Libera nel mirino in Abruzzo, nuove minacce a La Pietra
Entrano in casa, sfasciano e devastano, strappano i manifesti, ma non rubano nulla. Un avvertimento. Una intimidazione. La seconda in pochi mesi. Per dare un segnale preciso a Giuseppe La Pietra. E a Libera, di cui il pastore valdese è coordinatore a L’Aquila, in Abruzzo. Sgomento, tensione, ma anche tanta solidarietà. A partire da don Luigi Ciotti, dalla comunità delle chieste protestanti e dai politici locali e nazionali.
Nella mattina di lunedì, rientrando a casa La Pietra si accorge della visita. Nell’abitazione di Villa san Sebastiano di Tagliacozzo tutto è sparso in terra. Nello studio, nel soggiorno e nella camera da letto. Non manca nulla. Ma i manifesti di Libera sono in terra, stracciati. Una firma. Che non lascia dubbi. Ad iindagare sono i carabinieri della compagni a di Tagliacozzo e la digos di Avezzano.
Un brutto segnale. Anche perché quella subita da Giuseppe La Pietra è la seconda minaccia: nel maggio scorso, a pochi giorni dalla visita di don Ciotti a Tagliacozzo, al pastore arriva una lettera minatoria. Adesso il nuovo avvertimento. «Sorprende – hanno dichiarato da Libera – la coincidenza di questo nuovo episodio, che si colloca nel contesto di iniziative di informazione sulla legalità che Libera ha messo in cantiere nella Marsica». Proprio venerdì scorso ad Avezzano, c’è stato il terzo incontro, cui ha preso parte il giudice Michele Prestipino, con il libro di cui è coautore insieme a Salvo Palazzolo (“Il codice Provenzano”). L’antimafia sociale fa passi in avanti, dà fastidio. E c’è chi reagisce con le minacce. Il segno che le mafie hanno paura? Forse. Certo è che gli incontri non si fermeranno.
Ma il pastore della Chiesa evangelica metodista non è solo. Con lui gli amici di Libera L’Aquila e l’ufficio di presidenza dell’associazione guidata da don Luigi Ciotti, che con un messaggio ha voluto dare pieno appoggio a La Pietra. In Abbruzzo, dopo aver appreso la notizia, si è precipitato Tonio Dell’Olio, responsabile di Libera Internazionale. Pronta la solidarietà di Roberto Morrione, presidente della Fondazione Libera Informazione. E non poteva mancare il sostegno del mondo protestante italiano, in particolare dalla pastora Maria Bonafede, moderatrice della Tavola valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi), che invita La Pietra e Libera ad andare avanti. «Sono convinta – sostiene – che la risposta più efficace alle intimidazioni della criminalità organizzata sia nella mobilitazione della gente comune, di uomini e donne, giovani, leader religiosi, imprenditori come quelli che hanno aderito all’associazione Libera».
Sostegno a Giuseppe La Pietra anche dal mondo della politica, locale e nazionale. Un segnale di vicinanza è arrivato da Francesco Forgione, presidente della commissione antimafia. Attestazioni sono arrivate anche dagli onorevoli Maurizio Acerbo, Antonio Attili, dal senatore Giuseppe Di Lello e da esponenti politici e dell’associazionismo locale.
«Un’intimidazione per il grande lavoro che sta portando avanti La Pietra per denunciare le infiltrazioni mafiose nella Marsica e in Abruzzo». Così ha commentato l’accaduto l’onorevole Pina Fasciani, del Pd, che ha chiesto al prefetto dell’Aquila «l’attivazione di iniziative di tutela personale», annunciando «un’interrogazione parlamentare sul grave episodio». Solidarietà al pastore anche da Marco Gelmini, segretario regionale di Rifondazione, da Marco Riccardi, segretario della federazione marsicana del Prc e dal consigliere provinciale Lorenzo Berardinetti.
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