I trapanesi sfilano in corteo, il sindaco no
Non ha senso la «guerra» dei numeri su quanti erano presenti alla manifestazione che martedì pomeriggio è stata organizzata per testimoniare la solidarietà al capo della squadra mobile Giuseppe Linares, destinatario di una intimidazione. Non ha senso perchè il corteo ha rotto una parte del muro di gomma che circonda la città, e che questo sia successo con cento o seicento partecipanti poco importa.
Il muro è spezzato, la breccia è stata aperta, bisogna far si che qualcuno non venga a richiuderla. Trapani per la prima volta – eccezion fatta quando ha dovuto mestamente seguire funerali di morti ammazzati dalla vile mano mafiosa di Cosa Nostra – reagisce a difesa dei «vivi», di chi lavora per difendere e tutelare la cittadinanza. Il messaggio che qualcuno ha lasciato scritto su quel pezzo di muro dell’autostrada a 29, «più Capaci meno Linares» ha suscitato una indignazione che non ha precedenti, sconcerto che deve rimanere per evitare che quella scritta finisca col produrre altri effetti, contrari all’interesse di continuare a combattere l’organizzazione mafiosa ed i suoi complici, «colletti bianchi», politici, burocrati, imprenditori.
La risposta della società civile è stata netta: la partecipazione c’è stata, e non è stata scarsa, tanta gente ha sfilato per le strade della città, molti hanno criticato l’amministrazione comunale che era assente. Solo quando il corteo è passato sotto la sede del Consiglio comunale, in strada sono scesi i consiglieri comunali, il presidente del Consiglio Katia Bucaria, ma non c’erano il sindaco Fazio, gli assessori, non c’era il gonfalone della città (il sindaco Fazio solo all’indomani dell’intimidazione subita dal capo della Mobile si è saputo che in modo riservato ha rivolto per iscritto la sua solidarietà al vice questore Linares).
Circostanza criticata, ma forse anche un po’ scontata, prevedibile che non poteva andare che in questo modo; in una città dove la cittadinanza onoraria è stata consegnata ai giornalisti «stranieri» che hanno parlato bene del mare e delle arancine trapanesi, e che continua ad essere negata a chi ha affrontato i mafiosi mettendoli alla porta del suo ufficio, come è accaduto all’ex prefetto Fulvio Sodano: oltre che a Linares erano anche a lui dedicati alcuni dei manifesti distribuiti al corteo, i giovani autonomamente hanno riconosciuto che anche in assenza della delibera di conferimento della cittadinanza onoraria (votata dal Consiglio nel dicembre 2003, ma negata dalla Giunta), «Sodano è un concittadino dei trapanesi». Il circolo di Rifondazione «Mauro Rostagno» ha allestito dei manifesti con la scritta «Fulvio Sodano nostro concittadino», rimarcando la mancata assegnazione della cittadinanza onoraria all’ex prefetto di Trapani, trasferito in circostanze sulle quali indaga la Dda di Palermo.
I partecipanti al corteo di solidarietà a conclusione hanno protestato davanti alla sede comunale per l’assenza del gonfalone della città di Trapani e di rappresentanti dell’amministrazione comunale. I manifestanti, in coro, hanno gridato «scendi giù» (rivolti al sindaco Fazio) sotto le finestre del palazzo.
Un corteo estremamente eterogeneo, formato da uomini, donne e giovani, senza bandiere e colori di partito e sindacato, ognuno era presente non tanto per la carica rivestita, ma come cittadino. Tra i politici i sindaci di Erice e Campobello di Mazara, Tranchida e Caravà, il presidente del Consiglio provinciale Peppe Poma, gli assessori della Giunta di Erice, il presidente del Consiglio comunale di Erice Giovanna Millocca, consiglieri provinciali, i dirigenti dei sindacati, la Cgil quella più massicciamente presente, sindacati di polizia, Confindustria con l’appena riconfermato presidente Davide Durante, l’Api, ma in particolare tantissimi giovani e adulti che hanno accolto l’appello ad essere presente che da un paio di giorni scorreva come passa parola su Facebook, il sito ha funzionato da convogliatore sociale. «Il gruppo, in tre giorni, ha raccolto 3.500 sottoscrizioni – racconta il fondatore, Filippo Salerno – e intendiamo lanciare un messaggio ben preciso: non si toccano le persone che lavorano per noi».
Striscioni e slogan come «Trapani è con Linares», «Io sono orgoglioso di non essere mafioso», «A me la mafia non fa paura e sto con Linares e la Questura», «Fieri di essere trapanesi e non mafiosi», «Abbasso la mafia – Trapani dice grazie a Linares e alla Questura».
«Abbiamo adottato Linares avendolo fatto cittadino onorario – precisa Tranchida – ma questa manifestazione va vista soprattutto come segno di solidarietà per tutte le forze dell’ordine, e da domani avvieremo anche una campagna di sensibilizzazione con l’affissione di manifesti». Alcuni dei partecipanti al corteo sono arrivati anche dalla provincia, da Marsala e anche da Mazara.
Adesso bisogna far si che le luci non vengano spente e si continui in questa esternazione dell’impegno. Con i fatti concreti. Perchè uno dei pericoli che oggi si corre è quello che mafia e antimafia finiscano con il mischiarsi, che i mafiosi e i complici dei mafiosi si confondano sfruttando anche momenti di questo genere, che vanno perseguiti e riproposti, ma bisogna sapere vigilare su quello che succede attorno, sulle azioni condotte, denunciando quelle che possono risultare solo di facciata. E in provincia di Trapani di casi di questo genere ce ne sono diversi. Ma da ora in poi si spera abbiano meno possibilità di restare nascosti.
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