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Da San Luca alla scena romana
I bambini attori per un giorno

Di Francesca Chirico il . Calabria, Dai territori

Egli imparò a volare, 
e non si rammaricava per il prezzo che aveva dovuto pagare. 
Scoprì che erano la noia e la paura e la rabbia  
a rendere così breve la vita di un gabbiano.

Richard Bach, “Il gabbiano Jonathan Livingston”

I gabbiani non arrivano a San Luca, almeno di non portarceli con la fantasia. Nel piccolo centro del Reggino, accovacciato all’ombra dell’Aspromonte, si respira aria di montagna e non di mare. Aria pesante, per lo più. E i bambini cominciano ad annusarla presto. Entra dai vetri rotti della scuola media che nessuno si preoccupa di riparare perché tanto, di notte, ci spareranno di nuovo contro. La alimentano i funerali dei morti ammazzati, la smuovono gli elicotteri di carabinieri e polizia che accompagnano le maxioperazioni contro le ‘ndrine. Difficile imparare a volare con un’aria così.

Un anno fa, arrivando in paese con la valigia dell’attore e la benedizione di Michele Placido, Marica Gungui ed Andrea Riccardi devono aver pensato a Jonathan Livingston e alla sua fissazione per il volo mentre i suoi simili, lì intorno, mangiavano a testa bassa, convinti che per i gabbiani non ci fosse altro destino. “La libertà basta esercitarla. Ma perché? Perché dev’essere tanto difficile?”.

Agli 87 bambini coinvolti nel loro laboratorio teatrale i due allievi del “commissario Cattani” – collaboratore artistico del teatro Tor Bella Monaca e ideatore del progetto Aletheia-Torbellamonica per San Luca – hanno quindi provato a fare scoprire le ali. Dizione e mimica. Pablo Neruda e Shakespeare. Ma soprattutto riflessioni su libertà, volontà, pregiudizio, scontro e riconciliazione. Poco importa se a San Luca un vero teatro non c’è perché tanto i bambini, alla fine del loro apprendistato da attori, un palcoscenico con tutti i crismi lo hanno comunque calcato.

Il primo volo ufficiale, infatti, i Jonathan calabresi – tutti tra i 7 e i 14 anni – lo hanno spiccato il 17 ottobre nella Capitale, portando in scena a Tor Bella Monaca “Puia”, l’adattamento del romanzo di Richard Bach curato da Gungui e Riccardi. Non prima di essersi avventurati alla scoperta di Roma tra una passeggiata ai Fori imperiali e un tour per i teatri capitolini, senza tradire eccessiva emozione nonostante quello fosse per tutti il primo viaggio fuori dalla Calabria. Poi, dopo gli applausi, il volo del ritorno a San Luca.

Nel paese l’aria sembrava più leggera.

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