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“Mafia Export”.L’altra faccia della globalizzazione

Di Norma Ferrara il . Internazionale, Lazio

E’ l’estate del 2001 e ad Amsterdam, la polizia spagnola arresta Leone Van Kleef, cittadino olandese che di professione fa l’avvocato.  Da li a poco scoppia un caso diplomatico e internazionale. Da tempo infatti i Finanzieri di Catanzaro  erano sulle tracce di un traffico internazionale di stupefacenti gestito da colombiani e italiani che aveva ad Amsterdam una base operativa. Le intercettazioni telefoniche e ambientali  condurranno gli investigatori inaspettatamente in uno dei quartieri più prestigiosi della capitale olandese. Proprio da qui partivano le telefonate grazie alle quali si “trattavano” enormi quantità di danaro e di droga. L’utenza  era quella dello  studio legale di Kleef, da li si mettevano in comunicazione i narcos colombiani, le ‘ndrine calabresi e la camorra campana.  Van Kleef non era solo un prestigioso avvocato bensì il presidente delle Camere penali olandesi, legale della regina e del Casato reale olandese. In breve tempo su tutta la vicenda è calato il silenzio, nell’imbarazzo generale, l’inchiesta ha mandato in galera i narcotrafficanti e messo sotto processo (fase udienza preliminare) l’avvocato olandese. L’avvocato ha precisato di non avere niente a che fare con questi traffici ma perché mafiosi italiani e colombiani si incontravano in una saletta riservata e
accogliente dello studio legale della regina d’Olanda per trattare  l’acquisto di quintali
di droga?

Queste ed altre storie sono state raccontate in “Mafia Export” nuovo libro di Francesco Forgione, ex presidente della Commissione parlamentare antimafia che racconta la colonizzazione delle mafie italiane nel mondo. Il testo (con all’interno cartine geografiche) è stato presentato ieri a Roma in un dibattito moderato da Giovanni Bianconi del Corriere della Sera,  con gli interventi del procuratore nazionale Piero Grasso e del presidente di Libera Don Luigi Ciotti.

“Questo libro nasce sul palco del 21 marzo scorso a Napoli di fronte alle 150.000 mila persone di quel corteo che ogni anno ricorda le vittime della criminalità organizzata – dichiara Forgione. Quel giorno erano presenti anche una delegazione di familiari europei e sempre più forte sentimmo l’esigenza di dare inizio ad un percorso comune sulla dimensione internazionale delle mafie. Si tratta di un lavoro che si limita alla mappatura delle  aree di radicamento delle tre mafie tradizionali, ed è un inizio”. 

“Che ci fosse una decina di mafiosi a Tunisi, o una ‘ndrina a Grenoble – commenta il procuratore nazionale Piero Grasso –  non lo scopriamo di certo adesso, da anni queste e altre informazioni in merito all’espansione e al radicamento delle mafie nel mondo sono in possesso degli investigatori. Servono però più efficaci misure di contrasto a livello internazionale, penso alla nasciata di figure di reato che da noi sono nel codice penale, mentre in altri Paesi non lo sono.  Già dagli anni ’80 Buscetta raccontava che Cosa nostra investiva in Germania, soprattutto dalla caduta del muro in poi. Da allora le mafie si sono radicate sino a diventare delle agenzie di servizi all’ estero, per i traffici illeciti ma non solo”.

Anche il presidente di Libera, Don Luigi Ciotti, ricorda le numerose difficoltà legate alle diverse legislazioni nei singoli paesi e ribadisce la necessità di un’azione comune in questa direzione e sul versante del contrasto culturale e dell’informazione sottolinea; “questo è un libro che mette insieme le responsabilità e la misura delle parole ed è uno strumento prezioso perché frutto del lavoro quotidiano di tante persone, forze dell’ordine, uomini impegnati su questo fronte; mette insieme quel noi, che serve per portare avanti percorsi condivisi.  Ciotti ricorda il percorso della società responsabile dei giovani di Flare ma sottolinea alcuni passaggi del libro di Forgione dai quali emergono anche le responsabilità degli Stati coinvolti, delle loro classi dirigenti, dei politici, dei professionisti, della Finanza, definendo il testo “una fotografia amara, scomoda ma necessaria delle mafie nel mondo”.

“Quella che ho raccontato in questo libro è l’altra faccia della globalizzazione – commenta Forgione –  e ho scelto di farlo attraverso  storie che parlano di mafie e delle zone grigie internazionali, della pervasività delle infiltrazioni mafiose. Dai paradisi fiscali, alle off – shore – ai narcotrafficanti c’è una rete di connivenze che non può essere ancora ignorata a lungo. E’ necessario scardinare questa ipocrisia che “quando arrivano i soldi dei mafiosi non arrivano i mafiosi“. E’ vero invece il contrario, e vale per la Germania come per  Milano. Inoltre serve ribadire un altro dato troppo spesso sottovalutato, che riguarda le mafie e in particolare la ‘ndrangheta. Le mafie si spostano portandosi con se, simboli, cultura e mentalità mafiosa, mettendo insieme santini, tradizioni locali, l’uso di internet e la conoscenza approfondita del sistema bancario e finanziario”.

San Luca era collegata a Duisburg come a Grenoble, già prima della strage che ha fatto notizia sui media internazionali. Giornalmente le mafie operano a livello internazionale con il risultato di mutare la geografia politico economica, attraverso la complicità di uomini, mezzi, paradisi fiscali, e credenze arcaiche, ma senza fare rumore.

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