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Il Presidente che conosciamo

di Santo Della Volpe il . L'analisi

Il nuovo Presidente della Repubblica è lo stesso di prima: non è solo una continuità inusuale nel nostro sistema costituzionale, perché è la prima volta che accade. E non è neanche una scelta di “usato sicuro” come comunque potrebbe apparire. E’ purtroppo il sintomo, l’ennesimo, di uno stallo del sistema politico italiano, incapace di trovare un nuovo presidente della Repubblica. E temiamo incapace di dare un governo di cambiamento  all’Italia, attanagliata da una crisi economica e sociale che ha pochi precedenti. La sofferenza di chi ha perso il lavoro o è in Cassa Integrazione, la rabbia di chi,soprattutto giovani, non trova lavoro, hanno bisogno di un governo che traghetti l’Italia verso un modello di vita che assicuri lavoro, solidarietà ed un futuro che dovrà essere, per forza, diverso dal passato. Ma a guidare questo percorso ci vuole un governo nuovo, non solo nelle persone, ma anche nelle  idee e progetti; che ancora non c’è . Speriamo che venga formato, anche se dalle premesse, non sembra che la speranza di rinnovamento possa essere incarnato dall’equilibrio politico scaturito dalla rielezione di Giorgio Napolitano. Presidente che conosciamo per la sua funzione di uomo di garanzia, di custode della Costituzione e della legalità.

A lui ci rivolgiamo per chiedere che la speranza delle centinaia di migliaia di persone che hanno firmato l’appello “Riparte il Futuro”, trovi risposte positive; affinchè il rafforzamento e completamento della legge contro la corruzione, trovi completamento nel programma del nuovo governo. Perché il libro dei saggi nominati dal presidente Napolitano , contempli anche più strumenti alla magistratura ed agli inquirenti nelle indagini, soprattutto patrimoniali, sui boss mafiosi: contro gli arricchimenti illeciti,le compromissioni criminali tra mafie e politica, contro il riciclaggio di denaro sporco, per rafforzare e togliere gli attuali vincoli, alla legge sulla confisca dei beni ai corrotti e mafiosi.

Chiediamo che questo governo non dimentichi che per l’Italia, uscire dalla crisi, significa anche riprendersi i patrimoni che i mafiosi hanno sottratto i cittadini, cominciando dalla battaglia contro la corruzione, da dove cominciano tutte le trame criminali della malavita organizzata. Il presidente Napolitano conosce queste battaglie che sono di tutta quella parte di Italia che chiede a gran voce di poter vivere in un paese “normale”, senza evasione fiscale, senza mafie, senza corruzione; ma anche senza conflitti di interesse e leggi “ad personam”, dove ogni cittadino è uguale davanti alla legge, senza distinzione di censo e di appartenenza sociale, come recita la Costituzione.

Al nuovo governo chiediamo il coraggio di sentire queste voci, quelle dei 150mila che a Firenze sono sfilati il 16 marzo scorso nella “Giornata della Memoria e dell’Impegno” contro le mafie che Libera ha promosso per il 18° anno. Sono le voci dei giovani che chiedono speranza e certezze per la legalità e delle famiglie delle vittime delle mafie che chiedono Verità e Giustizia; per loro e per tutti noi. Il governo che verrà ha il dovere di sentire queste richieste, che rinnoviamo ora e che rinnoveremo ogni giorno con l’impegno della nostra Libera Informazione.

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