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Zone d’ombra e paesi cerniera nella provincia di Messina

Di Norma Ferrara il . Dai territori, Sicilia

Angoli nascosti, borghi incantevoli, luoghi nei quali sembra che il tempo si sia fermato e poi la mafia... non c’è . Non ci sono affari importanti, non ci sono appalti, solo vita tranquilla e aria salubre. O forse no? Nella città dello Stretto, l’ex provincia “babba”  (sciocca, ndr) nei mesi scorsi sono tornati in libertà dodici boss di prima linea per decorrenza dei termini di custodia nell’ambito della Mare nostrum, madre di tutte le sentenze contro la  mafia del messinese.  I giovani ragazzi di Addiopizzo e il sindacato della polizia, chiedono interventi incisivi. Sempre nella città dello stretto un’efficace operazione dei Ros della provincia, solo un mese fa,  ha portato all’arresto di una nuova costola dei Mazzarroti, la famiglia reggente insieme a quella barcellonese nel comprensorio del Longano. L’operazione Vivaio ha palesato un dato a lungo rimasto latente in tanti anni in cui di mafia barcellonese si parla. Ci sono zone d’ombra,  “Paesi cerniera”, nell’interno della provincia di Messina che non destano sospetto alcuno. Ideali luoghi di passaggio e contenimento, in grado di collegare un versante e l’altro del sistema politico mafioso siciliano.

 

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