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10. Nella Capitale le ambasciate dei narcos

Di Alessio Magro il . Dai territori, Lazio

Una passeggiata in centro, l’aperitivo, il cinemino, la pizza, poi un cocktail e in pista nei locali in. Non prima di una sniffatina. Basta chiedere la coca al barista, al cassiere, al buttafuori. Trenta, quaranta, cinquanta euro per una caramella choc: viene smerciata così, avvolta nelle cartine di plastica come un bon bon. Semplice come comprare le sigarette. Lo hanno raccontato nei mesi scorsi i giornalisti di Repubblica, insospettati reporter nelle “notti bianche” romane. Fiumi di cocaina, una pratica che è ormai comunissima. Ma la Capitale e il Lazio non sono soltanto tra le principali piazze di smercio: i grandi traffici incrociano gli aeroporti romani e gli scali marittimi sul Tirreno, i broker calabresi, i grossisti italiani ed europei, i piazzisti stranieri e i produttori colombiani si incontrano in riva al Tevere. Tutte le mafie del mondo hanno una loro ambasciata nella Città Eterna, l’ombelico del mondo.

OPERAZIONE IMPERO ROMANO.
Basta sfogliare la relazione del Dcsa (Direzione centrale servizi antidroga) riferita al 2007 per avvalorare la tesi: anche nell’anno passato il Lazio è uno dei nodi nevralgici dei traffici di droga. Quasi tremila le operazioni – al secondo posto tra le regioni – concentrate in provincia di Roma, che è prima in assoluto (2.263). Il Lazio segue alla Lombardia e precede la Campania, insieme accumulano oltre il 40% delle operazioni sul suolo italiano. Le forze dell’ordine sono chiamate agli straordinari (+7% rispetto al 2006), un trend di crescita ormai decennale.

I NARCO-BLITZ.
Uno dei principali blitz degli ultimi anni ha colpito la ‘ndrangheta, attiva sul litorale romano. Con Appia-Mithos e le successive indagini si è fatta chiarezza sugli affari dei Gallace (originari del Catanzarese). Altro colpo alla ‘ndrangheta nel maggio 2007, con l’operazione The king: traffici lungo la Penisola, con basi a Roma. Nell’agosto scorso, a Civitavecchia l’operazione Nerone ha azzerato una cellula operativa delle famiglie camorriste Gallo-Cavaliere di Torre Annunziata. Infine, dalle indagini del procuratore Italo Ormanni e del pm Adriano Iasillo, viene alla luce un giro da 600 milioni di dollari, organizzato dalla cosca calabrese dei Rizzuto operativa in Canada. Partite di droga saldate su conti correnti off shore, cifre movimentate anche nell’uffico della spa “Made in Italy” con ufficio in piazza Colonna.

MONTAGNE DI POLVERE.
Circa due tonnellate di stupefacenti (6° posto) sequestrate, tra cui 540 chili di coca (3° posto) equivalenti al 14% del totale nazionale, e 330 di marijuana (3° posto, quasi l’8 %). Anche in questo caso, la droga è stata intercettata a Roma (il 90% del dato regionale, 1,7 tonnellate), la seconda provincia in assoluto per quantità sequestrate. Il Lazio è certamente sulle direttrici del traffico europeo.

GLI SCALI DELLA DROGA.
L’aeroporto di Fiumicino e il porto di Civitavecchia sono i varchi preferiti dai narcotrafficanti. Al Leonardo Da Vinci sono stati intercettati 215 plichi con droga (1° posto) e 88 corrieri umani (2° posto), lo scalo romano è dietro alla sola Malpensa. Ma i carichi di polvere arrivano anche dal mare. Tra gli attracchi più frequenti, i moli del Viterbese: Civitavecchia è al quarto posto.

L’ESERCITO DEI NARCOS.
Aumento vorticoso delle segnalazioni (3.877, +20%), che rappresentano ormai l’11% nazionale (secondo posto). Quasi 400 le denunce per associazione (il 10%), che tradotto vuol dire una presenza organizzata dei trafficanti. Spiccano i dati relativi ai minori e alle donne coinvolti in fatti di droga: il Lazio è rispettivamente al primo e al terzo posto, con percentuali attorno al 13. L’hinterland romano somma tre quarti delle denunce laziali, seconda provincia in assoluto (2.859), seconda anche riguardo donne e minori segnalati (129).

ALLEANZE STRATEGICHE.
Tra i segnalati non laziali (576) sono i campani di gran lunga i più rappresentati (182, parecchi dei quali denunciati per associazione), seguiti da calabresi, pugliesi e siciliani. Ma sulle partite di droga intercettate è il timbro della ‘ndrangheta a primeggiare. Sul litorale romano e nel Basso Lazio, ‘ndrangheta e camorra si muovono in accordo operativo, spesso famiglie di origine diversa portano avanti insieme i traffici di polvere, anche con il coinvolgimento della criminalità locale. Più in generale, i signori della droga fanno affari in pace, senza pestarsi i piedi.

LA QUINTA MAFIA AVANZA.
C’è anche dato interessante, che testimonia la forza della Quinta mafia: sono 450 i laziali indagati in altre regioni, per lo più in Campania, ma anche in Abruzzo, Emilia, Toscana, Sardegna, Umbria e Marche, le direttrici di espansione della criminalità laziale. Con l’operazione Nuovo impero, è stata azzerata una banda mista romani-campani attiva nell’hinterland della Capitale e nel Basso Lazio. Un altro dato: nel traffico di cannabis la Quinta mafia è prima.

UN BOLLETTINO BELLICO.
Record laziale anche riguardo ai decessi per droga: secondo posto assoluto (105 casi, il 17,83%) nel 2007, primo posto nel periodo ’99-’06, con 1.909 tossicodipendenti morti. Un bollettino di guerra. Anche in questo caso è Roma la trincea: 83 casi l’anno trascorso, prima provincia in Italia, e 998 nell’ultimo decennio.

LA TERRA PROMESSA.
Il Lazio è anche la terra promessa delle mafie straniere. Un migliaio le segnalazioni per reati di droga, circa il 10% del totale nazionale. Nigeriani e colombiani gestiscono i grandi traffici, mentre agli algerini resta lo spaccio al dettaglio delle droghe leggere. Spagnoli, marocchini, tunisini, algerini e albanesi i più segnalati, mentre spicca la concentrazione di nigeriani in provincia di Frosinone. Nel 2006, con l’operazione Maletta, si è scoperta una banda mista tunisini-venezuelani, che gestiva un giro di hashish e coca con la Spagna. In generale, nelle regioni del Centro-Nord, alla manovalanza straniera è affidato il controllo del territorio, che le mafie italiane tendono ad appaltare (il 27% delle denunce per traffico riguarda cittadini di altre nazionalità). E la Quinta mafia si inserisce, alleandosi agli stranieri.

RUMENI, MAFIA E SICUREZZA.
Tra i non italiani segnalati per droga, i rumeni hanno un peso poco rilevante. E se il traffico degli stupefacenti e l’attività principe delle mafie, sembrerebbe che la questione criminalità organizzata riguardi molto poco gli immigrati dalla Romania. Contro i quali, è pur vero, si è scatenata una campagna che ha portato a norme di sicurezza e d’ordine. Intanto la Quinta mafia si rafforza quasi indisturbata.

LA MAPPA DEGLI STRANIERI.
Dopo Milano, è Roma la provincia italiana eletta a sede operativa delle mafie straniere (965 segnalati). I nigeriani si dedicano allo spaccio di cocaina, algerini e marocchini importano cannabis, gli egiziani fanno da manovalanza, i serbi si propongono come gestori della rotta balcanica per i traffici, ai colombiani la gestione logistica del traffico di coca, in accordo operativo con la ‘ndrangheta. Nigeriani e ghanesi prevalgono a Frosinone, tunisini e algerini a Latina, a Viterbo si coltiva la cannabis (1.512 piante sequestrate) e sono i marocchini a farsi vedere. Una presenza residuale quella degli iraniani, attivi in provincia di Rieti nel traffico di oppio.

I CARTELLI GLOBALI.
Non solo colombiani e calabresi hanno stretto alleanze multinazionali. Il traffico di coca è loro, da un lato i produttori sudamericani che mantengono una rappresentanza nella Capitale, dall’altro gli ‘ndranghetisti che si occupano del trasporto e del brokeraggio in tutta Europa, chiudendo parecchi affari nelle ambasciate della droga. Ma anche la camorra cerca l’appoggio delle mafie straniere. Il traffico internazionale della cocaina è uno dei luoghi della saldatura tra le mafie globali, con il Lazio a fare da teatro. E ancora, sul fronte dello spaccio emergono le sinergie tra gruppi italiani e albanesi.

ROMA CAPUT MUNDI.
Un capitolo a parte merita l’Urbe. Prima città per operazioni (1.858), seconda per sequestri (1,28 tonnellate), ancora prima per segnalazioni (2.265, di cui 219 per associazione), in particolare per donne (232) e minori (93), e per decessi (68). Roma caput mundi, anche della droga. (DECIMA PUNTATA)

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ROMA 12

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