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Per chi suona la “Campanella”?

Di Gaetano Alessi il . Dai territori, Sicilia

Per chi suona la campana? Si chiedeva il titolo di un bellissimo romanzo di Ernest Hemingway. E il suono di quello strumento stava a preannunciare la morte di qualcuno. In questo momento in Sicilia la campana suona per il neo senatore Totò Cuffaro (condannato a 5 anni per favoreggiamento a singoli mafiosi che, grazie a Casini, sconterà in parlamento) e anche per il fratello Silvio, Sindaco di Raffadali. Ma più che una campana è una “Campanella”. Ma la Campanella non è solo una “ciancianedda” di pirandelliana memoria ma è anche il cognome di quel Francesco Campanella ex amico e consulente del ex presidente della regione Sicilia, ora collaboratore di giustizia, che ai magistrati della Dda di Palermo ha raccontato tutti i meccanismi utilizzati per le truffe milionarie grazie ai fondi della 488.

Finanziamenti per le imprese e per lo sviluppo turistico-alberghiero sui quali, secondo il racconto di Campanella, avrebbero lucrato non solo mafiosi, affaristi ed imprenditori ma anche la famiglia del neo senatore udc: “Totò, Silvio e Peppe”, dice Campanella aprendo uno squarcio inedito sui meccanismi che sarebbero stati utilizzati dai tre fratelli Cuffaro per drenare finanziamenti sui progetti relativi ai loro interessi nel settore turistico-alberghiero. Grazie ad un asse diretto con l´Oasi di Troina di padre Luigi Ferlauto, già finito nei guai per una maxitruffa sui fondi della 488. Lo stesso servo di Dio che, casualmente, dovrebbe prendere gestione di una maxi casa di riposo per anziani proprio in quella Raffadali amministrata dal fratello del Senatore.

La stessa dove, ironia della sorte, le campane della chiesa del Rosario suonarono per festeggiare la condanna a soli 5 anni dell’ex presidente. Ma si sa che in Sicilia, terrà di grande omertà, quando la campana suona, suona sul serio e così Il Campanella non si è limitato a lanciare accuse vaghe, ma ha anche raccontato, con dovizia di particolari,(in fondo era del mestiere) come questi si svolgevano. A mettere a punto per l´ex governatore e i suoi fratelli il meccanismo di quelle che il pentito definisce “truffe megagalattiche” era un altro Campanella, “un ingegnere originario di Trapani”.I fatti secondo il pentito si svolgevano così: “Facevano una srl scatola, utilizzavano attestazioni bancarie false o vere duplicate, come nel caso di Oasi, e ottenevano un decreto di finanziamento nel settore turistico-alberghiero. Poi, con una serie di compiacenze all´interno dei ministeri e della banche concessionarie, trasferivano, vendendoli, i decreti di finanziamento a società terze e ne lucravano il corrispettivo”.

L´ingegnere Campanella di Castelvetrano frequentava Palazzo d´Orleans e riferiva all’ex governatore ma a tenere le fila dei finanziamenti era Silvio Cuffaro. Il Campanella pentito aggiunge ancora: “Proprio con Cuffaro Silvio e con Padre Ferlauto, con la compiacenza della banca istruttoria, che non faceva i riscontri incrociati e con la compiacenza della struttura di padre Ferlauto che aveva questa patrimonialità, avevano duplicato in decine di progetti, le stesse fideiussioni che la struttura “Oasi” era in grado di presentare. Beh, fideiussioni vere, però poi duplicate in 10 progetti diversi”.E le truffe si espandevano in tutti i campi: fondi della 488, ma anche della 419, e poi Por e Fondi di Agenda 2000.

La holding dei fratelli Cuffaro, secondo Campanella, monitorava tutti i flussi di denaro e li drenava per le iniziative loro e dei loro amici: alberghi da Palermo a Selinunte, da Mondello a Pantelleria. La nascita dell´hotel Federico II (teatro di diverse cene elettorali), in via Wagner a Palermo, di proprietà dei Cuffaro e degli imprenditori Hopps, Campanella la ricostruisce così: “So che Cuffaro acquistò questo immobile che era una ex clinica, per farne un albergo e Franco Bruno ci raccontò di questa cosa che lui aveva fatto: un accordo col Presidente di Sviluppo Italia, una convenzione tra Sviluppo Italia e la Regione Siciliana di prestazione a fronte di un finanziamento che poi i suoi fratelli che gestivano direttamente questo tipo di attività ricevettero regolarmente”.

I Cuffaro boys di fronte a cotante circostanziate accuse fanno muro.Il Senatore minaccia querele ed il fratello Sindaco per immediata e spontaneo senso di emulazione fa altrettanto. Anzi il Silvio chiede un immediato “confronto diretto con il presunto pentito Campanella per smentire punto per punto tutte le incredibili bugie raccontate da questo venditore di fumo”. Ma la campana suona e come diceva sempre Pirandello “queste sono macchie d’olio che non si levano”…dlin dlon dlin dlon e sembra proprio una campana a morto. Che Casini non debba preparare un seggio per il parlamento europeo?

Ad Est on line…

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