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Pietro Scaglione, il primo giudice ucciso dalla mafia

Antonio Brescianini il . Lombardia, Memoria

IMG-20200213-WA0006“In nome della legge” è il titolo dell’iniziativa organizzata dal circolo Acli di Vimodrone (MI), con la collaborazione della Parrocchia S. Remigio e Libera, che lo scorso 13 febbraio ha visto la partecipazione di Mariella Scaglione, figlia del magistrato ucciso dalla mafia.

La professoressa Scaglione ha raccontato con emozione i ricordi del padre assassinato il 5 maggio 1971 a Palermo, insieme al brigadiere Antonio Lo Russo. L’omicidio del Procuratore Pietro Scaglione è stato il primo delitto compiuto dalla mafia e aprì la guerra tra lo Stato e le cosche mafiose.

Partendo dai ricordi del padre, Mariella ha ripercorso la storia iniziando dal giorno della sua uccisione, mentre andava a far visita alla moglie nel cimitero di Palermo.

Il delitto del giudice fece molto scalpore in quel periodo, in quanto era il primo compiuto dalla mafia verso lo Stato e fu il primo di una lunga serie fino ad arrivare all’uccisione dei giudici Falcone e Borsellino.

Fin dall’inizio del suo incarico Pietro Scaglione si era occupato di questioni scottanti come gli omicidi del sindacalista Placido Rizzotto, della strage di Portella della Ginestra fino ad arrivare alla scomparsa del giornalista Mauro De Mauro. Fu il primo ad indagare la connessione tra mafia e politica.

I magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ebbero ad affermare che con l’omicidio del giudice Scaglione, si voleva dimostrare a tutti che Cosa Nostra “non soltanto non era stata intimidita dalla repressione giudiziaria, ma che era sempre pronta a colpire chiunque ostacolasse il suo cammino”.

Pietro Scaglione era un magistrato onesto in tempi difficili e pagò con la vita il suo modo di operare.

IMG-20200213-WA0015Nella seconda parte della serata, coordinata da Lorenzo Frigerio di Libera Informazione, si sono presentati i lenzuoli realizzati nell’ambito della campagna “Lenzuoliamo Palermo” realizzata dal coordinamento milanese di Libera che saranno portati, assieme ad altri della provincia di Milano, a Palermo il 21 marzo nella “Giornata della Memoria e dell’Impegno”.

Vimodrone sarà rappresentata da cinque lenzuoli adottati a ricordo delle vittime innocenti della mafie: Pietro Scaglione, adottato dagli Oratori; Francesco Vinci e Maria Maesano, adottati dall’Istituto Comprensivo Scolastico; Gianfranco Trezzi, adottato dai circoli ACLI della zona di Vimodrone e Cologno Monzese; Giuseppe Tizian, adottato dal Gruppo di Animazione Sociale del decanato.

Con questa iniziativa si è voluto coinvolgere la comunità civile e religiosa, come ricordato dal parroco Don Franco Quadri all’inizio di serata, nel percorso impegnativo di formazione alla legalità, rivolta in particolare ai più giovani.

La presenza di numerosi rappresentanti delle associazioni, della scuola, dell’Oratorio e dell’Amministrazione Comunale fa ben sperare per continuare questa opera di conoscenza e per affrontare un futuro di speranza, senza l’ipoteca delle mafie e della corruzione.

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