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Un passo importante per la gestione dei beni confiscati

Di Pietro Nardiello il . Campania, Dai territori

Dopo la firma del protocollo d’intesa tra l’Associazione Libera, il Comitato
“Don Peppe Diana” e la Facoltà di Architettura di Aversa per il
riutilizzo sociale dei beni confiscati. uno scambio di battute su questa
intesa con Francesca Rispoli, referente nazionale di “Libera Università”

Un progetto
concreto sul riutilizzo dei beni confiscati, una novità per questo territorio
ma anche per il nostro Paese.

Sicuramente un’ottima iniziativa, un passo in avanti
veramente significativo e l’entusiasmo che questa mattina trasudava in quest’ateneo
mi sembra la vera conferma.

Certo, ma non ti
sembra assurdo che sia proprio un’associazione, anche se di uno spessore tale
come quello di “Libera”, a dover far sedere intorno ad un tavolo tanti soggetti
istituzionali?

A quanto mi risulta credo sia stato sempre così. Oramai
“Libera” si conferma sempre più  soggetto
di riferimento che va a riempire un vuoto nella società civile.

La situazione di
riutilizzo dei beni confiscati in provincia di Caserta possiamo definirla
drammatica, sono pochissime le realtà già avviate ad un riutilizzo sociale,
mentre tantissimi beni risultano inutilizzati o addirittura ancora occupati dai
vecchi proprietari.

Quando realizzamo l’incontro di “Contromafie” auspicammo la
creazione di un coordinamento nazionale che si dedicasse esclusivamente ai beni
confiscati indicammo, chiaramente, con dati alla mano, che l’Agenzia del
Demanio doveva essere superata e sostituita. Purtroppo il governo precedente è
stato assorbito da altre priorità e adesso restiamo in attesa dei passi che
muoverà il nuovo esecutivo.

In Campania, per il
momento, non esistono cooperative sociali o realtà similari che realizzino
prodotti agricoli sui terreni confiscati.

La
Campania
rappresenterà il nostro
obiettivo prioritario per quest’anno, l’applicazione del progetto “Libera
Terra” dovrà essere una meta da raggiungere assolutamente anche su questo
territorio.

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