Notte, giorno, notte
Maggio, 1946. Nell’immediato dopoguerra viene istituita la Regione a Statuto Autonomo e mentre decine di famiglie si trasferiscono per un impiego regionale ricevuto su chiamata diretta, in fretta e furia si lavora alla costruzione di una città in cemento armato che le accolga. Fuori dal centro storico distrutto dai bombardamenti, vivono due giovanissime Matilde e Carla, vicine di casa con le loro famiglie; la loro quotidianità è scandita dall’’influenza di mafiosi che determinano la vita di tutti, e di Carla in particolare.
Luglio, 1993. La città di cemento è abitata ora dai figli di chi l’ha vista nascere. Durante una notte insonne Matilde esce in terrazza, cerca riposo nella sua sedia a dondolo e, quasi per caso, si ritrova ad ascoltare una vicenda che ha qualcosa di sinistro e familiare. Dall’altra parte della terrazza, dietro la veranda, ci sono Carla e suo marito Roberto che, di sera in sera si raccontano una storia fatta di intrighi, imbrogli, violenza, omicidi. Particolare dopo particolare, il racconto assume sempre più i contorni del giallo, fino a restituire a Matilde la certezza di esserne parte.
In Notte, giorno, notte Beatrice Monroy utilizza il susseguirsi delle ore per fare luce su dinamiche civili e sociali che da fatto di cronaca, per quanto appaiono lontane, possono diventare vicenda privata, se abbiamo il coraggio di prestare loro orecchio.
Beatrice Monroy
Notte, giorno, notte
Giulio Perrone Editore, 2022
Pagg. 147/€ 18,00
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