illuminiamo la salute” e con il Master in Analisi, Prevenzione e Contrasto della criminalità organizzata e della corruzione dell’Università di Pisa, di cui è stato project manager per l’a.a. 2011-12.

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