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Non tutta la diossina si può assimilare

Cosimo Marasciulo il . Dai territori

Le carenze legislative del nostro Paese spesso e volentieri,
vengono colmate dall’Unione Europea. Il vergognoso caso dell’Ilva di
Taranto, con i suoi 93 grammi annui di diossina e 1.385 kg di mercurio all’anno
emessi nell’aria e con i 665 kg di mercurio versati nel mare
(comunicati dall’ILVA al Ministero dell’Ambiente) potrebbe trovare una soluzione proprio grazie alla
normativa europea. Una normativa che consente alla cittadinanza di
partecipare e controllare le azioni inquinanti emesse dai poli
industriali.

Precisamente la 96/61/CE del Consiglio, del 24 settembre 1996,
sulla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento, poi
modificata dalle direttive 2003/35/CE e 2003/87/CE.
Il decreto
legislativo (D.Lsg. 59/05) recepisce proprio le direttive che
consentono il diritto di partecipazione della cittadinanza nelle
autorizzazioni alle emissioni.

Il Decreto Legislativo 18 febbraio 2005, n. 59 serve alla
“Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla
prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento”.
Nell’articolo 5 del suddetto decreto si può leggere: “Entro
30 giorni dalla data dell’annuncio (su quotidiano provinciale o
regionale) i soggetti interessati possono presentare in forma
scritta, all’autorità competente, osservazioni sulla domanda”.

Sempre in quell’articolo si legge che la domanda di
autorizzazione alle emissioni deve essere accessibile al pubblico. E
qui il “pubblico” può chiedere e ottenere che venga
messa su Internet in modo che tutti possano collegarsi e capire che
tipo di impianto è, che materie prime usa, quali sono le fonti
di emissione e il loro impatto sull’ambiente, quali tecnologie sono
proposte per prevenire o ridurre le emissioni, ecc.
All’articolo
14 si legge che il Ministero dell’Ambiente “garantisce
sistematica informazione del pubblico sullo stato di avanzamento dei
lavori”. E’ una normativa che segue sostanzialmente quella sulla
Valutazione di Impatto Ambientale dei nuovi impianti, la quale
prevede la partecipazione degli utenti. Segue inoltre la legge Seveso
II che riguarda i rischi di incidente rilevante, anch’essa contenente
(art. 23) norme per la consultazione degli utenti.

Al momento la questione dell’ILVA è questa il 12 luglio
2007 sul “Sole 24 ore” ha pubblicato l’avviso pubblico di avvio
procedimento. L’11 aprile di quest’anno sono state firmate le
autorizzazioni integrate ambientali (Aia), previste dall’accordo di
programma per l’area industriale di Taranto e Statte. Le Aia
conterranno le misure necessarie per proseguire l’attivita’ di
monitoraggio e controllo degli adeguamenti impiantistici gia’ avviati
dalle aziende e le modalta’ di monitoraggio degli ulteriori
adeguamenti previsti.

In questo modo le indagini integrative del quadro ambientale,
capaci cioe’ di completare il quadro conoscitivo ambientale dell’area
e di proporre indicazioni per un’efficace prevenzione e riduzione
della emissioni inquinanti.

Le aziende, tra cui Ilva, Eni, Sanac, ecc. hanno tempo fino al 11
maggio per presentare il crono-programma contenente le indicazioni
degli interventi previsti per adeguare gli impianti alle migliori
tecniche disponibili. Per la prevenzione e la riduzione delle
emissioni inquinanti e dei relativi termini di avvio, attuazione e
completamento.

La fase è quindi molto delicata, tutte e tutti i cittadini
sono invitati a monitorare il risultato delle analisi, delle proposte
e delle soluzioni presso il sito della Aia tramite la voce “Area
libera consultazione” e a sollecitare il
Ministero
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Direzione
generale per la salvaguardia ambientale

attraverso l’indirizzo email:
aia@pec.minambiente.it

Link correlati:


Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – Autorizzazione Integrata Ambientale

Direttiva 96/61/CE del Consiglio del 24 settembre 1996 sulla prevenzione e la riduzione integrate dell’inquinamento

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