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‘Ndrangheta, arrestati sindaci di Gioia Tauro e Rosarno

Da ANSA il . Calabria, Dai territori

Il sindaco ed il vicesindaco di Gioia Tauro in carica al momento dello
scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose, avvenuto nell’aprile
scorso, ed il sindaco di Rosarno, sono stati arrestati dalla polizia
nell’ambito dell’operazione condotta stamani contro i vertici della
cosca Piromalli di Gioia Tauro, la più potente della ‘ndrangheta. Si
tratta di Giorgio Dal Torrione, Rosario Schiavone e Carlo Martelli. I
tre amministratori sono accusati di concorso esterno in associazione
mafiosa. Nell’operazione sono stati anche arrestati Gioacchino
Piromalli e suo nipote omonimo, entrambi considerati ai vertici della
cosca.

ACCUSA SINDACI PER LAVORO NIPOTE BOSS 

I tre amministratori di Gioia Tauro e Rosarno arrestati per concorso
esterno in associazione mafiosa erano indagati da alcuni mesi perche’
accusati di avere dato la loro disponibilità a far lavorare per i
rispettivi Comuni l’avvocato Gioacchino Piromalli, di 39 anni, anche
lui arrestato stamani, dopo una condanna per associazione mafiosa,
favorendo così il suo reinserimento. In realtà, secondo i magistrati
della Dda di Reggio Calabria, gli amministratori avrebbero concorso al
perseguimento delle finalità della ‘ndrina dei Piromalli.
Nell’inchiesta è indagato anche il sindaco di San Ferdinando, ma nei
suoi confronti non risulta sia stato emesso alcun provvedimento. Era
stato lo stesso Gioacchino Piromalli, nipote omonimo dell’altro
arrestato di oggi ritenuto uno degli elementi di vertice della cosca, a
chiedere al Tribunale di sorveglianza di poter far fronte al giudizio
del Tribunale di Palmi, che lo aveva condannato a un risarcimento
civile di 10 milioni di euro nei confronti dei tre Comuni, lavorando,
vista la sua non disponibilità economica, per conto degli Enti. Lo
stesso Piromalli aveva fatto richiesta ai tre Enti e i sindaci avevano
in qualche maniera dato la loro disponibilità. Secondo quanto si è
appreso, alla base dell’arresto, eseguito dalla squadra mobile di
Reggio Calabria e dal Commissariato di Gioia Tauro, vi sarebbero, però,
anche altri motivi.

Dopo la notifica degli avvisi di garanzia
per quella inchiesta, avvenuta alla fine del gennaio scorso, il sindaco
di Gioia Tauro Giorgio Dal Torrione azzero’ la giunta comunale in
carica provvedendo a nominare assessori esterni. Fu allora che il suo
vice sindaco, Rosario Schiavone, uscì dall’esecutivo. Pochi mesi dopo,
ad aprile, il Consiglio dei ministri decise lo scioglimento del
Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose al termine di una verifica
avviata nel dicembre del 2007.

A LUGLIO OPERAZIONE DECAPITO’ COSCA
Gli arresti eseguiti stamani rappresentano una prosecuzione
dell’operazione “Cento anni di storia” che ha decapitato i vertici
della cosca Piromalli, con l’esecuzione di 18 fermi. Proseguendo le
indagini ed ampliando i filoni riguardanti i rapporti con la pubblica
amministrazione, i pm della Dda reggina Salvatore Boemi, Roberto di
Palma, Roberto Pennisi e Maria Luisa Miranda sono giunti alla richiesta
avanzata al gip dell’emissione di cinque ordinanze di custodia
cautelare. Il provvedimento è stato emesso nei confronti di Gioacchino
Piromalli, di 64 anni, del nipote omonimo (39), del sindaco di Gioia
Tauro in carica prima dello scioglimento del Consiglio comunale per
infiltrazioni mafiose, Giorgio Dal Torrione (62), dell’ex vice sindaco
Rosario Schiavone (32) e del sindaco di Rosarno, Carlo Martelli (68).

COMUNE GIOIA TAURO SCIOLTO AD APRILE 
– Il Consiglio comunale di Gioia Tauro e’ stato sciolto dal Governo il
22 aprile scorso perché “sono state accertate forme di condizionamento
da parte della criminalità organizzata”. La commissione di accesso per
accertare eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata nelle
attività del Comune era stata insediata dal Prefetto di Reggio Calabria
nel dicembre 2007. Dopo una prima fase di lavoro e una proroga di altri
60 giorni, la Commissione ha depositato alla fine di marzo, in
Prefettura, la propria relazione che è stata poi inoltrata al ministro
dell’Interno. Da qui, poi, la decisione del Consiglio dei ministri di
sciogliere il Consiglio comunale di Gioia Tauro. Il sindaco in carica
all’epoca, Giorgio Dal Torrione, dell’Udc, era stato eletto, a capo di
una coalizione di centrodestra, dopo il ballottaggio svoltosi nel
maggio 2006.

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