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Il Governo sia parte civile nel processo per il duplice omicidio Agostino/Castelluccio

Davide Mattiello * il . Giustizia, Mafie, Sicilia

nino-agostino-e-ida-castelluccioPresidente Conte, Ministra Lamorgese

la costituzione del Governo nel processo per l’assassinio di Nino Agostino e Ida Castelluccio è un atto di giustizia: ripensateci.

Ieri a Palermo davanti al GIP si è celebrata una udienza preliminare importante e attesa da 31 anni, quella che potrebbe avviare finalmente un processo sul duplice omicidio del 5 agosto 1989, una udienza che è servita anche per raccogliere le richieste di costituzione delle parti civili, ma il Governo non si è presentato all’appuntamento.

E’ possibile recuperare e sarebbe giusto che ciò avvenisse per almeno due ragioni: Nino Agostino è stato un poliziotto sicuramente ucciso in ragione del suo servizio e tanto basterebbe per il Ministro dell’Interno.

Ma c’è una seconda ragione: si arriva a questa udienza dopo 31 anni perchè tanti sono stati i tentativi di insabbiare, di depistare, di minimizzare una vicenda che è inserita a pieno titolo in quella drammatica fase della vita del nostro Paese compresa tra il fallito attentato all’Addaura contro Falcone del Giugno 1989 ed il fallito attentato contro i Carabinieri in servizio allo Stadio Olimpico di Roma del Gennaio 1994.

Una stagione che ha ridisegnato la mappa del potere nel nostro Paese e non soltanto di quello criminale. Una fase che è costata enormi sacrifici, un pesante tributo di sangue da parte di uomini e donne delle Istituzioni e della società civile. Una fase la cui eredità è ancora percepibile tutt’oggi.

In occasione delle celebrazioni del 2 Agosto per la strage di Bologna il presidente Conte, a nome del Governo tutto, ha rinnovato l’impegno ad aprire gli archivi, per fare piena luce su quanto accaduto, con ciò facendo propria una prospettiva precisa che ha a che fare con la gestione del potere pubblico: la prima ragion di Stato è la verità, perchè la verità è già una forma di giustizia.

Lo Stato è garante verso i cittadini di quella ricerca della verità che in particolare serve a lenire i torti subiti: se lo Stato non svolge questa funzione, quale argine alla barbarie della vendetta privata? Se lo Stato non assolve a questo compito non resta che la cultura mafiosa: la protezione del clan.

C’è tanta gente onesta in Italia che ha orrore della violenza mafiosa, che si fida e si affida allo Stato per poter vivere libera dalla paura e dal ricatto della intimidazione, questa Italia non va lasciata sola: mentre scrivo penso ai Testimoni di Giustizia che nelle Aule di Tribunale hanno confermato e confermano quotidianamente le accuse contro mafiosi, usurai ed estortori. Questa Italia deve sapere che lo Stato non ha titubanze, non indietreggia, non permette alcun pensiero “obliquo”.

Ecco perchè vi prego di ripensare questa decisione e di chiedere senza ulteriore indugio di costituire il Governo nel processo.

Infine una parola a Vincenzo Agostino a cui mi lega un rispetto profondo: non sei solo, sono tante le persone per bene che sostengono te e la tua famiglia, che hanno voluto bene ad Augusta e che faranno tutto il possibile perchè Nino ed Ida trovino la giustizia che meritano.

* Consulente Commissione parlamentare antimafia

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