NEWS

Terremoto, la ricostruzione mancata

Di Daniela De Crescenzo il . Campania, Dai territori

Non sono bastati sessantamila miliardi di lire (30 miliardi di euro) a
completare la ricostruzione in Campania e Basilicata e così a
ventisette anni dal sisma con l’ultima legge finanziaria sono stati
stanziati altri 50 milioni di euro su proposta dei deputati del Pd 
campano Tino Iannuzzi (anche segretario regionale del partito),
Costantino Boffa e Salvatore Margiotta. Soldi che i Comuni dovrebbero
utilizzare per completare quella ricostruzione infinita che a Napoli ha
devastato le periferie  e alimentato le casse della camorra come
testimoniano sentenze e racconti dei pentiti.

Millesettecento alloggi mai collaudati sparsi in tutta la città, 56 strutture realizzate e poi abbandonate: quando la terrà tremò il 23 novembre del 1980 sarebbe stato difficile immaginare un disastro di queste dimensioni. Ventisette anni e trenta miliardi di euro dopo, a Napoli negli uffici dell’ex commissariato di governo  restano ancora al lavoro quindici persone che stanno curando la chiusura dei contenziosi giudiziari (per pagare chi aveva vinto in tribunale al Comune  è stato necessario nel 2007 fare un mutuo di venti milioni di euro) e stilando l’ennesima graduatoria per rispondere alle richieste di finanziamento avanzate dai privati nei primi anni Ottanta: ora potranno essere soddisfatte grazie ai diciannove milioni di euro di una delibera che era ferma dal 99 ed é stata recentemente sbloccata.

 Nel ’96, quando l’ex Cipe, dove avevano lavorato 1040 persone si sciolse, trasferì al Comune di Napoli 27 mila immobili realizzati grazie alle legge 219, ubicati in gran parte nelle periferie da San Giovanni a Ponticelli, Barra, Pianura, Piscinola, San Pietro a Patierno, Scampia e Secondigliano.
Ventisette anni dopo a Ponticelli, periferia est di Napoli,  al centro del parco Conocal c’è un’enorme struttura. Mura divelte, immondizia dovunque, frigoriferi ed elettrodomestici ammucchiati nel giardino. Doveva essere una scuola, è un covo per i drogati, i ratti, i cavi randagi. Stessa scena nello stesso quartiere in via Sambuco  dove nel cosiddetto lotto O (nella disperata periferia napoletana molte strade non hanno nemmeno un nome) ci sono i resti di quella che doveva essere una scuola. Tra i calcinacci restano due aule, solo due, che sembrano quasi intatte: qualche anno fa i giudici di pace avevano deciso di dislocarvi alcuni uffici e cominciarono i lavori di ristrutturazione. Ma poi l’idea fu abbandonata e le due aule restano l’ennesimo monumento allo spreco.

Più avanti c’è quella che doveva essere la città dei bambini. Con i fondi della ricostruzione era stata costruita una scuola, la Giovambattista Marino, che funzionava regolarmente, ma nel ’99 si decise di spostare l’istituto e di trasformare il complesso sul modello della «Cité des enfants de la Villette» di Parigi. Ora c’è solo un cumulo di macerie, i lavori procedono a singhiozzo anche per un contenzioso tra la ditta che ha avuto l’appalto dal Comune (7 milioni di euro)  e i sindacati che l’hanno accusata di ritardi nei pagamenti dei dipendenti e di non aver  versato i contributi.  E ancora nella periferia est, accanto alla stazione della circumvesuviana di Ponticelli, c’è una strada senza fine: un nastro d’asfalto sospeso nel vuoto. Doveva collegare il quartiere con il nuovo asse viario che raggiunge l’intera periferia orientale.  Non è mai stato ultimato.Piscinola, area nord: altra periferia, stessa scena. Qui c’è l’enorme polifunzionale che ospita due scuole, un teatro, una biblioteca (devastata l’anno scorso) e il set della fiction «La squadra». Una struttura vastissima abbandonata e distrutta per metà. C’è  anche un auditorium con più di mille posti: inagibile.
 
A Scampia, ancora nell’area Nord, restano da ristrutturare e riutilizzare le ex aule mobili, nella stessa zona è ancora abbandonato l’ex parco residenziale di via Simeoli, a Soccavo, nella area occidentale, è devastata la ex scuola De Luca in via Lattanzio mentre a Pianura, altro quartiere a ovest di Napoli,  non è mai stato avviato il previsto recupero del centro storico.
Per non parlare di quegli alloggi che dovevano risolvere per sempre il problema della casa a Napoli e dintorni: ne sono stati realizzati 13.500. Nel 1990, alla vigilia delle elezioni regionali, in una sola notte ne furono occupati 4.000 e la camorra continua a  utilizzarli spesso  come basi operative. Nel ’94 e nel 98, poi, due successive sanatorie intervennero a regolarizzare gli abusi che, però, continuarono negli anni seguenti. E ancora oggi ci sono interi fabbricati mai ultimati e abbandonati: a Ponticelli il 25 ottobre del 2005 un ragazzino di 14 anni, Francesco Paolillo, cadde dal sesto piano di un palazzone mai completato. Due anni dopo è ancora tutto come allora.

E non è detto che i nuovi fondi stanziati dalla legge finanziaria possano mettere la parola fine all’avventura cominciata ventisette anni fa.

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link